Concerto del Primo Maggio: scarsa attenzione alla musica.
di redazione [user #116] - pubblicato il 02 maggio 2018 ore 14:30
Come tutti i grandi eventi musicali trasmessi in televisione, anche il concerto del Primo Maggio, nell'era dei social, lo si segue con un occhio rivolto allo scherzo della Tv e l'altro a quello del tablet, per leggere i commenti della comunità di musicisti e addetti ai lavori. Tra i tanti, ci ha colpito quello non propriamente morbido di Chicco Gussoni, eccellenza della chitarra elettrica italiana e session man tra i più autorevoli del nostro paese.
Ieri, a proposito del concerto del Primo Maggio, Chicco Gussoni ha scritto: "Una volta al concerto del Primo Maggio venivano invitati cantanti e musicisti degni di essere chiamati tali.
Capisco i cambi generazionali ma la mediocrità e la totale mancanza di preparazione, l’inesistente educazione musicale ,continua in maniera imperdonabile ad affossare l’Arte di fare Musica. Questa cosa mi rattrista. Per fortuna in questa “desolazione musicale” alcuni artisti ( unici ad essere chiamati tali) hanno alzato il livello. Per rispetto non farò nomi di nessuno...accendete e guardate da voi...non è difficile."
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per farci spiegare il suo disappunto e fare qualche riflessione sulla scena musicale attuale.
Chicco tu hai mai suonato al concerto del 1° Maggio?
Certo, diverse volte. Con Franco Battiato, Biagio Antonacci…ricordo di essermi esibito in un’edizione nella quale c’era Robert Plant. Ma ne ricordo altre nelle quali, se non sbaglio, c’era addirittura Bob Dylan. Era una data che aspettavo con emozione perche era un contesto importante, un concerto, un evento in cui comunque la musica era assolutamente protagonista. Sembrava di essere a uno di quei grandi festival di oltre oceano. Si respirava quella stessa aria.
Mentre dell’edizione di ieri che dici?
Prima di ogni altra considerazione voglio fare un grosso complimento allo staff tecnico che ha fatto funzionare tutto alla grande. I cambi palco, l’audio. Non è facile gestire una situazione in cui si succedono così tanti artisti e con esigenze così differenti. Da quello che ha le sequenze a quello, come Max Gazzè, che arriva con l’orchestra al completo.
Io però mi riferivo alle proposte musicali…
Nelle nuove leve, nelle nuove proposte musicali non mi è piaciuto vedere una così scarsa attenzione alla musica. Ho sentito troppe sequenze, leggerezze tipo l'auto tune sulla voce lasciati aperti anche mentre l’artista parlava. Poca ricerca armonica. Scarsa capacità di tenere il palco, di instaurare un rapporto con il pubblico…ma in generale, lo ripeto, poca attenzione per la musica.
Non pensi che magari, semplicemente, si tratta di proposte artistiche che non ti piacciono?
No, perchè io non posso dire che, per esempio, il rap sia il mio genere preferito. Ma quando mi sono trovato di fronte alle proposte musicali di Eminem o Snoop Dogg, ho subito percepito una sostanza, uno spessore artistico importante. O, per restare in Italia ti menziono Fabri Fibra: il genere che fa, ovviamente non è propriamente il mio, ma riconosco la qualità e il valore artistico di quello che fa.
Invece ieri, ho avuto davvero la sensazione di trovarmi di fronte a proposte artistiche che avessero poco da dire...
Ti riferisci ai testi?
No, non necessariamente. L’artista è chi riesce a mettere in musica la propria sensibilità: e questo non solo nei testi ma proprio nella maniera in cui esegue, compone la sua musica. Prima ho nominato Gazzè: penso, per esempio, a lui. E’ un maestro. Si sente che è uno che ha studiato, capace se si siede al pianoforte di lavorare in maniera consapevole a un arrangiamento. Ieri ho ascoltato troppe cose che suonavano come fatte semplicemente ad orecchio, giri armonici sempre uguali e dei pezzi che non parevano altro che una voce sovrapposta ad un beat. Che è sempre quello che noi chiamavano groove; ma ora si chiama beat…(risate)
Mi pare di capire tu stia contestando proprio lo spessore di certe nuove proposte...
Guarda te la metto così: immaginiamo che io, così, faccia un quadro. Bene, ora supponiamo che io accosti il mio a un quadro di Picasso. A chiunque abbia un pizzico di sensibilità, cultura, apparirà chiaro che da una parte c’è un’opera che ha dietro un artista, una tecnica, una profndità e dall’altra, semplicemente, una schifezza…
Ora, senza essere così estremi, devo dire che ieri si è proprio visto, in maniera marcata, il divario tra l’attenzione e la capacità di fare musica delle vecchie generazioni rispetto alle nuove leve.
Però è una questione generazionale: da sempre i nuovi generi e le nuove proposte spiazzano, se non addirittura sconvolgono, la scena preesistente…
Verissimo. E’ una questione generazionale di sicuro: io ascoltavo i led Zeppelin, i Deep Purple e sono certo mio padre si domandasse che diavolo di musica stessi ascoltando! Vero è però, che quelle band hanno cambiato la storia della musica e ancora oggi comperiamo e ascoltiamo i loro dischi...
Sì ma Deep Purple e Led Zeppelin erano band straordinarie dal punto di vista strumentale. Io parlo di proposte più di rottura come il punk, la cui pronuncia musicale allora, era considerata scandalosa. Eppure hanno cambiato allo stesso modo il corso della musica…
Guarda, io sono diplomato in Oboe. E quando uscì “Never Mind The Bollocks” dei Sex Pistols ero uno studente del Conservatorio. Eppure quel disco me lo comperai di corsa perchè ero stregato da quei riff di chitarra. Da pezzi come “God Save The Queen”…insomma, c’era una certa consistenza musicale. Ricordo anche un live dei Ramones che acquistai…
Insomma, non è il genere che fai è il come lo fai…
Certo: in qualunque ambito artistico conta prima di tutto come fai le cose. E’ importante prima del cosa, la qualità di come la proponi. Eppure alle nuove generazioni di ascoltatori queste nuove leve di artisti piacciono. Si tratta di generazioni penalizzate da una certa povertà di ascolti.
Del resto il concerto del Primo Maggio è sempre stato uno specchio della situazione musicale del paese e la scaletta degli artisti che si sono esibiti ha sempre rivelato e assecondato i gusti del pubblico.