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GPCXAE una Martin in bianco e nero
GPCXAE una Martin in bianco e nero
di [user #116] - pubblicato il

La X Series è per Martin un ibrido tra entry level e strumenti all’avanguardia. Per la costruzione della GPCXAE, infatti, niente legni masselli, ma metodi costruttivi particolari, per un sound di qualità ad un prezzo contenuto.
La GPCXAE è una chitarra particolare a partire dal look. Il nero opaco copre praticamente tutto lo strumento, arrivando dal ponte fino alla paletta. Un colore particolare (su cui è impossibile non lasciare ditata tra l’altro) che copre un altrettanto particolare scelta di legni. La cassa è interamente realizzata in HPL, high pressure laminate, in questo caso denominato Jett Black. Questo materiale ha poco a che vedere con la classica accoppiata abete mogano o abete palissandro, ma il risultato timbrico può lasciare piacevolmente stupiti. Anche il manico abbandona il classico pezzo di mogano per un più bizzarro Black Birch Laminate, anche qui niente massello, ma listelli di legno incollati trasversalmente e sagomati fino ad avere il profilo a C leggermente più sottile denominato Performing Artist. 

La tastiera è in Richlite, una resina nera, molto compatta molto simile all’ebano, stesso materiale usato anche per il ponte che ospita dei pin neri, tanto per non lasciare nulla al caso. L’osso compensato in Black TusQ, così come il capotasto completano la scheda tecnica per quanto riguarda le parti in legno (o quello che è insomma) mentre per l’elettronica come spesso accade Martin si è affidata a Fishman. Montato direttamente nella fascia superiore troviamo la piastra controlli con l’accordatore integrato da cui possiamo intervenire tanto sull’eq quanto sul notch filter e il volume. 

GPCXAE una Martin in bianco e nero

La scelta di utilizzare materiali non convenzionali sulle prime lascia un po’ destabilizzati, soprattutto quando si imbraccia lo strumento e l’unica cosa che si riconosce di tradizionale è la scritta sulla paletta. Il peso è quello che ci aspettavamo, non molto più leggera di un’acustica in legno massello. Le dimensioni sono comode, da seduti non si fatica a muoversi per tutto il manico, così come in piedi la GPC risulta ben bilanciata. Il manico zebrato è comodo e la spalla mancante ampia quanto basta per raggiungere l’ultimo tasto con facilità estrema. 

La cassa tondeggiante è perfetta per un po’ di strumming e non ci facciamo scappare l’occasione di grattuggiare per bene un Dunlop da 0,88mm. I cantini sono rotondi brillanti ma senza eccedere. I bassi, nonostante abbiano un’ottima presenza, sono un po’ poco definiti, tendono un po’ a ingolfarsi. Questo quando si strumma non si nota tantissimo, ma si avverte con più decisione quando si passa al fingerstyle. In questo caso è bene bilanciare melodia e note gravi così che questa possa emergere. C’è da dire che nonostante manchino un po’ di definizione i bassi hanno un volume davvero elevato che può essere sfruttato alla bisogna. 



La GPCXAE è una Martin particolare, realizzata con materiali particolari e tecniche diverse dal solito. Questo gli vale un prezzo al ribasso, ribasso per quanto la scritta sulla paletta possa permettere. Per portarsi a casa questa acustica dal piglio moderno bastano 890€ circa. Un prezzo che può sembrare un po’ alto, ma che rispetto alle altre chitarre dello stesso brand è decisamente più accessibile. Una prova la merita di sicuro, potrà lasciarvi davvero sorpresi.

