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A&R e case discografiche: il complesso lavoro dell'Artist & Repertoire
A&R e case discografiche: il complesso lavoro dell'Artist & Repertoire
di [user #29011] - pubblicato il

Claes cura relazioni con gli artisti per le case discografiche. I suoi aneddoti celano insegnamenti per chiunque voglia intraprendere il percorso artistico.
A&R sta per quello che in lingua italiana è il Direttore Artistico di una casa discografica. Artist & Repertoire riflette però meglio quale ruolo si ha. "Arte" con la A maiuscola non ha però a che fare col lavoro quotidiano di un A&R.

Si comincia verso le otto per i primi arrivati e i ritardatari, beh... arrivano più tardi. No problem. Si è accumulato un bel po' di posta, e dato che non vi sono drammi in giro, si va a vedere cosa c'è. Un cumulo di demo da tutte le parti, di tutti i generi ti aspettano. OK, si comincia. Molte sono le demo che vengono scartate nel giro di venti secondi e quelle poche rimaste sono da riascoltare leggendo le informazioni mandate e guardando foto. Ti capita sottomano una ragazza da fotomodella (basta trovare un producer) - una band brava (c'è da convincerli di adattarsi al vedersi affibbiati un producer) - una band di folli che già ha un seguito underground (faranno esattamente quello che vogliono). Ah, c'è anche uno che vuole cambiare casa discografica (è da analizzare il perché e il potenziale futuro riferito alle ultime cifre di vendita, eccetera). La fetta di tempo per talenti da scoprire è minima... è però da lì che i guadagni futuri saranno assicurati.

A&R e case discografiche: il complesso lavoro dell'Artist & Repertoire

Arrivano telefonate e messaggi quasi di continuo con rapporti o domande avendo a che fare con progetti in corso. Certe volte, ci sono solo pochi secondi al telefono per prendere una decisione che implicherà spese extra. E poi riunioni a non finire - "in questo periodo, l'anno scorso le vendite erano del 7,38% meglio di adesso". Noioso. Ci sono poi (per fortuna) meeting con artisti e ospiti dall'estero. Alla sera si rischia di per forza dover essere a un concerto o party. Sfiniti, si arriva a casa tardi ben sapendo che c'è da alzarsi presto.

Pubblicare pezzi su licenza
Richiede di andare in avanscoperta per pescare hit future, seguire le classifiche all'estero, identificare quale casa discografica li controlla - se non una Major da Universal / Sony può comunque darsi che una label sia di proprietà loro.
Eccovi un esempio andato bene: The KLF - Kopyright Liberation Front, il nome rende l'idea di una rivoluzione armata di musica e che firmare un contratto con loro era pericoloso! Non si sapeva cosa ne sarebbe venuto fuori - guerra con il mondo discografico? Flop totale? Sono senza dubbio stati i più apprezzati in ufficio. Prince con "The Most Beautiful Girl In The World" è un caso simile e meriterebbe un capitolo a sé. Per adesso, KLF con "America: What Time Is Love".



E mi direte "ma la musica dov'è?" 
È quel trend che va, che funziona e vende. Si passa da techno a rap senza pensarci. Si rattoppa per innumerevoli Best Of...
In molti casi la carriera di un artista / band è corta. Sono in pochi a perseverare a tutti i costi - Stones e AC/DC sono ottimi esempi, ma di loro hits nuovi non se ne parla, e lo stesso vale per le re-union. Tutto questo non ha comunque interesse per un A&R. Al massimo, per quelli del marketing.
Un aspetto ulteriore è il genere di musica rappresentato dalla casa discografica o da una label Indie. Le multinazionali sono un supermercato e concepiscono poco o niente oltre il marketing, mentre le case indipendenti sanno specializzarsi in generi determinati, però ristretti.

Mega Records
Leila K era l'unica vera artista alla Mega nel senso stretto della parola, fino al suo modo di vivere. Un esempio è "Open Sesame". Da notare è l'uso di sampler per la voce e per la maggioranza della base. Il video è costato meno di niente. Tutti i presenti sono amici a base di discoteche e si sono divertiti a contribuire a qualcosa di strano.
Che sia di inspirazione per voi per fare un video semplice che sembra da big money. Ecco dunque il video.



In questo caso è stato il magico produttore Denniz PoP di Stoccolma a scoprirla e usarla per un paio di hit con Rob'n'Raz, dopodiché la ha proposta alla Mega. A&R convinto all'istante anche per via della musica... e del produttore!

