di Skywalker8 [user #40706] - pubblicato il 01 gennaio 2017 ore 12:30
Non ci si può aspettare suoni raffinati e binding di pregio da un'acustica venduta a poche decine di euro, ma anche una Harley Benton CG45 può dare grandi soddisfazioni se inserita nel contesto giusto. Asciutta e definita, farà la felicità di chi cerca un muletto dall'anima gipsy.
Questa è una recensione semiseria e poco obiettiva della mia adorata chitarra acustica. Quasi un'ode, un'elegia. Oppure no. Vedrete voi stessi.
Come si presenta: "Salve! Sono la sig.ra Benton. Per gli amici Harley. Codice fiscale HBCG45N".
Il corpo è in mogano laminato dello spessore di due fogli di carta e con (non) finitura satin. Il binding della tastiera (in palissandro mal verniciato) è di dubbia qualità, mentre il binding sul body è quasi accettabile.
Il precedente proprietario ha attaccato male il battipenna e, nel tentativo di toglierlo, ho scoperto che lo aveva incollato anche al finto intarsio in finto abalone attorno alla buca: finto intarsio, appunto, perché è adesivo e si stava staccando dal body assieme al battipenna.
Il ponte è in legno e basta, perché dire altro sarebbe troppo. I pin sono scandalosi da quanto sono mal realizzati. Il manico invece è in mogano dall'aspetto abbastanza solido con tasti in condizioni ottime, tranne il 15 e il 16 che riportano due graffi trasversali sulla superficie del fret. Non so come possa essere accaduto, ma sembrano reperti di un micro Wolverine.
Le meccaniche in finitura gold e le chiavette in fintissima madreperla siedono su una paletta semplice ma efficace. Il sospetto è che dalla punta della paletta al capotasto sia racchiuso il 75,93% del valore economico della chitarra.
Come suona:"Con il plettro o le dita. Preferisco la seconda scelta, sa?".
Una volta abbracciata, risulta molto comoda e leggera. La tastiera è stretta al punto giusto, forse un pelino troppo sui primi tasti (come gusti personali sono un amante delle tastiere non troppo strette) mentre le corde sono abbastanza basse sulla tastiera regalando uno strumento estremamente facile da suonare, sicuramente più della vecchia classica di papà con l'action misurabile con il metro da sarta.
Il suono è... qui casca l'asino. Non sono un granché nel definire le sensazioni, ma la parola "secco" è quella che più mi viene in mente: bassi bassi, medi alti e alti più o meno medi.
Prendo il plettro e mi aspetto la classica botta di volume con apertura del suono e "aaah, ora sì che si ragiona". E invece no: rumore di ferraglia e un suono che si spegne prontamente lasciando una strana sensazione di inutilità al pezzettino di plastica sulla mano destra.
La tenuta dell'accordatura è incredibile: si arrivano quasi a fare bending "elettrici" e non si perde tanto.
Tento una "Where Do You think you're goin'" dei mitici Dire Straits e niente: non ci siamo. La profondità del suono è pari a quella di una pozzanghera. Vado di "Pigs in the Wind" Floydiana e cominciamo quasi a ragionare. L'attacco c'è ma il suono è strano e povero. Come se provenisse da un vecchio mangianastri.
Come se fosse un suono d'altri tempi, scarno ma diretto. Allora provo "Tears" di Django Reinhardt e comincio a capire l'universo di questa creatura che mi appassiona ogni giorno di più. Sarà una mia sensazione ma questo suono povero di armoniche e di risonanza (ma non tappato) mi cattura. Asseconda volutamente l'abbandono del plettro e risponde al tocco con le dita in una maniera unica.
Non nasco chitarrista acustico e probabilmente non sono nemmeno chitarrista. Tuttavia questo strumento mi è congeniale e lo adoro. È una fortuna adorare una chitarrina da cinquanta euro!
Sarà perché è mia e perché ho le orecchie foderate di non so cosa, ma questo è il risultato. Ho provato una Larrivée e non mi piaceva allo stesso modo. Stesso discorso per due Yamaha, una Takamine e una Sigma. Una Art&Liutherie mi ha colpito, sì, ma non così.
Cercavo una chitarra da battaglia e ho trovato la Mia Chitarra per studiare, apprendere e amare questo strumento sempre di più.
Prendete tutto ciò che ho detto con le pinze, i guanti e tute antiradiazioni.Non è una recensione vera e propria e chiedo scusa per errori, imprecisioni e quant'altro possa avervi turbato. Leggete, pensate o fate quel che volete. Io, il mio, l'ho detto. Au Revoir, amici di Accordo, io ritorno a suonare!