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L'imperfezione può essere la vera perfezione
L'imperfezione può essere la vera perfezione
di [user #116] - pubblicato il

Forse è proprio vero che la troppa tecnologia della quale siamo circondati, alla fine si sta sostituendo al puro piacere che un tempo si provava nel fare qualsiasi cosa. Nell'altro verso della medaglia, la semplicità con la quale è possibile effettuare una registrazione di buona qualità.
Viviamo in una situazione piuttosto bizzarra nella quale rimpiangiamo le vecchie registrazioni e poi utiziliamo plug-in con i quali correggere l'intonazione della voce o sistemare una singola nota all'interno di un accordo. La purezza di una traccia di batteria che pur con quale piccola imperfezione, mostrava carattere e rendeva tremendamente riconoscibile il batterista che l'aveva suonata.
Oggi (lamentela che abbiamo avuto modo di sentire da tanti notissimi batteristi) tutto è diventato piatto. E' quasi diventato impossibile affermare con certezza se una determinata traccia di batteria sia suonata da un batterista, programmata su di una drum machine o via MIDI con un qualche strumento virtuale. Curioso notare il fatto che molti di questi strumenti alternativi, siano dotati di una funzione denominata humanize che rende i "colpi" virtuali un pelino meno precisi e con un'intensità differente. Proprio come se fossero sferrati da un musicista in carne e ossa.
Naturalmente il discorso non si ferma alla batteria, ma è esteso a tutti gli strumenti (voce compresa) che vengono coinvolti nel processo di registrazione di un disco.



Fanno riflettere le parole pronunciate da Brian Eno in un video realizzato dalla BBC nel quale l'artista porta alla luce una serie di problematiche legate all'utilizzo massivo di strumenti elettronici o virtuali all'interno della fase compositiva di un brano. Tra queste - appunto - una mutazione della mentalità del musicista. Mentalità ormai tendente al maniacale e che porta il musicista a non essere pienamente soddisfatto del proprio prodotto sino a quando tutte le più impercettibili imperfezioni vengono definitivamente rese perfette.

E' proprio questo il problema: il concetto di perfezione. Tanti ascolti dello stesso brano portano l'autore a voler affinare ogni singola parte. Dopo tanti ascolti magari si sente una parte di batteria che non suona come le altre o che risulta meno precisa e la si sostituisce con un'altra. L'effetto prodotto però non è quello di migliorare il brano, ma di farlo tendere all'impersonale. Una sequenza perfetta di battute e note.

E' questa la perfezione?
brian eno musica e lavoro
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di yasodanandana [user #699]
commento del 04/08/2016 ore 09:00:16
non faccio distinzioni di massima.. fra le cose che ascolto volentieri c'è musica elettronica super quantizzata, produzioni curatissime e roba sgangheratissima, naturalissima, etnica ecc. ecc. con tutto ciò che ci sta in mezzo..

... ciò che è detto nell'articolo è condivisibile, ma poi al gusto non si comanda
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di Guycho [user #2802]
commento del 29/08/2016 ore 16:46:32
Mi sembra di aver colto un messaggio diverso nelle parole di Eno.

La musica elettronica "super quantizzata" ha ragione di esistere in quanto creata ed eseguita con tali mezzi, la "freddezza" è intrinseca all'opera.

