di redazione [user #116] - pubblicato il 06 aprile 2018 ore 07:30
Abbiamo messo le mani sulla seconda versione del Keeley Caverns, un pedale compatto che ospita al suo interno un Tape Delay con modulazioni e un riverbero con tre differenti modalità. Lo abbiamo testato con Michele Quaini e la sua John Cruz.
In circa 10 centimetri quadri Robery Keeley ha piazzato due dei suoi effetti più riusciti. Il Caverns, già presente sul mercato, ritorna con una versione riveduta e migliorata, non solo nella grafica.
Il riverbero dispone di tre diverse modalità. La Sping si rifa all’effetto presente sui vecchi Black Face con l’aggiunta del tremolo. Il Modulation Reverb, invece, aggiunge un’incredibile spazialità grazie a rimbalzi e modulazioni che creano il vero effetto caverna, da cui il pedale prende il nome tra l’altro. Infine abbiamo lo Shimmer che aggiunge sulle ripetizioni l’ottava superiore per un effetto quasi etereo.
Il delay, invece, è concepito sulla base dell’analog tape Delay da 650ms presente nel catalogo Keeley sotto varie forme. Anche qui ci sono tre modalità con cui giocare che intervengono sulle modulazioni. La prima è priva di modulazioni, le altre due light e deep ne aggiungono in quantità diverse.
I controlli a disposizione sono davvero molti, ma abbiamo praticamente sotto i piedi due pedali, quindi non c’è da spaventarsi. Per gestire il riverbero abbiamo il bland che gestisce la quantità di segnale effettato e va da zero a 50/50. Il decay regola la lunghezza del riverbero mentre il warmth interviene sull’eq rendendo più o meno bright il risultato. la manopola Rate, invece, ha funzioni diverse in base alla modalità selezionata. Nello Shimmer regola il volume dell’ottava alta sulle ripetizioni, nello spring la lunghezza delle molle, nella Modulated regola la quantità di modulazioni presenti sul sound.
Il delay dispone anch’esso di quattro controlli. Il blend che va sempre da 0 a 50/50 è simmetrico rispetto al reverb. Time e repeats sono i classici controlli che troviamo sui delay e regolano tempo e quantità di ripetizioni. Anche qui il rate varia a seconda della modalità, ma in sostanza agisce sempre sulla quantità di modulazioni delle code.
Rispetto alla prima versione il Caverns ora ha una disposizione più chiara dei controlli, ma soprattutto una maggiore distanza tra i due footswitch così che sia più facile intervenire sui due effetti senza errori. Inoltre offre la possibilità di essere usato con funzione true bypass o buffered. Nel secondo caso le code continueranno anche una volta spendo il pedale, una funzione molto comoda, soprattutto quando si utilizza l’effetto in maniera pesante e non si vuole sentire le ripetizioni sparire di botto.
Il Keeley offre una varietà di suoni veramente ampia tanto che è stato difficile concentrarne solo alcuni nel video. La modalità di riverbero più interessante è sicuramente la Shimmer che apre in maniera efficace il sound regalando una sensazione di spazialità davvero efficace. Lo spring tra le tre forse soffre leggermente, non pecca di qualità, sia chiaro, ma risulta leggermente scuro, anche intervenendo sulla manopola dedicata.
La possibilità di allungare all’inverosimile le ripetizioni rende il Caverns perfetto anche per chi non fa un uso standard del riverbero ma che lo usa in maniera creativa e a questo scopo la Modulated mode è perfetta.
Il delay analogico fa il suo dovere alla grande. Le ripetizioni sono chiare e precise, anche se di stampo vintage. Nella modalità senza modulazioni sembra quasi di avere un modern digital sotto i piedi, anche se il calore del circuito analogico non manca. Spostando lo switch su Deep si ottiene un sound veramente old flavored che riporta indietro nel tempo. Unendo un bello slapback a un riverbero a molla con decay abbastanza lungo è un attimo ritrovarsi a surfare sulla Strat.
Il Caverns V2 con un prezzo di circa 215€ non è certo a buon mercato, ma considerando che si ottengono due pedali di qualità Keeley al prezzo di uno il gioco sembra valere la candela.