La notizia è di quelle che scuote, forte: Chester Bennington, iconico frontman dei Linkin Park, si è suicidato. Soffriva da tempo di depressione, con alle spalle una dura storia di droghe e un'infanzia difficile. Lascia sei figli avuti da due mogli e una band sulla cresta dell'onda, impegnata proprio in questi mesi in un fitto tour e reduce dal successo dello scorso 17 giugno all'Autodromo di Monza, davanti a 80mila persone.
Con 10 milioni di copie vendute dell'album Hybrid Theory, che ha segnato il loro debutto nel 2000, i suoi Linkin Park hanno gettato le basi del nu metal. Tra le numerose collaborazioni, Chester aveva militato per due anni anche negli Stone Temple Pilots.
Chester era un intimo amico di Chris Cornell, a cui aveva dedicato anche una lettera aperta su Twitter quando, il 18 maggio scorso, decise di porre tragicamente fine alla propria vita. Chester ha scelto il giorno che sarebbe stato il 53esimo compleanno del cantante dei Soundgarden per seguire la sua stessa sorte. È stato trovato nella sua casa californiana da un suo collaboratore, impiccato, mentre la famiglia era fuori città.
Vicky, la moglie di Chris, è stata tra i primi a dedicargli un pensiero: "Proprio quando pensavo che il mio cuore non potesse spaccarsi di nuovo. Ti voglio bene".
Mike Shinoda, voce rap dei Linkin Park, ha commentato: "Scioccato e col cuore a pezzi, ma è vero" e promette una dichiarazione ufficiale della band al più presto. |