Diverso è comporre un brano con strumenti "suonati" e poi renderlo sempre più perfetto fino a raggiungere la stessa freddezza dell'elettronica. Come se la "roba sgangheratissima" fosse perfezionata fino a toglier lo sgangherato.
Rispondi
di yasodanandana [user #699]
commento del 29/08/2016 ore 21:57:29
fra la musica che mi piace ce n'è tanta anche fatta così ... per cui teoricamente mi torna tutto, ma poi ascolto quello che mi va ..
Rispondi
di accio7 [user #17961]
commento del 04/08/2016 ore 09:35:1
Sono perfettamente d'accordo con Brian Eno. La stragrande maggiornaza della musica attuale (il 99% di ciò che passa in radio) è iperprodotta e suona completamente priva di umanità. Autotune, harmonizer, ed in generale tutto l'editing non lineare sono un disastro per la qualità, perchè non permette più di distinguere il musicista dal prodotto di mercato.
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di swing [user #1906]
commento del 04/08/2016 ore 10:58:41
Porto solo due esempi, i primi che mi vengono in mente: Madonna anni '80 sicuramente non sapeva cantare ma quanti dischi ha venduto? E che emozione trasmette una voce a tratti imperfetta? Poi avrà preso delle lezioni ed ora (sarà anche per colpa degli arrangiamenti nei brani eh!) mi risulta insignificante. Vasco Rossi, il rocker di Zocca risalito dalla polvere, che ora è iper-prodotto e con musicisti dal calibro stratosferico... questo non è più rock ma marketing (parere personale) ed infatti non riesco più ad ascoltarlo nei dischi degli ultimi anni.
Rispondi
di lunatico575 [user #43462]
commento del 12/08/2016 ore 10:44:39
Hai perfettamente ragione, concordo con te nemmeno io riesco più ad identificarmi nel Vasco di oggi. Preferivo i colpi sulle pelli di Matt o di Tedeschi piuttosto che altri più, tecnici...come preferisco 1000 volte i riff, le intro e gli assoli imperfetti di Solieri ma fatti con parecchio gusto piuttosto che la raffica di motivetti usati ora da Stef e da Vince...
Odio vedere che ha un PC sul palco da dove partono le basi e i suoni sintetizzati. Questo non è più rock ma è pura follia, è la quinta essenza del nulla! Il tutto tradotto in dischi ormai improponibili ed inascoltabili, dove ogni tanto viene rispolverato qualche pezzo vecchio che sta da anni in un cassetto per dare un tocco di classe ad un album pieno solo di musica piatta e ovattata all'inverosimile. Il vero rock sono gli AC/DC non questa roba qua!
Rispondi
di swing [user #1906]
commento del 12/08/2016 ore 17:46:44
Approvo anche tutto quello che hai aggiunto!
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di MrGi [user #33656]
commento del 04/08/2016 ore 12:08:47
mah..secondo me la tecnologia di oggi potenzialmente fornisce possibilità creative che chi ha talento e gusto può sfruttare per ottenere un prodotto personale, che abbia qualcosa da dire e che esprima la propria creatività in modi che negli anni addietro era più complicato (o impossibile) ottenere.

Il problema nasce quando la tecnologia è usata per industrializzare e omologare il processo di produzione, come purtroppo oggi accade per la maggior parte di ciò che è messo sul mercato.

