di redazione [user #116] - pubblicato il 19 giugno 2017 ore 12:00
Gianluca Ferro é un chitarrista che sta ottenendo buoni riconoscimenti a livello internazionale. Merito di una scelta artistica diretta e senza compromessi che gli ha permesso di ritagliarsi un suo spazio nel circuito musicale estremo dove convivono shred, fusion, djent e sperimentazione. Lo incontriamo per tornare a parlare del suo ultimo disco "A Hole in The Ocean", di registrazioni, progetti e integrazione tra tecniche.
Le sonorità del tuo disco sono molto moderne, non facili da catalogare...
Volevo sperimentare con tessiture armoniche e scale diverse, cercando soluzioni per me nuove, talvolta più scure e dissonanti; ma non volevo però rinunciare ad una buona dose di melodia. Questo è un disco più "accordale" rispetto ai miei precedenti: praticamente ogni brano è costruito attorno a lunghe sequenze di accordi che si snodano attraverso scale diverse e continue modulazioni.
Proprio queste sequenze di accordi colpiscono per le sonorità particolari, spesso estreme.
Ho utilizzato accordi provenienti da scale meno utlizzate come la doppia armonica oppure la scala aumentata, credo che questo rifletta una sorta di ricerca rivolta al mondo musicale asiatico ed orientale rafforzata anche dall' uso di scale pentatoniche e modi giapponesi come la scala Hirajoshi. Volevo un disco che rappresentasse un' idea di "viaggio", attraverso mondi musicali e culture lontane.
Anche dal punto di vista ritmico avevi le idee così chiare sulla direzione da prendere?
Dal punto di vista ritmico c'è stata una grande ricerca: ho esplorato moleplici soluzioni polimetriche e impiegato poliritmi e temi dal sapore zappiano.
Ti sei occupato tu della registrazione delle chitarre?
Le chitarre sono state registrate tutte nel mio home studio con dei plugin e poi sono state "reampate" attraverso amplificatori veri al Blue Velvet studio di Legnano con Andrea De Bernardi che si è poi occupato del mix. Io ed Andrea, che collaboriamo da anni, abbiamo sviluppato questo sistema molto pratico, che mi consente di buttare giù le idee senza dovermi preoccupare troppo del suono e di poter poi dedicare alla ricerca sonora, tutto il tempo che ci occorre in studio.
Quindi, quando registri nel tuo studio sei unicamente concentrato sull'esecuzione?
Esatto: questo metodo di lavoro, oltre a farmi risparmiare tempo, mi permette di non dovendo far convire necessariamente il momento creativo e quello tecnico delle riprese!
Raccontaci cosa hai utilizzato per il reamp...
In studio, abbiamo utilizzato per tutte le ritmiche (eccetto per la Bonus Track Giapponese, per la quale abbiamo usato il Multiamp della Dv Mark) una testata EVH 5150 con cassa Omega; due microfoni a condensatiore e un SM57, tutti collegati ad un raro preamplificatore della Calrec che risale a metà anni '70. Per gli assolo abbiamo usato una testa Blackstar HT100 ed un Overdrive Providence. Gli effetti sono stati agiunti tutti durante il mix.
In alcuni assolo la pasta di suono della chitarra ricorda quella di un synth...
Volevo che la chitarra suonasse moderna e futuristica e, possibilmente, a tratti persino poco chitarristica. Per questo abbiamo usato L' Octavox della Eventide in alcuni assolo per farli suonare proprio più sintetici.
Per chi viene dagli standard di suono metal legati al thras - dai Pantera e Metallica per intendersi - non è immediato trovare una giusta Eq sulle chitarre a sette e otto corde...
Ho sperimentato tanto con suoni per la ritmica e le chitarre a 8 corde, per il mio gusto personale la chiave sta nel trovare delle frequenze mediobasse percussive ed aggressive. Negli anni '90, per avere un suono gigante si tagliavano i medi, il classico suono "scooped" con bassi potenti e frequanze alte vetrose e graffianti. Proprio come nei dischi di Metallica, Pantera... Con l' avvento del downtuning è spesso necessario compensare adeguatamente il livello dei medi, in particolare delle medio basse perchè con accordature gravi, come nella 8 corde c'è il rischio di ottenere un suono poco definito nel mix, che risulta sgonfio e privo di focus. Per questo. prediligo amplificatori Hi-Gain di matrice USA come Peavey, Randall o Mesa... Anche ora, che sto utilizzando il Multiamp Dv Mark, mi affido principalmente alle emulazini di Peavey 5150 e Bogner Ecstasy.
In questo album in che direzione tecnica è andato il tuo playing?
Credo che la parola chiave di questo disco, sotto il profilo tecnico, sia integrazione, ovvero lo sforzo di combinare tutti gli aspetti del mio playing (tapping, legato, hybrid picking...) in una formula più organica, coerente, al servizio della musicalità. Certamente c'è ancora molto da fare, ma sento che questa direzione è quella più giusta per me in questo momento!
Spiegaci più nel dettaglio questo sforzo...
Ho cercato di integrare la mia passione per la tecnica del tapping e la ricerca di sonorità fluide con una maggiore ricerca in termini fraseggio. Ho cercato di sviluppare frasi che combinino arpeggi di settima e di nona, legato e passaggi cromatici, sforzandomi di evitare di suonare troppe note nella medesima direzione. Ho lavorato molto sui chord changes e, nell' ambito di questa ricerca sul fraseggio, ho riconvertito alcune idee tecniche come economy picking, hybrid picking, legati in frasi più articolate, meno veloci magari, ma possibilmente più interessanti da ascoltare! Anche l' impiego di scale differenti penso sia servito a garantirmi maggior varietà in termini di frasi e melodie.
Progetti attuali e futuri?
Questo è stato un anno intensissimo sotto il profilo live. Dopo il tour di clinic con Isao Fujita a novembre, abbiamo fatto un piccolo tour negli Stati uniti che ci ha visti al NAMM di Los Angeles e poi ad Austin e Houston. Ho una serie di date in Italia e ora, mentre rispondo a questa intervista, sono in Giappone per il terzo tour. Appena tornerò, Nick Pierce (batterista degli Unearth) mi raggungerà in Italia e faremo due date: al Legend 54 il 27 Giugno e Dissonance Festival il 2 Luglio. Inoltre, faremo una clinic vicino a Monza (Rock On Studio a Bovisio Masciago il 1 Luglio) e soprattutto registreremo del materiale nuovo per il nostro progetto Breath Of Nibiru! Infine, questa estate vorrei lavorare ad un nuovo progetto, più ambient e fusion, conbiando ritmiche possenti, armonie visionarie e molta improvvisazione. A Settembre poi torneremo in Inghilterra per alcune date!