di Andy Cappellato [user #45705] - pubblicato il 30 gennaio 2017 ore 09:00
Se è mai esistito uno standard nel mondo del monitoring in studio di registrazione non possiamo non considerare le iconiche Yamaha NS-10, i classici nearfield monitors dai coni bianchi che abbiamo visto nelle fotografie degli studi storici di tutto il mondo.
La storia delle Yamaha NS-10
Le piccole Yamaha, nate nel 1978 come speakers da scaffale per Hi-Fi e progettate da Akira Nakamura per la casa dei tre diapason, sono degli speaker passivi a 2 vie closed box (cioè senza bass reflex). La risposta in frequenza non è molto estesa, in particolare sulle basse frequenze la risposta si ferma sui 60 Hz, mentre troviamo un picco abbastanza evidente intorno ai 2 kHz. Presto abbandonate dal mercato consumer cominciarono a diventare uno standard in studio di registrazione, soprattutto grazie a Bob Clearmountain (The Rolling Stones, David Bowie, Roxy Music tra gli altri, ma la lista è infinita) che cominciò ad usarle come riferimento, spostandosi da uno studio all'altro. E proprio per questo iniziarono a diventare popolari nel mondo dell'audio professionale: il mixing engineer poteva spostarsi tra gli studi di registrazione portandosi dietro degli speakers di riferimento facilmente trasportabili, in un epoca in cui i monitors occupavano 1/3 della parete dello studio, in modo da lavorare sempre con un sistema di riproduzione familiare. I primi modelli soffrivano di un problema di fase tra il tweeter e il woofer dovuto dal circuito di crossover e molti trovavano il suono stridentre in gamma alta, tant'è che cominciarono ad appiccicare vari tipi di carta o tessuto davanti al tweeter. Yamaha quindi modificò il crossover e il progetto del tweeter e posizionò la scritta in orizzontale (da qui in poi NS-10M Studio), vista l'ormai abitudine di sdraiare gli speakers sul meter bridge del mixer.
Chris Lord-Alge con le sue Yamaha NS-10
La produzione cessa nel 2001, perchè ufficialmente Yamaha non può più reperire il materiale dal quale è ricavato il cono del woofer, ma rimangono sempre usate e ricercate grazie anche a famosi mixing engeneers come Chris Lord-Alge (Green Day, Nickelback, Celine Dion) che continuano ad usarle, in modo moderno, accoppiandole con un subwoofer attivo per estenderne la risposta in frequenza in gamma bassa.
Come suonano le NS-10
O le odi, o le ami! Così si dice delle NS-10, ma è proprio nel suono la chiave del loro successo. L'enfatizzazione sulle medie permette di mettere a fuoco precisamente quella gamma di frequenze che sicuramente verrà riprodotta in qualsiasi impianto, dalla radiolina mono casalinga all'impianto Hi-Fi di lusso.
Questa caratteristica però è un'arma a doppio taglio: molti trovano l'utilizzo prolungato stancante e affaticante per le orecchie. Per questo non fanno per tutti.
La risposta in frequenza delle Yamaha NS-10
Non hanno un piacevole o bel suono ma è risaputo che "se il mix suona bene sulle NS-10, suona bene dappertutto!". In realtà è molto difficile controllare la gamma bassa che, mentre anni fa non era riprodotta da tutti gli impianti, oggi è presente anche negli impiantini per computer più economici, venduti quasi sempre assieme ad un piccolo sub. Per questo motivo molti oggi le usano accoppiate ad un subwoofer. Anche in gamma altissima mancano delle informazioni, ma questa è una pecca minore visto che solo gli impianti più belli e costosi possono riprodurre correttamente questa gamma.
Le Yamaha NS-10 rappresentavano e rappresentano tuttora l'impianto medio del pubblico ed essendo presenti in praticamente tutti i più utilizzati studi di registrazione del mondo, sono presto diventate uno standard sicuro per tutti i mixing engineers, che potevano spostarsi da uno studio all'altro avendo sempre un riferimento conosciuto.