Questo ovviamente nasce da una necessità di contenimento dei costi, dovuta alla riduzione delle vendite, ma purtroppo genera una totale equalizzazione delle sonorità, pertanto si perde la personalità del suono che una band o un musicista riesce a esprimere e ci troviamo che tutti suonano uguali agli altri ed i fonici negli studi pretendono di farti suonare diretto nella scheda audio per poter usare i loro plugin pre-impostati e non sbattersi a microfonarti l'ampli e poi "perdere" tempo in equalizzaziaoni e compressioni successive..
Rispondi
di BBSlow [user #41324]
commento del 04/08/2016 ore 13:18:01
Non ricordo chi una volta disse che i Beatles, oggi, non li farebbero suonare. E in effetti, in quei dischi capita di sentire chitarre con accordature approssimative che oggi non sarebbero tollerate neanche da un principiante che mette un video su YT.
I produttori tendono a "uniformare" il prodotto musicale, perché il produttore ha come obiettivo la vendita, non la realizzazione artistica. Quindi, se un certo suono è piaciuto o è di moda, lo ripeterà ogni volta che può, fino a quando non ne scova uno nuovo. E tanti saluti all'originalità.
Ugualmente, se suonare nella scheda audio consente un risparmio di tempo / denaro, nessuno perderà tempo a microfonarti l'ampli sul quale hai passato sei mesi prima di ottenere quella vaga sfumatura che cercavi.
Questo è appiattimento? Certo che sì. Che, attenzione, non è necessariamente compressione del talento o delle buone idee; capita ancora, ogni tanto, di sentire cose ben fatte. Ma è senz'altro vero che il 90% della produzione musicale destinata al consumo è tanto "perfetta" tecnicamente, quanto artisticamente (e quindi, emozionalmente) inutile.
Benedetti Michelangeli ha registrato pochissimo, perchè (a parte le più che giustificate obiezioni sulla qualità dei metodi di registrazione e riproduzione di un suono che cercava di "scolpire" volta per volta) sosteneva che l'esperienza musicale dell'ascolto registrato era un'esperienza falsata; così (sia pure con diversi modi) la pensava anche Glenn Gould.
La riproducibilità seriale della musica tramite supporto registrato è già di per sè una falsificazione. Il fatto che la tecnologia doni a questa falsificazione una "disumana" perfezione formale è solo un orpello commerciale.
Rispondi
di eugenio01 [user #39191]
commento del 05/08/2016 ore 13:38:09
---> Benedetti Michelangeli....Glenn Gould.
Verissimo...e avevano ottime ed indiscutibili ragioni.
ABM poi annullava persino i concerti se l'acustica e l'accordatura del piano ( o la combinazione dei due elementi) non raggiungeva l'optimum che Lui aveva "cablato" nel cervello.
Però hai spostato il discorso sull'empireo...secondo me accostare certi nomi (e certi livelli di pensiero) agli standard della musica popolare odierna o anche solo all'approccio "genuino" che si aveva con essa negli anni passati non è assolutamente possibile.
Il livello di sofisticazione dei mostri che hai citato è già elevato per gli standard della musica "colta" , figurati il resto :-)
Rispondi
di nanniatzeni [user #24809]
commento del 04/08/2016 ore 16:30:14
Per me mancano proprio i brani,le melodie.
L'iper produzione serve soprattutto a nascondere che il brano è una merda.
'Senti che bassi'
'cazzo che synth!!!'
'Minchia l'effetto robot sulla voce,fighissimo'
se una canzone è bella passa tutto in secondo piano,anche un basso zoppicante o una chitarra inascoltabile affogata nel chorus*reverb/delay)
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di Iconoclast76 [user #43596]
commento del 04/08/2016 ore 16:37:18
Questa è un latra piaga che ha colpito sopratutto l'italia, è dal 2008 quando qualche magnate dell'industria discografica o forse quando la comunita di pseudo artisti che abbiamo qui si sono fatti un lavaggio di coscienza a capire che in fondo di musica non ne sanno una ceppa e non dovrebbero stare li e allora cosa hanno fatto? se ne sono andati via' benche mai hanno forzato il rap un genere che da poca importanza alla musica e da importanza ai testi per abituare le nuove generazioni a quel tipo di musica, non contenti tutti e dico tutti gli altri artisti non rappettari hanno smesso di fare belle canzoni, strutture armoniche che non risolvonomai negli accordi giusti e lasciano tutto un po sospeso come a voler anestetizzare piano piano il cervello di queste nuove generazioni e di chi ascolta il pop italiano
