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Pronti in 15 minuti per migliaia di persone: Valter Vincenti racconta il live nei festival
Pronti in 15 minuti per migliaia di persone: Valter Vincenti racconta il live nei festival
di [user #116] - pubblicato il

Valter Vincenti è un chitarrista esperto nel duro campo dei grossi festival, dove numerose formazioni si danno il cambio in tempi rapidissimi e tutto il rig deve entrare nella custodia della chitarra. In partenza per il tour mondiale di Alborosie, ci racconta il suo lavoro.
Non tutte le grandi produzioni musicali sono strutturate in modo tale da consentire tempi comodi e la calma necessaria per dedicarsi come si vorrebbe alla cura del suono e dello spettacolo. Se nell'immaginario generale i musicisti che riempiono le piazze sono trattati come star e hanno schiere di roadie pronti a supportarli nel montaggio della strumentazione e nella relativa cura del suono per il concerto di quella sera, la realtà a volte può essere ben diversa.
Valter Vincenti è un chitarrista dal curriculum ricco come pochi e con una specializzazione particolare: da tempo affianca il cantante Alborosie in studio e sul palco, per lo più in concitati festival dove l'organizzazione ha ben poco a che vedere con le prassi più rilassate dei concerti di artisti singoli. Quando molte band si danno il cambio su un palcoscenico in poche ore, tutto deve filare liscio e rapido, senza troppe complicazioni e senza tanti complimenti. Lo spettacolo deve procedere senza intoppi, i musicisti devono essere sfavillanti e devono riuscire a dare il meglio subito, affidandosi a strumentazioni ben studiate per essere minimali ma efficaci al tempo stesso.
Proprio in questi giorni, Valter si appresta ad affrontare un impegnativo tour mondiale con l'artista reggae, e noi lo abbiamo intercettato per curiosare nella sua fase preparatoria al tour.

Pronti in 15 minuti per migliaia di persone: Valter Vincenti racconta il live nei festival

Accordo: Mentre i lettori vedranno queste righe, probabilmente, sarai dall'altra parte del mondo. Un tour del genere deve essere impegnativo, c'è una routine con la quale ti prepari fisicamente e mentalmente a affrontare lavori simili?
Valter Vincenti: Ciao amici di Accordo, quest’anno a differenza dell’anno passato dove abbiamo fatto due mesi interi di prove (in Jamaica) e dove la concentrazione sui brani e sulla scaletta del tour è stata veramente impegnativa soprattutto a livello di memoria dato che i brani sono praticamente tutti collegati (e con bpm molto diversi tra loro), quest’anno è tutto più leggero visto che lo spettacolo è ormai collaudato (70 date nel 2016) per cui direi che una preparazione vera e propria non c’è se non quella di ripassare bene la scaletta! Fisicamente direi che non faccio niente di particolare se non fare attenzione all’alimentazione per non appesantirmi troppo.

A: Parliamo di strumentazione. Che chitarre avrai con te? Come ti comporterai con l'amplificazione?
VV: In tour come questi dove si suona principalmente nei grandi festival troviamo tutto sul posto, c’è una richiesta materiale a inizio tour per ciò che riguarda gli amplificatori dove segnalo due o tre modelli di riferimento, anche se fino ad ora ho sempre trovato il classico Fender Twin. Io porto solo gli strumenti personali, cioè chitarra e pedaliera.
Quest’anno sono molto felice di aver trovato tutti partner italiani per le chitarre mi sono affidato a Eko con un modello Aire relic fiesta red dove ho montato dei pickup Cesarini C-shapely che già montavo lo scorso anno perché hanno la voce che mi appartiene. Ho iniziato anche una bella collaborazione con IQS per le corde che trovo veramente interessanti, poi dulcis in fundo la pedaliera che mi ha assemblato CostaLab che è veramente spaziale pure essendo micro!

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A: Abbiamo dato un'occhiata alla tua pedalboard, ed è davvero minuscola. È per viaggiare più comodo o ci sono altre ragioni?
VV: Come vi dicevo ho chiesto a CostaLab la possibilità di avere una pedalboard minuscola proprio per il motivo che avete detto. Questi tour prevedono spostamenti enormi, moltissimi aerei, sleeping bus eccetera. Si viaggia moltissimo e spesso le date sono una dopo l’altra in posti molto lontani fra loro. Costantino di tutta risposta mi ha realizzato la pedaliera che vedete in foto dove ha montato l’essenziale senza rinunciare a un suono gigante.
Provando tutta la produzione CostaLab mi sono affidato al Bad Angel (del quale mi sono letteralmente innamorato) che copre veramente tutte le esigenze per ciò che concerne la distorsione passando tranquillamente da un crunch leggero fino ad arrivare a una saturazione potentissima e piena di armoniche, e al Twin Compressor con le due possibilità di compressione (Ross e Dyna) che utilizzo prevalentemente per le parti ritmiche e di walking bass ma anche come boost quando mi serve ulteriore spinta. Il tutto è condito da un wah e un phaser Mooer che essendo appunto piccolissimi occupano uno spazio ristretto. Completa il tutto un delay artigianale con tap (fondamentale per il reggae) sempre di dimensioni ridottissime. Considerate che la mia richiesta è stata quella di voler far entrare la pedaliera nella tasca della custodia, e CostaLab c’è riuscito! Aggiungo che la cura nel cablaggio fa sì che non esiste assolutamente nessun rumore di fondo o ronzio. Silenziosissima!

