di redazione [user #116] - pubblicato il 23 giugno 2018 ore 11:30
Uno sciame di notizie sul web lascia intendere che Behringer abbia portato in causa blog e concorrenti per diffamazione. Arriva il CEO a spiegare l'accaduto.
Nei giorni scorsi, i forum di tecnologia e musica di mezzo mondo sono stati invasi da notizie riguardanti delle denunce che Behringer avrebbe mosso nei confronti di utenti, blogger e realtà concorrenti. La risposta ufficiale di Uli Behringer fa ora chiarezza sulla questione.
"Sono state inviate delle lettere di cease and desist" spiega Uli Behringer, commentando i recenti accadimenti che hanno visto al centro del ciclone il blog cinese Midifan e Dave Smith Instruments.
L'accusa verso di loro è di aver diffamato il colosso dell'elettronica con una serie di articoli e commenti contenenti insinuazioni esplicite circa l'ipotesi che alcuni prodotti Behringer fossero copiati di sana pianta da cataloghi concorrenti.
"La tecnologia è libera per tutti, a meno che non sia protetta" ribatte Uli, arrivando rapidamente al nocciolo della questione.
L'azienda è nota per diversi prodotti ispirati da vicino per funzioni ed estetica ai classici del mercato musicale, che Midifan marchia come copie belle e buone. Nei suoi articoli è possibile leggere titoli come "La folle copia più recente di Behringer deriva dall'imitazione di un chip di oltre un decennio fa", ma Behringer si difende: "Fare una copia integrale di un prodotto è ovviamente illegale, ma il reverse engineering è qualcosa che ha luogo ogni giorno ed è accettato come parte del processo di sviluppo di un prodotto".
Il chiarimento avviene attraverso una lunga lettera inviata da Uli Behringer a CDM.
La notizia arriva quasi in contemporanea con altre illazioni circa il recente scambio con Dave Smith Instruments, di cui un dipendente avrebbe diffuso dei commenti diffamatori nei confronti di Berhinger. Quest'ultima spiega che un accordo era stato raggiunto con la lettera firmata dal dipendente in cui assicurava che tale comportamento sarebbe cessato, ma il tutto si è ingigantito fino a far discutere il web della possibilità di una causa in corso quando i commenti non hanno smesso di comparire online.
Behringer si dichiara aperta alla critica costruttiva, ma avverte: "Sebbene ci sia la libertà di parola, le parole hanno delle conseguenze e dal momento che siamo tutti soggetti alla legge, le regole dovrebbero essere applicate equamente a tutti".
L'attacco non è mosso nei confronti di tutti i detrattori e il CEO tiene a sottolineare: "Ancora una volta, capisco che le persone abbiano le proprie opinioni e preferenze e lo rispetto pienamente."