Il mondo discografico internazionale visto da A&R
Paesi e produttori che hanno successo sono un fattore aggiunto e oscillano tra USA, UK e saltuariamente altri Paesi europei. Dall'Italia ho importato Matia Bazar e Sabrina per la Scandinavia. Per via di contratti pre-esistenti non mi è stato possibile lavorare su "I treni di Tozeur" (per me il pezzo #1 in Italia) e poi Alice - cose da hit automatico in Scandinavia ma tutto questo non è stato pubblicato dalle loro multinazionali.
Le mie sconfitte sono di aver avuto un niet perentorio per i Sex Pistols (troppo pericolosi e costavano troppo, £150), Boston ($300) e una band di lesbiche danesi ben presto con super-hit... Mi sono dimesso. Questo era ai tempi in cui ero alla Artist Rec's / edizioni musicali Wilhelm Hansen. Una grossa hit sono stati i Queen e i diritti di edizioni musicali per la Scandinavia.

Il lavoro è anche di avere a che fare con producer, quelli per i video, manager e gente varia. E direttori - bisogna essere diplomatici dato che tutti questi hanno una loro opinione. Certi artisti sono pazzoidi incurabili, altri vanno di tanto in tanto in malora. Ci si abitua - il lavoro non è mai noioso. La vita on the road non è stressante più di tanto per un A&R. Si viaggia in Business Class e con buoni alberghi e ristoranti a disposizione ma non c'è mai il tempo per fare il turista, andare a vedere il Duomo di Milano o l'Arco di Trionfo. Si vedono moltissimi uffici, aeroporti o si aspetta il proprio turno alle prove di uno show in TV.

Artisti e reputazione in ufficio
Avere una buona reputazione e non essere una seccatura giova. Ho una storiella negativa pre-Mega a questo punto. Era con il cantante e paroliere Arthur Stander del gruppo Art Class. Avevamo appena registrato un album per la BMG/Ariola a Monaco di Baviera ed eravamo invitati a un concerto promozionale per una loro band, Grobschnitt. Nel bel mezzo di questo, Arthur mette KO il direttore della promozione. Hanno pubblicato l'album per doveri di contratto e si è venduto (forse) una copia.

Ma come e da dove si parte? 
Non c'è una Università Statale per Direttori Artistici e un qualsiasi diploma di altro tipo quasi non serve per essere assunto - basta sapere parlare l'Inglese e la loro terminologia / slang musicale il meglio possibile. Si arriva un po' per caso, avendo conoscenze nel senso che sono loro a conoscerti. Se poi arrivi a una casa discografica di importanza tutti ti cercano, per cui è facile ampliare il giro. Vi sono però pure A&R da business che non sanno distinguere la differenza tra un accordo minore o uno maggiore.

A&R e case discografiche: il complesso lavoro dell'Artist & Repertoire

La tavolozza musicale
Deve essere estesa, non c'è posto per pregiudizi. Ci sono anche fattori oltre pop normale che chiamerei culturali. Country, blues e reggae ne sono tipici esempi, e in seguito techno e rap. A me è sempre piaciuto interessarmi a un po' di tutto piuttosto che inchiodarmi a un genere fisso.

Sarà, ma come comportarsi in presenza di un famigerato A&R?
Vi arrivano un sacco di domande e dovete rispondere in maniera eloquente senza dilungarvi. È bene prepararsi a rispondere a FAQ in maniera chiara e concisa le prime volte che ci si vede. Dopo, è l'opposto - sarà un A&R a porvi una breve domanda aspettandosi ore di risposte dettagliate e soliloqui da parte vostra senza copione preliminare.

Record del mondo - Virgin Records - è bastato un album
Richard Branson & Mike Oldfield "Tubular Bells" è la fondazione dell'impero di Branson. Virgin Rec's è poi stata venduta e Branson si occupa di altre cose.

A&R numero uno in classifica - Clive Davis
È partito da avvocato e un po' per caso finito in una casa discografica. Da allora in poi, una litania di hit storiche senza fine.
Alla Mega arriva una telefonata. È Clive Davis e dice "siete dunque voi quelli di Ace Of Base?" - era in crociera nel Mediterraneo e "All That She Wants" era la hit del momento in radio.
OK, c'è da fare un contratto con Arista Records per il continente americano più Hawaii e... la prigione USA di Guantanamo a Cuba. Più tardi arriva un ordine perentorio da parte di Clive Davis: registrare un pezzo specifico USA che era altrimenti già stato scartato da Arista. Dopo prolungati nostri dibattiti con Ace Of Base per via dell'origine del pezzo, la mora registra la voce. Il risultato viene mandato a Clive che però replica "I want THE BLOND ONE"!
Ecco un link per "Everytime It Rains" con la blond one ma non c'è un video, dato che è stato solo piazzato da Bonus Track USA per combattere l'importazione di album targati Happy Nation dall'Europa e rititolato "The Sign". Quindi, release da parte della Mega dell'album Happy Nation U.S. Version. Questo è dunque il pezzo in discussione.