Tutto questo secondo me perche da sempre i big della musica italia, cialtroni veri si sono sempre distinti perche eavevano i soldi per uno studio di registrazione e per una schiera di arrangiatori e compositri che farebbero sembrare talentuoso pure fantozzi, ma oggi con la tecnologia con la cultura che uno si puo fare i internet ecco che magicamente un ragazzino signor nessuno potrebbe sfornare brani da hit e a quel punto coe la mettiamo? qui non esiste il manager che va a caccia di talenti perche vanno avanti solo i raccomandati e allora? ANESTETIZZIAMO IL POPOLO UN PO COME FANNO I POLITICI CHE CI VOGLIONO SEMPRE PIU IGNORANTI E CAPRE PER POTERCI MANIPOLARE
Rispondi
di Iconoclast76 [user #43596]
commento del 04/08/2016 ore 16:30:30
da un lato è vero quello che dici e non solo per le batterie,dall'altro io che non sono un professionista e non posso disporre di un batterista in carne ed ossa (che poi anche ad averlo mancherebbero le attrezzature per registrare bene una batteria) allora un plugin di virtual drum è una manna dal cielo e mi permette di ottenere buoni risultati
Quindi diciamo che l'appiattimento io lo vedo come un rosicaggio di chi ha i batteristi veri e gli studi di regitstrazione e si sta iniziando a domandare se oggi conn un semplice pc e un po di esperienza non si possa fare a meno di loro
Rispondi
di sonnynautore [user #45361]
commento del 05/08/2016 ore 04:32:44
Un maestro Zen chiamò un allievo e gli diede come compito di sistemargli il giardino zen.
Il giovane lavorò sodo tutto il giorno e poi chiese al maestro se fosse soddisfatto.
No, non ci siamo disse il maestro, domani lo rifai di nuovo.
L'indomani alla sera l'allievo ottenne la stessa sconsolante risposta.
Andarono avanti così per giorni, ma il maestro non era mai soddisfatto.
Finalmente una sera il viso del maestro si illuminò, si incamminò sul vialetto del giardino, scosse il ramo di un bonsai facendone cadere alcune foglie sul vialetto e rivolgendosi raggiante all'allievo, disse: "Ecco, adesso è perfetto!".
Rispondi
di rollo5100 [user #28890]
commento del 05/08/2016 ore 11:00:26
Vero.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 05/08/2016 ore 16:28:19
Hit: dà lavoro. Tra 15 anni ci saranno bands con covers dei vostri pezzi. Le generazioni si devono nel frattempo per forza distinguere da quelle precedenti - Flower Power a Funk, Punk, Metal, Rap... e un sacco di Pop.
Chi compra? In linea di massima si parte da fans già incalliti verso i 12-13 anni. È una questione di "look" sonoro e compagnia di amici. Si diventa poi patiti di artisti sconosciuti ai più.
Le compagnie discografiche sono o multinazionali per hits internazionali o molto specializzate. Dal punto di vista dell'artista / band i soldi si guadagnano live e con merchandising vario +++ sponsors.
Quantizing: i teenagers di oggi non sono abituati ad altro! In inglese dicono "four on the floor" - grancassa di quelle che conoscete già dal Disco / Techno.
Samples: una rivoluzione! Un frammento di secondo per suoni percussivi e giusto un pò di più per i piatti. Il batterista della band deve poi imparare a suonare esattamente il beat inventato dal produttore. Una variante di questo è di suonare accordi isolati su chitarra per poi messi assieme dopo. Due ore di sound-check e una ventina di minuti per registrare - il lavoro del producer dura poi parecchie settimane... o mesi! La vostra paga è minima. Nessuna menzione in copertina.
Humanizing: hopeless!!! Ridicolo, non funziona, è aberrante. Con santissima pazienza si manovrano queste cose su sequencer, se necessario.
I raccomandati: a raccomandarvi saranno in primo luogo managers sulla base di risultati dal vivo e pezzi vostri. L'opposto è casa discografica, autori e producer in cerca di una bella ragazza. Se ne provano parecchie prima di decidersi e la moda si è estesa ai ragazzi. L'importante è l'essere giovani, ballare, muoversi bene dal vivo + sponsors ecc.
Si è detto che i Beatles non ce la farebbero ai tempi nostri, e già dai prima tempi erano parcheggiati sulla Parlophone (etichetta secondaria EMI) e affibbiati George Martin, un produttore di musica classica che per mantere lavoro e paga era stato costretto a produrli.

