di redazione [user #116] - pubblicato il 05 gennaio 2018 ore 07:30
Nello studio di Michele ci sono un sacco di oggetti speciali, quasi feticistici. Tra le chitarre, i processori e gli amplificatori trovano spazio i tre pedaloni grigi marchiati Cornish, una garanzia in fatto di effetti. L’NG2 non è una novità, ma non ci siamo certo tirati indietro dal farvelo ascoltare per bene.
L’NG2 è un fuzz ideato per simulare il sound di un ampli pronto per una morte imminente (Imminent Amp Death sul sito del produttore). Grazie ai differenti stadi di cui è composto il circuito si può scegliere quante ore di vita regalare al povero amplificatore ipotetico. Il primo stage è un linear Drive (controllato dalla manopola dedicata) con un guadagno di 26dB. Il secondo invece è un preamp stabilizzato al germanio che messo alle corde dal primo si riversa sul terzo e ultimo passaggio che è cil cuore del circuito, la parte che simula un amplificatore pronto a spegnersi a causa di un bias errato o un danno alle valvole o ai trasformatori. Il controllo di Sustain invece si occupa di regolare il volume che entra nel terzo stadio di guadagno e, come dice Cornish, può andare da “valvole stanche” a “valvole sciolte”.
Volume e Tone invece si dedicano a regolare il sound globale per adattare il pedale allo strumento e all’ampli.
Come sempre la qualità che traspare è elevata così come le dimensioni e il peso che sono davvero da record. Da guinness ovviamente anche il prezzo che nemmeno sull’usato riesce a sembrare abbordabile.
Come avevamo già detto per l’SS3 è inutile stare a disquisire su questi dettagli, i Cornish sono così prendere o lasciare. Siccome abbiamo optato per la prima, accendiamolo schiantandolo dentro la Marshall con una Fano e una bella coppia di P90.
L’idea di amplificatore pronto a esplodere si affaccia subito. Il suono carico e scoppiettante che esce dai coni sembra davvero il canto del cigno di un set di finali pronto a sciogliersi, un sound che esalta e che non finisce come quello originale in una nube di fumo bianchiccio e puzza di bruciato.
L’NG2 però non è solo questo. I quattro controlli chicken-head permettono di cambiare radicalmente il suono passando da un leggero fuzz appena appena accennato, quasi un boost sporco fino a suoni compatti e squadrati, delle vere onde quadre a tratti quasi fastidiose.
La magia di questo pedale da mezzo metro, però, sta tutta nel fatto che anche con i settaggi più estremi l’anima dello strumento resta sempre evidente, chiara e riconoscibile, ma ancora più esaltante è lo scoprire l’intelligibilità delle note anche quando sustain e drive sono a ore 3.
L’NG2 non è un pedale per tutti. Questo non per il prezzo, o per le dimensioni, ma perché va indagato, studiato e messo a punto per la propria strumentazione. Non è un effetto prêt-à-porter, plug and play, ha bisogno di essere coccolato e sperimentato. Una volta trovata la giusta amalgama però sarà difficile separarsene. Certo prima bisognerà trovare il coraggio di scucire l’assegno.