di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 21 dicembre 2017 ore 19:00
Siamo stati al quasi concerto di addio degli Elio e le Storie Tese, o meglio siamo stati al loro quasi funerale. Quasi solo perché partirà a brevissimo un nuovo tour e li vedremo a Sanremo il prossimo febbraio.
Come celebrare al meglio la dipartita di una delle band che più hanno fatto discutere gli appassionati di musica negli ultimi 30 anni se non con un enorme palco a forma di bara con tanto di corone floreali, registro per le firme e pacchetto di fazzoletti omaggio brandizzati dalla chitarra di Cesareo.
L’intera band in abito scuro, quello delle grandi occasioni, con la fortuna, negata ai più, di partecipare alle proprie esequie come parti attive della cerimonia.
Officiante uno splendido Mangoni, sempre SuperGiovane, sempre peperone, mai affaticato, nemmeno al palo per la pole dance. Grazioso nelle sue tutine che, nonostante gli anni passati, sembran sempre della stessa misura, complimenti!
Un concerto di addio non poteva che ripercorrere alcuni dei più grandi successi della band, che ha fatto scegliere la SCALETTA DEFINITIVA direttamente ai suoi fan con un sondaggio il mese scorso. Il risultato veritiero oppure mediato che sia è stato ben più che soddisfacente, tanto per gli appassionati storici, cresciuti a pane e formaggino quanto per quelli dell’ultima ora che han conosciuto la band milanese solo dopo aver visto Elio ai talent, oppure essersi chiesti chi è il brillante cantante della pubblicità degli Oreo.
Giù il telo e bum! Servi della Gleba con un tiro micidiale, manco fossimo di nuovo nel ’92. 25 anni per aspettare una reazione da Faso, che ormai stufo di una consumata scopa di saggina è riuscito finalmente a chiedere un moccio, più performante, comodo, con cui stendere anche la cera.
Il mantra “ora suoneremo un brano che è da un po’ che non facciamo e non sappiamo perché” accompagna più o meno tutto il live che passa tra Burattino Senza Fichi, Cateto e al grido di SCAARPEEEE La Follia della Donna.
Di gran pregio il medley dance con il corpo di ballo per scaldare il pubblico fin dove l’intervento di DJ Mendrisio, pronto per lo spin off post Elio, ancora non era riuscito.
Per chi ha il palato fine il cameo di Bollani su El Pube ha regalato un’estasi unica, tante note, tanta simpatia, soprattutto nel constatare come per un non precisato giornalista fu proprio lo strepitoso pianista all’età di soli 8 anni a fondare nel 1980 la band che quasi vinse Sanremo 2 volte. Bellissima Cristina d'Avena in abito da sera in una versione quasi surreale di Piattaforma.
Tre ore di musica ininterrotte, una goduria per tutte le 10.000 persone che affollavano il forum chiusi come sempre tra la commozione generale di un Forza Panino urlato a squarciagola sul finale di Tapparella che mette quasi fine al quasi tour degli Elii. Li rivedremo? Sicuramente. Ce ne siamo liberati? Speriamo di no!
Per chi non c’era ecco la scaletta definitiva
1. Servi della gleba
2. Burattino senza fichi
3. La vendetta del fantasma formaggino
4. Cateto
5. La follia della donna (parte I)
6. Fossi figo
7. Essere donna oggi
8. Pipppero® / La visione / Vacanza alternativa / Urna / Discomusic / Born to be Abramo
9. T.V.U.M.D.B.
10. Il vitello dai piedi di balsa
11. Luigi il pugilista
12. Swing Bizzarone (DJ Mendrisio)
13. Piattaforma (feat. Cristina D’Avena)
14. Il vitello dai piedi di balsa reprise
15. El Pube (feat. Stefano Bollani)
16. Uomini col borsello (Ragazza che limoni sola)
17. Gargaroz
18. Parco Sempione
19. La canzone mononota
20. La terra dei cachi
21. Supergiovane
22. Carro
23. Nubi di ieri sul nostro domani odierno (Abitudinario)
24. Tapparella