Tornando al soggetto dell'articolo, è certamente vero che le invenzioni musicali siano spesso generate da un qualche sbaglio! Da una fortuita coincidenza; un fonico che ha connesso un cavo in maniera sbagliata, una strana nota... O da una folle visione di artista / band / produttore totalmente fuori posto.


Rispondi
di Baconevio [user #41610]
commento del 09/08/2016 ore 08:45:54
nel registrare le canzoni del mio gruppo ho sempre tenuto in mente forse un unico punto fermo: NESSUNA DIAVOLERIA ELETTRONICA.
il mio batterista ha registrato 9 (NOVE) pezzi in una giornata, praticamente un "buona la prima" 9 su 9. io ho registrato, da unico chitarrista, 9 pezzi e relative sovraincisioni in circa 10 ore, in certi casi improvvisando o accorgendomi solo dopo di aver usato per puro caso alcuni suoni. in una registrazione ho lasciato i rumori di me stesso che poggio la chitarra a terra per andare a risentire la traccia...il mio bassista idem, e stessa cosa ancora per le voci. voglio il rock, voglio (vorrei...) ricreare quelle sfumature di magnifica imperfezione che si sentono sui dischi che maggiormente mi hanno impressionato e formato...sono un romantico? non lo so, ma conoscendo un pochino la vastità di trucchi che è possibile usare in studio sono fierissimo di poter dire che ogni singola nota che esce da quel disco l'ha suonata un essere umano, stonature comprese.
la musica (qualsiasi musica) è emozione, non si può pensare di renderla perfetta....altrimenti è solo come un'ennesima bella ragazza rifatta
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 09/08/2016 ore 13:00:12
@ Baconevio: Diavoleria elettronica: sono bastian contrario! Click track a Los Angeles 1968 (Glenn Close - "Up With People"). Tornato in Italia (sessions a Milano di musica più che leggera). Dal 1975 ho lavorato unicamente nel Pop. Sensazione!! È stato varato il TR-808 (rhythm box Roland) usato per sessions con Laid Back - per loro poi il primo guitar synth Roland (pre-MIDI), monofonico e abbinato ad una specie di Mini Moog. In seguito Cubase su Commodore C64 e ancora meglio Atari ST- 1040 con MIDI incorporato ed è partita l'era del sequencer... però solo per tastiere e rhythm box. Le piste audio erano su 24 piste di cui una per MIDI sync. Nuova sensazione: il sampler! Da 8 bits a 12 e poi 16 sul S-1000 Akai. Tutto era quantizzato. Su nastro c'era voce, chitarre e audio vario. Adesso è un tutt'uno sui vostri sequencer! Per questo tipo di lavoro è interessante una chitarra MIDI.
A suonare la chitarra richiede imperfezione zero - un take per verso, ritornello, ponte ecc. e si copiano per le parti ritmiche - meno lavoro... Questo è come lavorate pure voi! Essenzialmente, è la chitarra a provvedere a un fattore extra, chiamiamolo pure il "swing umano" che fa la differenza. Con band, in studio, un buon punto di partenza è una base su sequencer per poi sostituire batteria, basso e chitarra - insomma, un click track. C'entro coi Laid Back, Ace Base e Leila K per cose conosciute pure in Italia. Tra follie mie ci sono cover strani su ccstream.com con Håkan Sjöström (Svezia ex Alexis Korner) - a lui è piaciuto suonare su base quantizzata!
Tutto questo è per me e in realtà tutto partito da The Who... "Won't Get Fooled Again" e "Baba O'Reilley" e Keith Moon(!) con cuffie per il "click track".
Rispondi
di Baconevio [user #41610]
commento del 10/08/2016 ore 20:31:12
non ho capito bene, ma io ho costruito i miei pezzi accordo dopo accordo :D
le uniche cose che ho fatto sono i raddoppi dei ritornelli o dei riff...per il resto nulla di nulla!
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 10/08/2016 ore 20:40:26
Esatto, e come dici, "keep it simple" e mai esagerare con overdubs a catena.
Rispondi