A: In pedaliera hai preferito quasi tutti pedali mini, tranne due CostaLab a piena grandezza. Entrambi sono deputati in un certo senso alla gestione delle dinamiche. Perché questa precisa scelta?
VV: Qualcosa l’ho già descritta nella domanda precedente, il phaser lo utilizzo su due brani e con parsimonia per cui non ho bisogno della super macchina, il delay suona bene pur essendo micro ma le due cose alle quali non ho voluto rinunciare sono appunto le distorsioni (ho molte parti solistiche) e la presenza e la dinamica nei clean. Potrei rispondere "toglietemi tutto ma non i miei CostaLab"! Scherzi a parte, dopo aver provato quei prodotti me ne sono veramente innamorato, per cui per sintetizzare posso rinunciare all’alta qualità sulle modulazioni, ma non sulle distorsioni e sulle dinamiche.

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A: So che sui palchi dei grossi festival i tempi di montaggio, smontaggio e check sono completamente diversi dai concerti tradizionali, dove la tua strumentazione viene preparata durante il giorno in tutta calma. In condizioni del genere bisogna avere "mestiere" e ho la sensazione che la gavetta conti molto per farsi trovare preparati. Mi racconti in cosa consiste?
VV: Nei grossi festival dove gli artisti si susseguono l’uno dopo l’altro spessissimo non si fa il soundcheck ma soltanto il linecheck del tipo: ok, funziona tutto? Via, 1, 2, 3, 4 e si parte. Vero è che ci sono sempre minimo tre palchi su ruote pronti, per cui mentre si esibisce un artista dietro si monta il palco dell’artista successivo quindi il cambio è rapidissimo, di solito 15 minuti tra uno show e l’altro.
La gavetta fatta e l’esperienza ti insegnano intanto a essere calmo, perché lì sopra sei circondato da 30/40 persone che come delle saette smontano e montano alla velocità della luce. Io personalmente devo solo collegare un cavo all’ampli e sono a posto! La vera problematica è che non sempre trovi un monitoraggio buono o come lo vorresti. Sono capitate anche date dove proprio per il fatto che tutto va di corsa magari il tuo monitor lo vedi lontano in un angolo del palco e capisci che per chissà quale motivo non è stato montato! Per cui, un bel respiro, un bel sorriso e suoni.
Io penso che prima delle tue esigenze di musicista ci siano quelle del pubblico che è venuto per divertirsi, pagando un biglietto per ascoltare l’artista e di fatto anche te che stai suonando, quindi dal mio punto di vista quello che tu chiami “mestiere” per me equivale ad aver dato il massimo anche in condizioni non ottimali cercando di non pensarci e di divertirti anche tu con il pubblico.

A: La tua carriera è costellata anche di innumerevoli lavori in studio. Se fossi costretto a scegliere tra questi impegnativi tour in giro per il mondo e la comodità di una sala di registrazione, a cosa rinunceresti?
VV: A niente! Farei esattamente quello che sto facendo: sei mesi in tour e sei mesi in studio. Ma, se fossi proprio costretto, credo che non potrei rinunciare al tour. Per citare una canzone di Fossati che dice "un comandante per quanto giovane dovrebbe stare in mare", a mio avviso un musicista per quanto giovane dovrebbe stare su un palco!
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Link utili
Sito Valter Vincenti
Sito Costalab
CostaLab Bad Angel
CostaLab Twin Compressor
Liuteria Cesarini
IQS Strings
Eko Aire Fiesta Red
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di Sparklelight [user #41788]
commento del 13/04/2017 ore 14:37:55
Articolo davvero interessante, ricco di aneddoti e spunti, grazie a Valter Vincenti.
Rispondi
di CriRock [user #6109]
commento del 13/04/2017 ore 15:19:14
Sarebbe interessante capire come viene alimentata la pedaliera. Credo che, in caso di alimentazione a rete, servano i più svariati adattatori in base al paese in cui si sposta il tour.
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di massisv [user #8196]
commento del 13/04/2017 ore 15:51:02
Interessante! Ma il delay che modello è? Chi è il costruttore?
Rispondi
di redcapacci [user #33920]
commento del 13/04/2017 ore 18:31:4
Il costruttore è JD Stomps, mentre il modello non te lo saprei dire, quello più simile è il tap-a-lay-a delay però è leggermente diverso
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di Claes [user #29011]
commento del 13/04/2017 ore 16:58:36
VV VV! Commenti a casaccio: ---> un musicista per quanto giovane dovrebbe stare su un palco!
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di coprofilo [user #593]
commento del 13/04/2017 ore 19:57:54
Articolo interessante, soprattutto per chi si porta sempre in giro un arsenale infinito. Poca roba ben studiata, problemi ridotti al minimo e rapidità di collegamenti. Ho provato anch'io a farmi una minipedaliera che si infilasse nella custodia ma ho la tasca troppo bassa... I festival sono un'ottima scuola, poche menate e via a suonare.
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