Non ha niente a che fare con Ace Of Base a parte la voce! Base incisa a New York, registrazione voce e produzione finale norvegese. Linn la bionda ha ben presto richiesto le dimissioni dal mondo del showbiz per altra ragione: voleva cantare e non andare a dei party o essere pin-up con fotosession e interviste TV ovunque si arrivi. C'è anche stato un caso di ostaggio e tentato omicidio per i genitori e la sorella Jenny. Lei però ha scongiurato un dramma potenziale a voce e l'assaltatrice si è consegnata alla polizia svedese. Da A&R, sono stato svegliato alle tre di notte e sono corso in ufficio per preparare e concordare un comunicato stampa col manager a Stoccolma: cioè, silenzio totale.

Contratti
A parte per allacciarsi le scarpe, serve un contratto per qualunque altra cosa, negoziati protratti e avvocati che di solito non capiscono un'acca di musica. Eccovi un aneddoto riguardo Ace Of Base.
C'è da firmare il contratto di licenza con la Arista. Erano presenti quattro avvocati rispettivamente per Mega Rec's, Ace Of Base, il loro manager, e ovviamente, per Arista Rec's. Dato che c'era da controfirmare, ci sono pure i quattro del gruppo. Tutto era pronto, novanta pagine di contratto già concordate e approvate. Tutti erano pronti per champagne!
Jenny si alza con un perentorio “non firmo un contratto senza averlo prima capito”. Gli avvocati hanno detto “meglio che fai tu dato che capisci cosa c'è scritto”. Subito, un complotto con Jenny: prendere tutto il tempo possibile! Avendo quelle novanta pagine e terminologia da spiegare, è stato facile. Alla fine della session, Jenny si alza proclamando ad alta voce "OK, tough deal but let's sign". Il resto della compagnia era in trauma a quel punto. La lezione è che si deve capire un contratto prima di metterci un autografo.

A&R e case discografiche: il complesso lavoro dell'Artist & Repertoire

Collaborazioni
Un manager è essenziale! Assicura guadagni live di gran lunga maggiore che le royalty discografiche. Le edizioni musicali garantiscono però introiti ogni volta che si suona live o che i pezzi vanno passati in radio e TV. SIAE! Ovviamente solo per pezzi autocomposti.

Conclusione
Quando si vuole contattare un A&R, la documentazione vostra è importante - se avete link è un bonus. Dunque, break a leg (la versione showbiz scaramantica di buona fortuna)!
album musica e lavoro
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di swing [user #1906]
commento del 13/08/2017 ore 16:58:45
Una domanda: dove si manda una demo per farla valutare da un A&R?
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 13/08/2017 ore 18:17:25
Per mandarla si indirizza alla casa discografica con info / foto / referenze. Con una decorazione di una vostra fan sul pacchetto susciterà attenzione da parte della segretaria. In vaga teoria si può mandare un link o allegato ma si perde nel traffico. Serve sapere il più possibile sulla casa discografica del caso. Per cominciare, il nome del A&R.
Rispondi
di fabrimix1 utente non più registrato
commento del 14/08/2017 ore 19:10:09
Grazie. Credo che con questo articolo fai un sacco di chiarezza sul mondo dello show business musicale.
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 14/08/2017 ore 20:24:18
Sempre belli questi tupi articoli, Claes. Che ne pensi del "famoso" articolo di Steve Albini riguardo i conti da fare per una band? Forse te lo avevo già linkato, eccolo vai al link
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 15/08/2017 ore 12:08:26
Grazie per il link! Mi ero infatti perso l'articolo originale e l'esemplicazione USA dei conti fatta da Albini. Quello che però non quadra sono le cifre di anticipo e spese varie per un gruppo al primo album e del tutto sconosciuto! Il difficile è di trovare un avvocato che si intende di contratti music business per artisti e lo stesso vale per il manager. La logica di contratti e conti è differente in Europa. Innanzitutto c'è un mercato in lingua locale e poco spazio per esportazione di artisti locali in lingua inglese (parole, pronuncia). UK/USA/Canada/Australia non hanno di questi problemi ma il resto del mondo ha difficoltà a capire testi in inglese se non di una semplicità abbordabile. Pezzi italiani hanno avuto successo (traduzioni cover) e pure in versione originale anche se nessuno capiva le parole! Un hit ciascuno per Modugno (il sole suo durerà per sempre) e la Cinquetti. Per album Eros Ramazzotti e Matia Bazar. Questi erano su Mega e sono andati bene anche con singoli. Vacanze romane - Ti sento (superhit) - Elettrochoc.
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 16/08/2017 ore 09:32:07
Mi pare che una delle tesi dell'articolo fosse (secondo Steve Albini): occhio agli A&R che vengono magari dal vostro stesso "mondo" (etichette indie, scena underground) perchè anche se possono sembrare sulla stessa lunghezza d'onda stanno facendo un business per una major, con interessi ben diversi (è il loro lavoro). L'analisi è stata scritta in un momento in cui musicisti e addetti ai lavori passavano dall'underground alle major - gli anni 90 del grunge - e tutti cercavano la nuova gallina dalle uova d'oro.

