Nel corso della mia carriera musicale, ho sentito molti colleghi spesso parlare della costante ricerca di overdrive dal carattere trasparente e dinamico, magari con un occhio di rigurardo per le scatolette create per emulare i suoni della beneamata JCM di casa Marshall. Bene, da adesso in poi, tenete in mente che l'oggetto di cui voglio parlarvi non è sicuramente l'aspirante Santo Graal con le caratteristiche sopracitate, e inoltre si differenzia per sonorità dalla maggior parte dei prodotti odierni presenti nel campo musicale.
La mia conoscenza con il Les Lius è avvenuta casualmente. Dopo aver visto l'annuncio di un simpatico signore di Bologna, decido di documentarmi sul pedale in questione rimanendo veramente incuriosito dalla sua natura emulatrice e udite udite, di sponda Fender. Decido quindi di contattare il tipo e, dopo una serie di messaggi e qualche chiamata, detto fatto: in pochi giorni mi trovo questo gioiellino tra le mani.
Visivamente, il pedale si presenta con un gradevole chassis color beige, non la versione dorata per intenderci, e una configurazione di comandi semplicissima: due manopole, un selettore al centro e, al di sotto, due switch.
Le due manopole e gli switch si occupano rispettivamente del controllo e dell'accesso a due sezioni di gain, mentre il selettore, a tre posizioni, ci permette di selezionare tra ben tre headroom differenti.
Comincio a suonare e questo piccolo stompbox tira fuori fin da subito il suo carattere old school. La prima sezione di gain, molto sostenuta e abbastanza definita, mi permette infatti di tirare fuori senza problemi sonorità facilmente riconducibili agli Stones di "Brown Sugar" e ai Cream di "Sunhine Of Your Love". Il secondo canale, invece, ci apre le porte a una sezione molto più distorta e con più escursione, che simula la saturazione dei vecchi amplificatori a basso wattaggio, derivata dal gioco con il controllo del volume. Niente male direi, non solo per l'aggiunta che se ne ricava in termini di cattiveria, ma anche per l'ottima funzione di boost in situazioni soliste. Attenzione, poiché possedendo questo carattere crank up vintage, la distorsione di questa seconda sezione è meno definita.
Passiamo alla caratteristica che secondo me è il punto forte di questo stomp: lo switch a tre vie.
Questo ci permette di selezionare, rispettivamente da destra verso sinistra, tre modelli di headroom differenti di ampli Fender: 5E3 Woody (il Tweed Fender Deluxe), l'High Power Twin (ovvero il Fender Twin 50's) e il Tchula, una combinazione tra i due precedenti. Ognuno di questi cambia profondamente la dinamica e la pasta del nostro suono, permettendoci non poca varietà per le nostre schitarrate, un elemento che mi ha stupito fin da subito durante le mie prime prove e che tutt'oggi mi dà estrema soddisfazione.
Per arrivare a una conclusione e fomentare la vostra gas, posso personalmente consigliare questo pedale a tutti coloro che sono in cerca di un prodotto che si distacca dalle distorsioni moderne. Non aspettatevi di avere una qualche sorta di distorsione tagliente o high gain sotto i piedi, qui si parla di sonorità cremose e pastose e con un carattere unico e altamente retrò, una premessa tanto discutibile, quanto allettante.
Questo piccoletto si sposa molto bene con generi e varianti del blues e del rock, dagli anni '60 agli anni '70. Certo, per i più curiosi e intrepidi posso suggerire una prova con produzioni molto più recenti, che può portare a risultati anche stupefacenti, questo grazie al carattere che il Les Lius conferirà al vostro suono. Tuttavia, sicuramente questo non è un pedale per tutti, ma attrarrà i più nostalgici tra i chitarristi. |