di lunatico575 [user #43462]
commento del 12/08/2016 ore 11:02:00
Sapete cosa vi dico, e scusatemi il termine: mancano le palle!!!
Tutti lì a fustigarsi per avere la perfezione, ma la musica la cambiano i musicisti! Se usi e abusi di quegli obbrobri tecnologici per forza che tutto andrà in quella direzione... Ci vogliono le palle come Hendrix, come Angus, come Slash ecc...
Io suono e sono scarso ma me ne frego e mi diverto, poca tecnica ma tanta sicurezza, il tutto condito con suoni vintage, Fender blues junior + overdrive + wah + delay...piacciono a me e li uso come meglio credo. Poi vai a sentire gente brava, che insegna musica e la chitarra, tutti con basi create ad hoc che poi tanto ci suoni sopra. Risultato che vedi gente dalla quale dovresti imparare e prendere da esempio, li vedi li stressati, tirati ma soprattutto non più divertiti e perennemente insoddisfatti. Ma la cosa peggiore è che quando poi torno a casa mi rendo conto di aver buttato via la serata per andare ad ascoltare il nulla, il niente della musica, la solita minestra riscaldata, omologa a tanti altri famosi e non. Insomma mancano le palle per far capire che tu sei il musicista che suona la musica...ma quando è la musica che suona te, beh li allora è già finita...
Rispondi
di gerlop [user #44005]
commento del 12/08/2016 ore 21:04:20
la "perfezione" è soltanto ciò che appaga il nostro orecchio, nient'altro. se questo si ottiene con l'aiuto dell'elettronica oppure senza, va bene lo stesso, l'importante è che il risultato finale dia soddisfazione!
Rispondi
di lunatico575 [user #43462]
commento del 12/08/2016 ore 22:20:34
Hai detto bene! Hai detto con l'aiuto dell'elettronica, ma qui ormai siamo a livelli che intanto che l'elettronica suona un pezzo i musicisti, tra un morso al cornetto e un sorso al cappuccino, tirano una plettratta o una pizzicata alle corde ecc... Ma ancor di più ora i cantanti, vedi Nannini, Vasco, Grignani ecc, grazie all'elettronica sono pure diventati intonati...incredibile, no?
La perfezione è nello stile, nel gusto, nell'essere originali e non il clone di altri cloni!
Rispondi
di gerlop [user #44005]
commento del 13/08/2016 ore 10:53:10
l'aiuto dell'elettronica che intendo io non riguarda la mistificazione, ci mancherebbe. hai detto bene, sono d'accordo: usare l'elettronica per fare ciò di cui non si è capaci è a dir poco abominevole, è come lo sportivo che si dopa...niente è più farina del proprio sacco ma soltanto il prodotto di elettroni che circolano in una giungla di componenti opportunamente assemblati...il musicista deve continuare a studiare e raggiungere gli obiettivi con le sue forze, idem per i cantanti. a me basta l'elettronica che mi fa accordare per bene la chitarra o mi dà l'effetto che voglio io, mentre il resto che ci entra dentro DEVE essere un'eiaculazione dello spirito musicale innato. ciao.
Rispondi
di lunatico575 [user #43462]
commento del 13/08/2016 ore 11:27:11
Centrato!
Rispondi
di biolotti [user #13907]
commento del 14/08/2016 ore 14:20:19
Se sei un musicista il suono te lo fai da te eventualmente utilizzando anche l'elettronica, se ti può essere utile. Io non mi scandalizzo più di tanto sull'utilizzo dell'elettronica se il risultato che ottengo è quello che voglio. L'elettronica ti offre una serie di comodità non da poco. Anche io preferisco suonare con un batterista in carne ed ossa ma se mi devo allenare a casa utilizzo dei pattern o delle basi che l'elettronica mi mette a disposizione. Se poi mi trovo in un live senza batterista posso utilizzare delle basi come supporto, l'importante è che ci suoni sopra io, che personalizzi e mantenga io il predominio sull'esecuzione. Vogliamo parlare dei suoni? Ormai passa tutto da circuiti elettronici, pure il tuo