Migliora i tuoi accompagnamenti: Djavan - Bertè - Manhattan Transfer
di redazione [user #116] - pubblicato il 28 aprile 2018 ore 08:00
Il bello dei brani basati sulla stessa progressione e su melodie simili è poter inventare dei medley per ravvivare i set acustici. Paolo Pilo ci mostra come.
Nel jazz, in particolare nel bebop, comporre nuovi brani a partire da progressioni armoniche già note e prese di sana pianta da altri pezzi è una prassi comune. Quelle composizioni vengono chiamate contrafacts e i libri sugli standard ne sono pieni, ma anche le produzioni più recenti e di altro genere musicale hanno spesso preso spunto in maniera importante da canzoni già esistenti. Dai tributi più o meno espliciti agli adattamenti in lingua (il beat italiano è una miniera in questo senso), eventualità simili sono oro per chi si esibisce da solo o in un duo acustico e sente il bisogno di rendere la propria scaletta più variegata senza sforzi eccessivi.
Paolo Pilo ha individuato tre brani che convivono perfettamente con la medesima progressione armonica e con melodie sovrapponibili. Ciò permette di prendere spunto dai vari arrangiamenti già esistenti per costruire la propria versione preferita, oltre che passare da una canzone all'altra con disinvoltura.
"Sina" di Djavan, "Jazz" di Loredana Bertè e "Soul Food To Go" dei Manhattan Transfer fanno perfettamente al caso. Dalla prima, Paolo ha preso la pulsazione ritmica. In "Jazz", la chitarra acustica regge anche l'arrangiamento originale e il passaggio a una versione unplugged è così facilitato. "Soul Food To Go" si discosta alquanto per sonorità e proprio per questo rende la versione acustica un interessante modo per proporre il successo dei Manhattan Transfer.
Ecco alcuni spunti per arricchire le proprie esibizioni acustiche con i tre brani.