di redazione [user #116] - pubblicato il 13 marzo 2018 ore 07:30
Con sette corde e un look semplicemente aggressivo la C7 non va certo per il sottile. Due humbucker potenti e un manico da corsa con radius compound completano l’opera. L’abbiamo provata con Alessandro Crippa e una sana dose di cattiveria.
L’Apocalypse è una chitarra senza compromessi, progettata per essere aggressiva e potente e lo mette in chiaro subito con il look, quando il nome avesse lasciato qualche dubbio. Le venature dello swamp ash utilizzato per il body sono messe in evidenza dalla finitura satinata rusty gray che continua sul manico con scalatura da 26,5 pollici realizzato in multistrato di acero e bubinga con tastiera in ebano e 24 tasti jumbo in acciaio inox.
La giuntura tra corpo e neck è cesellata al millimetro per rendere praticamente impalpabile l’attaccatura delle due parti, sistema che porta il nome di Ultra Access, di nome e di fatto, perché in effetti raggiungere la sesta corda anche 24esimo tasto è un gioco da ragazzi.
Il look è semplice e raffinato e il nero dell’ebano è interrotto solo da due piccoli triangoli al 12esimo e al 24esimo tasto, un tocco di classe che enfatizza il nero delle meccaniche autobloccanti Schecter e del ponte fisso Hipshot.
L’estetica è curata in ogni dettaglio. I due humbucker Schecter USA Apocalypse VII sembrano neri, ma in realtà la plastica brunita è semitrasparente e lascia intravedere le bobine di rame al di sotto.
I due magneti sono controllati da tre diversi potenziometri, due per regolare il volume dei singoli pick up e uno per il tono in comune tra i due. Immancabile ovviamente il selettore a tre posizioni che, con uno dei volumi chiusi, può diventare un kill switch all’occorrenza e il push pull nascosto sotto al tono per lo split.
La C7 è massiccia ma leggera. Il legno utilizzato è risonante ma non affatica le spalle, grazie anche all’ottimo bilanciamento. Il manico ha un radius compound che va da 12 a 16 pollici e, unito al profilo thin C, regala un feeling da velocisti puri.
L’Ultra Access Neck Joint è la ciliegina sulla torta per chi ama correre su e giù per la tastiera senza sosta e i tasti jumbo in acciaio aiutano non poco.
Certamente la Apocalypse è degna del nome che porta. È una chitarra estrema sia nel look che nel sound. Non bisogna però pensare di avere a che fare con uno strumento dal timbro freddo e compresso. Certo l’output invidiabile degli humbucker mette a dura prova i clean, ma di contro tende a scaldare per bene i preamplificatori per ottenere una voce calda e profonda. Il manico regala ottime sorprese, soprattutto sulla settima corda che non risulta mai ovattata (merito anche di un ottimo setup già di fabbrica).
Quando si passa alla distorsione la C7 si sente subito a casa. Già partendo dai crunch diventa graffiante. Le medie si fanno più evidenti e le basse spingono. È una gara a chi grida di più, soprattutto quando si ruota la manopola del gain. Tutto però è sempre gestibile, intellegibile. Le note, anche negli accordi più complessi, restano sempre chiare, per un sound sempre a fuoco, preciso.
La Apocalypse è bella e comoda da suonare, un’arma letale per chi cerca una sette corde da corsa, ma che possa comunque sparare riff granitici all’occorrenza. Il prezzo è di quelli importanti, raggiunge i 1800 euro di listino (con uno street price di 1449€), ma questa Schecter li vale tutti.