di redazione [user #116] - pubblicato il 24 febbraio 2017 ore 15:00
Nello showroom di Lucky Music abbiamo messo alla prova la Eko Mia dodici corde, della serie Evo che raccoglie l’esperienza dei primi strumenti inseriti a catalogo nel 2009 migliorandoli e rendendoli ancora più performanti. L’abbiamo messa nelle mani di Paolo Antoniazzi.
Le Eko Mia sono strumenti che conosciamo bene. La versione a 12 corde mantiene intatte le caratteristiche della serie originaria, senza ritoccare troppo il prezzo di mercato, ma allo stesso tempo migliorandola con dei dettagli fondamentali a partire dal top in cedro massello che ha una risposta diversa dall’abete, soprattutto nell’attacco e sulle basse frequenze. Fondo e fasce sono in palissandro, ma laminato.
Al body è saldamente incollato il manico in mogano selezionato, connesso con un neck joint in grado di trasmettere al meglio tutte le vibrazioni alla cassa armonica. La risposta di quest’ultima è stata ulteriormente migliorata rivedendo gli spessori sia delle tavole che delle fasce. In questa maniera si ha tra le mani uno strumento in grado di trasmettere un miglior feeling al musicista grazie alle aumentate vibrazioni e alla migliore risposta timbrica.
La tastiera a 20 tasti è in palissandro, così come il ponte con selletta in osso compensata. Non ha segnatasti frontali, giusto la M al dodicesimo tasto, mentre sulla cassa troviamo binding in acero sia attorno al top che al fondo, dando alla Mia un aspetto curato ma allo stesso tempo semplice.
Pur essendo una dodici corde la Mia non impegna eccessivamente la mano sinistra. Le corde sono sufficientemente ravvicinate e lo spessore del capotasto non risente del raddoppio delle corde. La cassa, seppur sottile, è abbastanza grande e riesce a restituire una buona dose di basse, anche se avere a che fare con il doppio dei cantini rende inevitabilmente tutto più bright. La voce della Eko si fa sentire, ha un ottimo volume, anche se non è esagerato. Sa farsi sentire, ma ha una leggera tendenza a far risaltare il suono delle corde più che quello dei legni. Questo è sicuramente dovuto alla freschezza dei legni che hanno bisogno di stagionare ancora un po’. Le dodici corde sono perfette per lo strumming e la Mia non è da meno. Mette in campo da subito un sound ricco, con delle buone armoniche, aumentate ulteriormente dal maggior numero di corde.
La 018 è anche molto comoda. Le dimensioni sono perfette per non affaticare. È leggera e nonostante il palettone e le dodici meccaniche è ben bilanciata. Il manico sottile con il cutaway profondo è comodo e veloce, anche se su strumenti del genere non è la caratteristica più importante da trovare.
È dotata di un sistema di amplificazione sviluppato da Eko con Fishman. Il Presys Blend 301 è dotato di tutti i controlli utili su uno strumento acustico. Oltre al volume e l’inversione di fase, abbiamo a disposizione un notch filter e un controllo per la brillantezza, denominato brilliance.
Collegando il cavo ritroviamo subito le caratteristiche che ci hanno fatto apprezzare la Mia unplugged. Si perde un po’ di aria nel timbro ricavato dal piezo, ma allo stesso tempo si recuperano un po’ di basse frequenze che sono le benvenute. Il controllo brilliance è una sorta di bright, ma va usato con parsimonia su una chitarra del genere.
La Mia 018 XII è una dodici corde che ci ha lasciato piacevolmente impressionati tanto per la comodità che per la resa timbrica. Siamo sicuri che stagionando un po’ non potrà che migliorare ulteriormente. Viene offerta a un prezzo di 500€ circa, in linea con strumenti della stessa fascia, ma da cui la 018 si differenzia grazie a dettagli curati e un sistema di amplificazione efficace.