Leggermente off-topic: hai visto la serie "Vinyl"? Anche lì si parla - in maniera romanzata - di label e A&R...
Rispondi
di oscar1965 [user #19484]
commento del 15/08/2017 ore 18:25:10
Anche ill cap. 7 del libro di David Byrn "How the music works" contiene una ottima analisi finanziaria del music business (dal punto di vista USA e nel 2010 circa).
Bell'articolo Claes
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 17/08/2017 ore 15:46:10
È da 3-4 mesi che mi occupo di Ace Of Base e la loro cantante solista Jenny Berggren per una riguardata a contratti con licenziatari in seguito ad acquisizioni di diritti da parte di una delle 2 major. L'obbiettivo è di sondare se corrispondono royalties in maniera adeguata. Per esempio un fabbricante di T-shirts USA che ha pagato zero. Chi ci guadagna sono da sempre gli avvocati...
Rispondi
di psykoguitar utente non più registrato
commento del 18/08/2017 ore 08:25:55
Grazie Claes. Hai una competenza straordinaria. Leggerti mi ha fatto capire alcuni elementi fondamentali del sistema di show business, che normalmente sfuggono ai non addetti ai lavori...
E' effettivamente un mondo complesso, con regole apparentemente incomprensibili, ma che in realtà risponde ad una logica: Far soldi.
Il come, è una questione ingarbugliata, nel quale giocano tanti attori diversi...
Gestire gruppi musicali sembra una partita a scacchi. Con questo articolo hai definito i pezzi sulla scacchiera e qualche regola su come si muovono. Da qui a imparare a muoversi e vincere le partite ce ne passa... è la tua esperienza che fa la differenza.

Ancora Grazie, scrivi in modo molto chiaro e comprensibile.
Spero che scriverai presto altri articoli su questo tema.

Psyk.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 18/08/2017 ore 09:43:14
Grazie Psyk per l'apprezzamento :) Bellissimo quel paragone "pezzi sulla scacchiera" - non ci avrei mai pensato! Sono proprio nel bel mezzo di una partita del genere.
Altri articoli: ho in mente di spiegare qualcosa sulle edizioni musicali e di come funziona il principio del copyright. C'entra un A&R percui mi domando se è più logico continuare su questa pagina o crearne apposta una nuova. Cos'è pratico per voi lettori?
Rispondi
di psykoguitar utente non più registrato
commento del 18/08/2017 ore 09:54:11
Beh, essendo che io non ci capisco nulla di copyright e di edizioni (ad esempio non riesco a capire la logica per cui al musicista, che fa materialmente il lavoro, arrivano solo le briciole dei guadagni e perchè i musicisti si prestino al loro stesso sfruttamento; so però che ai turnisti va pure peggio...), preferirei una nuova pagina per delimitare meglio gli argomenti, ma la mia è solo un'opinione...