pedalino analogico ne è fornito a iosa, cosa continuiamo a proporre al nostro pubblico, sempre i soliti suoni anni 70 o quelli anni 80? L'elettronica ci aiuta a rinnovare il suono, cosa faremmo oggi senza un effetto come il delay o il faser ? Per i dischi sono d'accordo circa l'appiattimento dei suoni ma più che una questione di suono mi pare una questione di tentativo da parte delle major di standardizzazione della musica per ottenere il massimo risultato con il minimo investimento. È l'industrializzazione della musica, un'epoca come un'altra che prima o poi finirà, noi nel frattempo o proponiamo qualcosa di innovativo al nostro pubblico o rimaniamo travolti dal l'industrializzazione. Ma forse l'elettronica ci può aiutare nella proposta
Rispondi
di Nike_spike [user #25363]
commento del 19/08/2016 ore 11:03:58
Io quando ascolto la musica di questo periodo dico sempre che sono brani tutti uguali, urlatori con le stesse tonalità, stessa perfezione audio. Brani che si ricorderanno si e no per un paio di mesi. Quando qualcuno esegue un pezzo datato (pre anni 90, direi 80 ma non infieriamo) viene osannato. ricordo i Guns 'n' roses diventati famosi con un pezzo di Dylan e i loro fan non lo sapevano nemmeno!! (pezzo che tra l'altro non fu poi così famoso eseguito da Dylan se non ricordo male). Oggi mancano espressività e personalità. Certe trasmissioni poi danno man forte a creare questo tipo di soggetti. E adesso ci si fissa su un sacco di sciocchezze, davvero sensa senso, perdendo quello che per me era ed è ancora il gusto di suonare.
Io ho suonato in sale prove improvvisate, con amplificazione che adesso verrebbe bruciata, ma quello che ho sempre cercato di fare è stato sentire e far sentire la pelle d'oca a chi ascoltava senza "infastidirlo" di scale noiosissime e di accordi vertiginosi e soprattutto "rumori" assordanti. Gilmour non fa scale allucinanti ma i suoi assoli emozionano.
Cerchiamo di indurre sensazioni suonando e non fissiamoci su tecnicismi che non concorrono a questo tipo di effetto.
L'elettronica non ci fa fare buona musica, ci aiuta ma provate ad ascoltare qualche unplugged e sentirete che i pezzi non perdono il loro fascino anche in acustico.
Rispondi
di lunatico575 [user #43462]
commento del 19/08/2016 ore 16:42:09
Eccolo! Mi hai strappato le parole di bocca... La tecnologia lasciamola alla medicina, all'industria, alla telefonia ecc... Alla musica non serve, è giusto come dice Nike, alla musica serve il gusto, serve il far sentire il nostro io attraverso lo strumento che suoniamo... Poi per carità un mp3 ha diritto di esistere come il cd e come il vinile, ma quando si fa musica usiamo noi, il nostro intelletto, il nostro io anche più intimo ed esprimiamo quello che siamo o come stiamo...così come hanno fatto Hendrix, SRV, Gilmour, gli Stones... Poi se un pc ci aiuta a sistemare delle tracce registrate ok, ma non facciamo mai l'errore di far fare a lui la nostra parte
Rispondi
di darkfender [user #16554]
commento del 29/08/2016 ore 12:14:20
Secondo me ultimamente si pensa troppo a come suonare... il "cosa" suonare viene tralasciato.
Ok avere personalità.
Ma una buona composizione non perde valore se l'interpretazione è corretta, anzi....
Semmai eventuali "eccezioni" sono considerate e scritte e un bravo musicista è in grado di riprodurle.

La perfezione fa in modo che tutto funzioni anche quando non siamo al centro del brano...
Viceversa le "imperfezioni" possono rovinare il lavoro di un gruppo.

Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 29/08/2016 ore 13:06:08
Nel corso dei tempi mi è capitato di suonare in playback o con base preregistrata! Strano ma vero: c'è da essere perfetti!
Rispondi
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