di theoneknownasdaniel [user #39186] - pubblicato il 15 febbraio 2019 ore 17:15
Classica, suonabile, flessibile, la Stratocaster American Performer ha rubato il cuore di un nostro lettore che ci racconta la sua nuova fiamma.
Esce l'articolo su Accordo, resto interessato.
Spuntano video su Youtube, mi cresce la curiosità.
Vuoi vedere che alla fine pure io mi prendo una Stratocaster? Io, che sono fiero della mia Telecaster e del suo suono maleducato?
Ebbene sì: sabato ho fatto "un giro per provare una chitarra" e me la sono portata a casa. I motivi, elenchiamoli prolissamente.
1 - La mano
Non c'entrano i ninja giapponesi di casa Marvel, ma la sensazione della mia mano sinistra nell'impugnare il manico. Ho avuto in passato diverse occasioni di provare delle Stratocaster e delle Telecaster e ho sempre avuto riluttanza nel suonare con un manico troppo spesso, troppo sottile, con corde troppo grosse, forse troppo sottili. Con questo radius e con questo tipo di manico, nonostante le .009 (io che in passato montavo solo le .011) mi trovo benissimo. Un solo appunto: i fret della mia Telecaster messicana sono arrotondati meglio che quelli della Stratocaster americana. Non che siano taglienti, però secondo me si poteva fare meglio. Nonostante questo, la mano è contenta. Manico scorrevole, la satinatura sembra da chitarra economica così come la finitura della tastiera, però anche qui la mano è contenta perché il manico e la tastiera scorrono bene mentre le corde accarezzano i tasti.
2 - La pancia
Si sa: anche l'occhio vuole la sua parte. Però la pancia è più grande dell'occhio e reclama una parte più grande ancora. Non che la pancia serva per suonare, né tantomeno per ragionare o peggio per prendere decisioni, però se la pancia è comoda non rompe e ci si può concentrare su tutto ciò che non la riguarda. Ecco, il contour body, un'invenzione di tanti anni fa che è uno standard per tantissimi produttori di chitarre, unito al peso di questa chitarra e a tutto il resto mi fa stare la pancia comoda e mi fa arrivare proprio in pancia un sacco di vibrazioni. E questo mi porta al punto successivo.
3 - L'altra mano
La mano destra si trova a comandare come dentro una sala di regia tutto ciò che ha a che fare con il suono. Selettore pickup a cinque posizioni, circuito Greasebucket sul tono del ponte, push-pull per attivare il pickup del manico insieme al ponte o addirittura tutti e tre insieme. L'appoggio della parte cicciottosa della mano destra sul ponte a sei viti non è così comodo come sul ponte dela Telecaster messicana, le vitine per la regolazione dell'altezza delle corde si sentono. Però, detto sinceramente, è un dettaglio che mi dà poco fastidio perché ho un arsenale sonico a portata di dita senza dover spedalare o peggio spippolare i controlli dell'equalizzatore per avere più suoni a portata di mano. Ma stiamo ancora girando intorno al punto principale.
4 - L'occhio
L'occhio è per un musicista incredibilmente importante. Provate a leggere uno spartito o una tab a occhi chiusi per capirne l'importanza.
L'occhio di chi mi vede imbracciare la mia nuova Stratocaster potrebbe rimanere offeso, la mia presenza poco si confà a tanta grazia di forme idolatrate, venerate e per le quali probabilmente molti si troverebbero pronti a muovere guerra.
Certo, il colore che ho scelto è l'ultimo rimasto in negozio, bianco che più bianco non si può con battipenna a triplo strato nero e plastiche bianco beige finto vecchio. Dico, o si fa tutto crema o si fa tutto bianco, non è che si possano mettere insieme due colori così. Ma questo era lo sfogo dell'occhio aperto, perché più importante di tutto è sì l'occhio, ma quando è chiuso e lascia il campo delle sterili e puerili polemiche all'orecchio.
5 - Orecchio
Io suono a orecchio. E le mie orecchie comandano le mie mani, che prendono energia e ritmo dal cuore. Grazie al soffio che mi porto dietro fin da bambino ho una certa predilizione per i tempi dispari, sincopati e via dicendo.
Il mio orecchio è incredibilmente appagato. Se non si trattasse di orecchio potrei dire "il mio orecchio non credeva ai suoi occhi", ma suonerebbe male e al mio orecchio sta a cuore un bel suono. Anche al mio pancreas, ma rischia di diventare una storia lunga.
Pickup Yosemite ma potevano anche chiamarli pickup e basta: un suono arioso, sempre intellegibile, dolce, pieno, una goduria che non finisce mai. Configurazione a tre single coil perché io davvero, ci ho provato in tutte le maniere a farmeli andare a genio, ma non ho trovato nessun humbucker che avesse un attacco minimamente paragonabile ai single coil. E per me, che cerco e trovo il ritmo in tutti i suoni che mi circondano, non esiste nulla di meglio dell'attacco dei single coil.
Adoro il pickup centrale, quella sua malevola intenzione di starsene bravo al bancone del bar ma che ti guarda sempre di storto, pronto a scatenare una rissa col suo fido collega al ponte, che invece di coltelli deve aver fatto indigestione in tenera età da quanto riesce a essere tagliente ma anche grosso allo stesso tempo. Complice poi il Greasebucket, sa diventare un chirurgo tanta è la precisione che riesce a mettere nel tagliare in questo caso le frequenze indesiderate.
Poi c'è il pickup al manico, che riesce a suonare grosso ma sempre intellegibile, trasparente, arioso come sopra descritto. Suonando alla massima dinamica concessami dalla mia mano destra resto sempre nelle note chiaramente intellegibili senza la minima distorsione. A parità di settaggio dell'ampli, con la Telecaster e i suoi '51 Nocaster siamo già in territorio di distorsione da overdrive incombente, un pulito increspato. Un suono maleducato, scrivevo sopra, che adoro. Con la Stratocaster e il suo output ridotto no, ma non è che un output ridotto sia un male, anzi, permette di giocare con il volume senza stravolgere troppo il tono di base e non è una cosa da poco. La dinamica assume un significato più alto e puro, non è più passare dal pulito al distorto ma dosare sapientemente il volume, donando tutta la drammaticità al brano che si sta interpretanto.
Non dimentico le posizioni 2 e 4, ma è meglio se le tralascio perché se spendo troppe parole per descrivere quanto siano proprio loro, proprio il suono delle posizioni 2 e 4 che tutti conosciamo e amiamo, ecco che il mio amore per le ritmiche funk prende il sopravvento e Accordo deve affittare altri server per tenere su il mio post. Quindi basta parlarne, ma è un sì.
Questa Stratocaster American Performer magari poteva essere esteticamente più accattivante se azzurrina con manico in acero (come la mia Telecaster), magari potevano mettere un ponte diverso ma, visto che tutto ci fa per la creazione del suono e il suono insieme alla suonabilità sono i veri motivi per cui alla fine ci innamoriamo degli strumenti, per me ne valeva davvero la pena, anche pensando al prezzo pagato per averla.
Il mio avatar resta con la Telecaster, ma ho trovato finalmente la Stratocaster che fa per me. Ora sta a me diventare un chitarrista bravo, che possa farle suonare entrambe rendendo giustizia all'epicità e alle immagini sonore che sanno suscitare in noi, amanti della Musica in tutte le sue forme.