Poi, naturalmente, vista la tua competenza, esprimo un desiderio: puoi raccontare cos'è successo davvero quando Mike Oldfield si è irritato con Branson? Perchè due persone che andavano d'accordo hanno iniziato ad odiarsi? é forse Mike che ha un carattere "tosto" ?
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 18/08/2017 ore 14:48:14
Oldfield & Branson: qui serve uno psicologo!!! Pure un indovino... Quello che si è detto nel circolo discografico è stato che Branson ha fatto una fortuna con "Tubular Bells":
Ha fondato e finanziato Virgin Records sulla base di UN album soltanto - i proventi gli hanno dato la possibilità di far partire un impero in cui la musica c'entra poco - quasi nullo il suo ruolo da A&R. Si è detto che Oldfield si è ben presto stufato di tutto questo! E le royalties erano basse di molto. Se Oldfield lascia Virgin Rec's non si porta appresso alcun diritto, ma Virgin deve ad ogni modo pagare royalties pattuite - non si scappa! Qui arriva l'indovino! È però sulla base di esperienze.
Fossi Oldfield, mi sarei detto "ora che sono superstar mi merito un trattamento tale". Insomma, anticipi e royalties in aumento per album, progetti ambiziosi, costosi e che magari non renderanno a chi investe.
Rispondi
di oscar1965 [user #19484]
commento del 18/08/2017 ore 20:34:54
L'art.73 della legge sul diritto d'autore e' stato recentemente modificato. Non sono un esperto ma sembrerebbe una rivoluzione. Non e' piu' il produttore che ha il diritto di riscuotere i compensi, rigirandone una parte agli interpreti e/o esecutori: adesso sono le societa di intermediazione, che li distribuiscono tra produttore, esecutori/interpreti. E la parte riservata a esecutori/interpreti non e' piu "cedibile/rinunciabile" a favore del produttore.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 19/08/2017 ore 13:51:49
Sono andato a vedere l'art 73 e 73 bis, il resto + info SIAE (regole per editori) e IFPI (regole per case discografiche) ma non ho trovato un paragrafo che possa indicare una società di intermediazione come elemento in carica di dorenavanti ripartire royalties per vendite in vece di una casa discografica - una follia! In ogni caso, la più recente modifica al 73 è del 2003 e non lo contempla - dove hai pescato l'informazione del caso? Cmq la legge a cui si riferiscono modifiche e aggiunte data dal 1941 ed è del tutto normale che aggiornamenti di continuo sono dovuti per tenere il music business sotto controllo :)
Questa è la fonte vai al link
Rispondi
di oscar1965 [user #19484]
commento del 19/08/2017 ore 20:28:28
vai al link
forse e' ancora in fase di approvazione? non so Claes, se Google non trova altri riferimenti effettivamente e' strano
Rispondi
di oscar1965 [user #19484]
commento del 19/08/2017 ore 21:27:39
mi sono riletto la mia fonte: e' ancora da fare, avrei dovuto usare anche io i verbi al futuro: "sara' a breve modificato" ecc
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 20/08/2017 ore 11:27:09
OK caro Oscar, hai risolto quello che per me è tuttora stupefacente - ti spiego: per implementare una così drastica modifica ci vuole l'intervenzione + approvo da parte del governo dato che ci vorranno un sacco di nuovi impiegati con equipaggiamento consono e l'approvo IFPI che dovrà dapprima cercare l'approvazione delle case discografiche. E poi della SIAE che deve amministrare il tutto...
Rispondi
di oscar1965 [user #19484]
commento del 09/09/2017 ore 20:52:56
tu non sei piu' in Italia? domenica 17 a questa conferenza dovrebbero parlarne:
vai al link
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 10/09/2017 ore 11:16:03
Grazie grazie tante per il link! Magari ci potessi essere al MusicWall... È in un posto bellissimo :) Esotico e da visitare anche per un produttore di video Heavy Metal! La conferenza di Note Legali deve per forza essere interessante e spero che vi sia un rapporto su Accordo che ne riassumerà gli argomenti trattati. L'iniziativa è una innovazione - mai sentito prima di una cosa del genere!!!
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 01/09/2017 ore 10:07:4
Turnisti un tot all'ora, direttori vari di case discografiche (incluso A&R) a paga mensile hanno royalty ZERO! Questo è per rispondere alla domanda di Psyk. Aggiungo:
Il lavoro del turnista dà una paga saltuaria, un proprio budget di entrate varia di continuo. Vi sono due fattori - il produttore e l'artista scelgono chi chiamare sulla base di una session dove serve un lavoro specializzato. Un producer ha di solito una sezione ritmica con bassista e batterista fidati e l'artista amici che lo conoscono a fondo di cui si fida. Può pure capitare di dovere rimpiazzare un elemento di una band e poi insegnare a chi di dovere cosa si suona live quello che si ha suonato / inventato in studio. Questo può essere un riff determinante per il successo del pezzo... Il riff di "Satisfaction" è quello che lo contradistingue!
Rispondi
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