Giorni fa si è ampliato il mio parco pedali (ancora una volta) e non di una sola unità, bensì di tre: ho approfittato dello sconto del black friday per salvare un po’ di denaro ed effettivamente è venuto fuori quasi un "paghi due, prendi tre".
A questo giro ho lasciato da parte gli effetti di drive per arricchire il mio reparto di modulazione e delay. Tenevo d’occhio già da anni questi tre bei pedali ma per un motivo o per un altro non li ho mai acquistati, fino a qualche giorno fa, quando finalmente, con la scusa del black friday, mi sono deciso.
Si tratta di un tris Dunlop-MXR, una delle poche aziende che godono di tutta la mia stima. Di questo marchio posseggo già un 95Q Cry Baby e il celeberrimo Micro Amp. A questi due ho aggiunto il Micro Flanger, il Micro Chorus e il Carbon Copy.
Vanno subito all’occhio per il loro look, davvero minimal, e subito all’orecchio per la notevole varietà di suoni che hanno da offrire.
Partiamo dal nero, il Micro Flanger, che presenta due soli potenziometri: Rate e Regen. Il Rate regola la velocità dell’effetto e il Regen (regeneration) controlla la quantità di feedback, l’intensità, in parole povere quanto effetto vogliamo sentire.
Per me è una “prima volta” col flanger, non ne avevo mai avuto uno. Secondo me non è che sia un pedale “must have” ma è un qualcosa che a mio parere, se usato con giuste dosi, ti abbellisce il suono, te lo colora con sfumature differenti rispetto a quelle del chorus e del phaser, rendendoti il sound ancora più personale, specie negli assolo.
Il giallo, il Micro Chorus, presenta come il Micro Amp un solo potenziometro: il Rate, che regola la velocità del effetto. Fidatevi di quello che vi sto per dire: vale più di qualsiasi altro chorus con dieci potenziometri che spesso diventano ingestibili e snaturano del tutto il suono. Era quello che cercavo, un pedale più facile da manovrare e ridotto nelle dimensioni in modo da sostituirlo, quando non suono in stereo, al mio BOSS CE20.
Il Micro Flanger ed il Micro Chorus sono la reissue dei loro vecchi e celebri predecessori in produzione fino agli anni ’80, se non erro. Uguali in tutto tranne per il fatto che presentano uno switch true bypass e il LED di accensione.
A differenza di altri pedali di modulazione questi non sono invasivi, cioè non snaturano e non alterano per niente il suono originale, lasciandolo così com’è, lo abbelliscono gradevolmente “entrando in punta di piedi”.
Infine il verde brillantinato, il Carbon Copy, coi suoi tre pot. Il Regen, che è il feedback, ci permettere di scegliere la quantità di ripetizioni. Il Mix, che sarebbe la manopola del volume dell’effetto (wet e dry). Il Delay, per il tempo tra una ripetizione e un’altra (andiamo da 20ms a 600ms). In più troviamo lo switch Mod (modulation), che quando è attivo aggiunge alle ripetizioni un piacevole effetto di modulazione, tipo chorus (regolabile in ampiezza e velocità dall’interno del pedale).
Anche in questo caso, come il chorus, cercavo qualcosa di più compatto da sostituire, quando non suono in stereo, al Boss DD20. In verità, insieme al Carbon Copy, avevo in mente anche il Boss DM-2W (la reissue firmata Waza), però tra i due mi sembrava che coi suoni drive rispondesse molto meglio il Carbon Copy, infatti è così: negli assolo il suono non si impasta per niente, cosa che succede molto spesso con tantissimi altri delay.
La mia scelta su questi tre pedali non è stata casuale. Cercavo innanzitutto dei prodotti che fossero di qualità, non solo nel suono ma anche nella costruzione, e che fossero completamente analogici. Infatti a tal proposito devo dirvi qualcosina.
Tutti e tre presentano i classici segni dei pedali 100% analogici, che a molti potrebbero non piacere. Vale a dire che quando uno di essi viene messo in funzione si riscontra un aumento del fruscio di sottofondo unito a un incremento di volume.
Ma non pensate chissà che: è nella normalità e rimane sempre tutto gestibile. È la firma dell’analogico, che a me sinceramente piace e che continuo a preferire di gran lunga al digitale.
Sono soddisfattissimo dei miei acquisti, anche per il prezzo che ho speso, e li consiglio a tutti coloro che cercano pedali del genere.
Dunlop MXR continua a essere punto di riferimento nella produzione degli effetti a pedale. |