Cosa fate se siete il batterista di una cover band e vi trovate in scaletta un pezzo di Kate Perry affiancato da uno dei dei Rush? Certo, l’esempio è estremo - e non ci metteremo qui a discutere la bipolarità di una band che opta per un repertorio del genere - eppure un cambio stilistico così drastico non è molto lontano da quello che tanti professionisti, soprattutto calati in situazioni musicali molto moderne o d’intrattenimento di qualità, devono affrontare. Quando si presentano situazioni di cambio suono immediati e così radicali è quasi indispensabile l’ausilio di dispositivi elettronici per modificare istantaneamente il proprio sound.
Eppure, intorno a questi dispositivi digitali, continua a gravitare un certo scetticismo tra i batteristi di ogni livello.
C’è ancora tanta diffidenza a mettere da parte il collaudato set acustico a favore di un supporto digitale. Inoltre, il timore di dover leggere centinaia di pagine di manuale prima di poter suonare, gioca la sua parte e scoraggia ancora di più. Ma non solo: in certi casi, tanti batteristi fanno ancora i conti con qualche astruso principio morale che li fa sentire in colpa di non essere capaci, con sole mani, pelli e bacchette, a creare ogni suono possibile.
Un falso mito che - forse - si sgretolerebbe all’istante semplicemente ascoltando con attenzione tanti artisti attuali, nei cui groove è difficile trovare suoni non digitalizzati. Da anni ormai ascoltiamo suoni di batteria sempre più ricercati a volte quasi unici: basta accendere una radio per rendersi conto di quanto l’elettronica nel nostro strumento sia utilizzata sistematicamente da tanti artisti e in una moltitudine di produzioni.
Però, tutto potrebbe cambiare e ogni perplessità potrebbe essere scongiurata se, invece di passare ad un set totalmente elettronico, si potesse mantenere un drum set tradizionale con l’opportunità di integrare, a piacimento, dei suoni campionati da utilizzare in base alle necessità e dotati di una sensibilità alle dinamiche stupefacente. Ed è esattamente quello che offre
è una centralina compatta, semplicissima da utilizzare con ben sei ingressi per i trigger o per i pad. Uno strumento pensato per accontentare ogni tipo di batterista: quello di cover, il professionista alla costante ricerca di nuovi suoni da integrare al suo arsenale e il musicista sperimentatore che insegue le vie più creative ed artistiche.
La facilità di utilizzo è disarmante: gli ottanta kit di suoni sono ottimizzati per essere utilizzati da subito e, al contempo, per gli smanettoni è troppo divertente provare a creare dei set ad hoc grazie all’intuitività dell’interfaccia.
Ci sono due opzioni, per utilizzare la centralina: trigger o pad. Se si decide di utilizzare i trigger, per partire è sufficiente procurarsene un paio: uno per la cassa e uno per il rullante. Se poi si volesse espandere ancora di più il proprio kit, ci saranno ancora quattro ingressi a disposizione.
Se si utilizzano Dual Trigger, la centralina è predisposta per la lettura dei due suoni (bordo e centro tamburo).
Quindi, la centralina riconosce il tipo di trigger e perfeziona la sensibilità della ricezione in base alla sua risposta; per questo test noi abbiamo utilizzato i che, appunto, offrono la possibilità di far leggere alla centralina sia il suono del centro sia quello del bordo. L’utilizzo dei trigger a “doppia zona” è fortemente consigliato per sfruttare al massimo le caratteristiche della
Per ogni trigger che montiamo è effettuabile il cambio di soglie per la sensibilità di cattura del suono: in questo modo si può ottenere una risposta del kit customizzata in base al nostro tiro.
Ovviamente, è possibile utilizzare i sei ingressi anche per cablare trigger e pad assieme, scelta secondo noi vincente.
si lascia apprezzare per la grande praticità di utilizzo e ci è piaciuto vederlo in azione tanto nell’uso giornaliero che, soprattutto, nei live.
Per l’impiego domestico c’è bisogno di cuffie da connettere direttamente all’uscita dedicata ed è possibile aggiustare il volume master facilmente grazie al potenziometro dedicato. Si ottiene facilmente un mix di ascolti ideale aggiustando velocemente volume e vari registri di ogni singolo suono, direttamente dai regolatori disposti sulla centralina. I tre potenziometri,permettono di modificare dal un suono di partenza intonazione, decadimento, attacco, corpo e integrare diversi effetti.
Per l’utilizzo live, invece, dove entra in gioco una batteria microfonata, la prima cosa da fare sarà collocare sul drum set i trigger o pad collegandoli alla centralina. Per cablare centralina e mixer basteranno due jack, utilizzando le due uscite stereo poste sul retro. Le dimensioni contenute facilitano il posizionamento sul palco: si riesce ad averla a fianco dello stativo dell’hi-hat senza interferenze con il playing. Inoltre, calza perfettamente su uno stand per il rullante: così, con uno di questi, si potrà posizionarla rialzata e facilmente accessibile; in alternativa, andrà benissimo utilizzare un leggio.
La riuscita del bilanciamento dei suoni dal vivo dipenderà molto dalle condizioni di ascolto. Nelle circostanze dove ci sarà il controllo sia del volume della batteria reale che quello dei campioni, con ampio margine nella gestione di entrambi, sarà davvero semplice trovare un buon mix e i risultati saranno stupefacenti; diversamente, dove il volume della batteria acustica rischia di sovrastare quello della centralina, servirà un po’ di lavoro in più per ottenere un suono ibrido credibile, a meno che si utilizzino pelli mesh. Una soluzione suggestiva che offrirà un ibrido piuttosto spinto con una gamma di possibilità e suoni da batteria elettronica accompagnati dal look di una batteria classica.
Questo strumento mette a disposizione una marea di soluzioni sonore. Si può customizzare ogni singolo suono, applicare effetti, creare delle playlist con i nostri kit preferiti. Se invece, si hanno già dei suoni perfezionati per la propria situazione musicale, è possibile caricarli tramite Sd card e salvarli nella libreria della
Questa centralina è un booster di creatività. Nelle mani giuste, la può far elevare al cubo le possibilità creative di un batterista con una praticità di utilizzo disarmante e un controllo della dinamica preciso, affidabile e personalizzabile in base ad ogni tipo di drumming.
I campi di applicazione sono veramente estesi: si tratta di uno strumento che guarda la musica a 360° e ci si trovano kit funk, rock, latin, r&b, hip-pop, trap, metal…Esplorare questa libreria di suoni sarà divertente e, spesso, stuzzicherà l’utilizzo di suoni che, altrimenti, non si sarebbero nemmeno ipotizzati se non in base o sequenza.
De resto il drumming ibrido non è certo una scoperta di oggi. Per restare in casa, per esempio, “il ninja” Enrico Matta batterista dei Subsonica è anni che integra il suo set con elementi elettronici. Solo che oggi, con macchine come la , queste possibilità sonore sono veramente alla portata di tutti per accessibilità di costi e immediatezza di utilizzo.
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