Martin è un marchio distribuito da EKO Music Group
chitarre acustiche gpcxae martin
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di warburg [user #43590]
commento del 01/08/2017 ore 09:30:21
Non per ripetermi, ma a quel prezzo compri, e te ne avanza, una splendida e "genuina" Seagull in massello: provare per credere :)
Onore a Martin, naturalmente, ma perché pagare il marketing?
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di dale [user #2255]
commento del 01/08/2017 ore 09:47:34
Agghiacciante negli intenti, chissà nei suoni.
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di Lucifer [user #46960]
commento del 01/08/2017 ore 10:01:58
Che spavento... Per un attimo avevo creduto che avessero fatto una chitarra per i "gobbi"! :)
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di LuckyPierluigi [user #40183]
commento del 01/08/2017 ore 12:55:16
Richlite: 65% carta e 35% resina fenolica, molto simile all'ebano. Un po' come dire " Bistecca al Bostik: 65% ossa di quadrupede e 35% Bostik, molto simile alla Chianina".
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di ADayDrive [user #12502]
commento del 01/08/2017 ore 14:26:13
Mi sembra un giudizio un po' affrettato, ed oltretutto il paragone non è affatto calzante. Ed inoltre, avendo una chitarra con tastiera di materiale sintetico (seppur non sappia quale) posso affermare che feeling, granularità e resistenza sono migliori delle tastiera in legno di altre mie varie chitarre.
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di Tubes [user #15838]
commento del 01/08/2017 ore 15:27:31
Aldilà dei giudizi sui materiali similari al legno che possono lasciare il tempo che trovano, nel senso che ci riconosco un pò l'eterna diatriba tra digitale e analogico, quello che non mi convince è che se decido di entrare nel mondo Martin lo devo fare con una chitarra che risponda alle caratteristiche di una Martin e questa,semplicemente, non lo è . Un brand del genere non dovrebbe aver bisogno di far cassa con sperimentazioni,peraltro lecite e portatrici di caratteri evolutivi nel mondo della strumentistica musicale, che può e deve lasciare a produttori meno blasonati . A questo prezzo trovo milioni di chitarre che mi daranno sicuramente delle sensazioni più reali, perchè quando si parla di chitarra acustica la già rigida scala di valori di scelta di un appassionato si fa ancora più selettiva . Insomma Martin dovrebbe fare quello che sa fare ; per inciso non mi piacciono neanche tutti i loro modelli entry level con dei legni e finiture veramente economici . A questi livelli ci sono fior di scelte alternative , d'altronde non si è (ancora) vista una Ferrari con impianto a GPL .
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di Quick utente non più registrato
commento del 01/08/2017 ore 17:36:08
Così a naso ogni scelta costruttiva di questo modello mi sembra votata a contenere il prezzo finale. L'impressione è che si paghi soprattutto il nome sulla paletta. Poi sicuramente avrà un timbro tutto suo, più o meno bello e più o meno utilizzabile, ma mi dà l'impressione del "vorrei ma non posso". La concorrenza in questa fascia di prezzo è molto agguerrita e propone chitarre spesso di fattura ottima e realizzate con materiali molto buoni. Non credo diventerà un best seller del marchio.
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di telecrok [user #37231]
commento del 02/08/2017 ore 10:38:23
Ma perché fanno certa roba? Perché ne sentono il bisogno? Forse anche loro vogliono ardentemente sputtanarsi, è la moda del momento.
auguri.
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di mi_diverto utente non più registrato
commento del 02/08/2017 ore 21:36:37
Vi consiglierei di provarla prima di sparare a zero.
Ho una LX1E Ed Sheeran, non mi andava di portarmi in giro la D28.
Piccolina, comoda, resistente ai feedback quanto basta e se devo essere sincero sotto al palco non hanno mai protestato perché non è una "vera" Martin.
Siamo affezionati al legno, ma dal vivo, passando il piezo attraverso una DI non noto grandi differenze con la sorella maggiore. Certo suonando con gli amici senza elettrificarla il confronto non è possibile, ma a parità di prezzo l'ho preferita a Seagull, Baby Taylor e Takamine.
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di telecrok [user #37231]
commento del 03/08/2017 ore 11:11:37
Il mio commento va al di là delle tue pur giuste e puntuali considerazioni, io sto parlando di difesa di un marchio, di una tradizione, di una giusta fama faticosamente raggiunta in 100 e più anni di storia.
Per strimpellare sul treno, in viaggio con gli amici senza patemi ci hanno già pensato Taylor e altri, perché anche Martin sente lo sfrenato bisogno di inserirsi in questa misera fetta di mercato?
Ce ne già tanta di roba in giro, sarà la moda del momento come ho già detto ma disperde capitali e fatica con il pericolo di generare i soliti sospetti, democratizzazione di un livello qualitativo o mossa per riempirsi le tasche con poca spesa, pescando qua e la nei magazzini in cerca di scampoli legnosi da utilizzare diversamente dalla solita stufa?
Marchi che stanno sul gradino alto non devono scendere a compromessi oltre un certo limite, forse non se ne rendono conto, hanno già fatto molte concessioni con la produzione standard, attuando queste strategie rischiano di essere considerati e pensati "come gli altri".
Va be che ormai a questo mondo l'omologazione generalizzata sembra essere il nuovo credo vincente ma qualcuno si deve ribellare, rinunciare.
Poi facciano come vogliono, per quanto mi riguarda sto perdendo la stima ed il rispetto che avevo nei loro confronti, non è snobismo bada, è la consapevolezza amara di quanto accade un po' in tutte le faccende della vita odierna, produrre, produrre, crescere, crescere
Sto andando OT chiedo scusa.
Ahhh aggiungo che oltretutto è veramente brutta ma brutta.
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di alc1955 [user #43062]
commento del 03/08/2017 ore 16:14:47
Mi sembra una bella chitarra da palco rock di un certo tono... :-) Me al di là delle scelte estetiche, che la indirizzano verso certe mani, non sottovaluterei la ricerca di Martin sui materiali. Certo, potessi scegliere, mi piacerebbe avere una Martin su un modello degli anni '20, in palissandro brasiliano, abete rosso, abalone, tastiera d'ebano e ponte non in legno, ma in avorio... Anche spendessi mezzo milione per farmela fare, i Carabinieri Forestali me la sequestrerebbero in dieci secondi. E neppure è detto che col palissandro indiano o il mogano d'ora in poi si possa viaggiare liberamente. La ricerca sui materiali di Martin ha come fine la conservazione di un suono: a materiali nuovi corrispondono tecniche costruttive nuove e aggiornate in funzione della riprodizione di un certa tinta sonora... E' qui che sta il difficile: rendere il vecchio col nuovo, il classico col moderno. E questa ricerca la possono fare solo i grandi, Martin prima fra tutti.
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di marcoguitar [user #15320]
commento del 04/08/2017 ore 12:28:03
In sintesi: andremo nella direzione di chitarre senza legno o con legni tipo polli d'allevamento senza grandi qualità. Tra qualche anno sarà ancora peggio. Abbiamo la fortuna di avere ancora un po' di tempo per comprare qualche chitarra in legno vero prima che diventi illegale (come andare in pensione in Italia). E' inutile incazzarsi con la Martin (e la Gibson) tanto fanno come vogliono, il mondo va in quella direzione, non dimenticate che sono aziende americane e in America hanno eletto Trump e scuociono gli spaghetti, non sono come noi, loro la pensano diversamente . Rassegniamoci allo stratabond e al richlite. Per la cronaca la Sigma 000R 28VS che ho comprato per il mare è a tutti gli effetti una Martin 000 di una volta ( a parte le fasce), costa 500 euro e suona identica alla mia vera (e incommensurabilmente meglio delle varie serie Martin di legno farlocco) Vi consiglio di prenderla prima che smettano di fare anche questa. La domanda è: meglio una Martin di legno finto o una sua copia di legno vero senza la scrittina? Sta a voi. Fate presto.
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