Fino a sei anni fa non sapevo nulla di elettronica. Poi, complice la perdita improvvisa del lavoro (ritrovato abbastanza velocemente per fortuna) e quindi la quantità di tempo libero aumentata, mi son detto: "cavolo, devo aumentare le mie competenze tecniche!". Così ho cominciato a interessarmi al mondo dell'elettronica, anche perché piuttosto attiguo al mondo della mia passione principale: la chitarra elettrica.
Ho comprato un po' di libri, kit di autocostruzione di pedali vari, poi ho cominciato a non comprare più i kit e fare tutto da me scegliendo i singoli componenti e assemblando su millefori. Mi sono divertito a costruire diversi pedali di tutti i tipi (a partire dai più semplici fuzz fino a un ADA flanger che mi ha fatto davvero diventare matto) e oggi, ben lontano dall'essere un tecnico elettronico, mi diverto anche con Arduino, alimentatori autocostruiti e altre piccole cose un po' più lontane dal mondo della chitarra. Ma veniamo al tema dell'articolo: il Klon Centaur che ho costruito per ultimo.
Del pedale in questione è inutile parlare qui su Accordo, sarebbe come parlare di Barolo in casa del vignaiolo. Anche io, influenzato dall'aura mistica/magica che circonda questo pedale, ne ho costruito uno tre anni fa.
Progetto relativamente semplice, lo schema è quello che si trova comunemente su internet. Come piccola modifica ho messo solo uno switch che mi permette di selezionare sei tipi di diodi per la distorsione (tra cui il classico 1N34A, uno Schottky, un russo D9L).
Il pedale effettivamente suona bene, ma forse le aspettative erano troppo alte e la mia mano troppo scarsa: alla fine l'ho tenuto in pedaliera, ma senza grande entusiasmo.
Il livello di gain raggiungibile era abbastanza basso, più un clean sporco che un overdrive, i medi e gli alti troppo invadenti se non tenendo la manopola treble a meno di un quarto.
È vero comunque che io uso una strumentazione piuttosto brillante tra Stratocaster, Telecaster e ampli Fender Hot Rod (modificato con il Supreme kit della Fromel, un lavoraccio ma è davvero migliorato).
Qualche mese fa, in cantina, mi è capitato di ritrovare un vecchio pezzo di mogano che ho comprato anni fa con l'intenzione di costruirmi una Lap Steel. Il progetto liuteristico non si è mai realizzato e ora, con quel bel pezzo di legno in mano, mi ritrovavo a pensare il come fare a non sprecarlo buttandolo nel camino. Da lì l'intuizione: ci faccio il mio nuovo Klon!
Non ho mai realizzato pedali in legno, non ci avevo neanche mai pensato ma, ispirato dal mogano che avevo in mano, ho deciso di provarci. Così ho cominciato tagliando l'asse a misura di pedale, successivamente ho tirato fuori il Dremel con una fresa per legno e ho cominciato pazientemente, a mano libera, a fresare l'asse in modo da ricavare l'incavo per alloggiare i componenti.
In quanto prima volta che facevo un lavoro del genere, gli errori non sono mancati. In un punto sono andato troppo in profondità e ho fatto un buchino visibile sul davanti, per fortuna non era troppo evidente e sono riuscito a mascherarlo con un po' di Vinavil e segatura.
Nella parte superiore, quella dove alloggiano i jack e l'alimentazione, ho fatto un vero casino e mi sono dovuto ingegnare diversamente per rimediare: una barretta cromata che sostituisce tutta la spalla. Alla fine mi sembra anche carina esteticamente!
A quel punto ho cominciato a realizzare i fori e a rivestire l'incavo appena realizzato con dei fogli di rame adesivo in modo da dare un po' di schermatura alla scatola, avendo cura di connettere le varie strisce con un punto di saldatura.
Per la componentistica, ordinata da un noto sito di DIY tedesco, ho cercato di scegliere il meglio senza badare troppo a spese (per modo di dire, per esempio ordinare una resistenza economica significa spendere due centesimi, prenderne una "bella" un euro). Comunque alla fine i 40 euro totali non credo di averli superati.
Per l'assemblaggio, questa volta, ho deciso di prendere del tempo per disegnare prima su carta la disposizione dei vari componenti cercando di seguire il più possibile un ordine anche estetico.
Poi che non ci sia riuscito è un fatto. Assemblando su millefori e in uno spazio fortemente limitato, ho fatto del mio meglio ma il lavoro non è riuscito pulito quanto speravo. Ho fatto un po' fatica a farci stare tutto in quei pochi centimetri quadrati, ma alla fine tutto è entrato al suo posto.
Arrivati a questo punto, dopo un rapido test di funzionamento (funzionava al primo colpo ma avevo invertito i cavetti sul potenziometro treble) ho realizzato la base per chiudere il pedale sotto.
Questo è il punto che mi è venuto più brutto: ho usato un pezzetto di MDF (quindi si vede la differenza col mogano) fresato un po' anche lui per far stare i componenti meno schiacciati e avvitato poi al pedale. Purtroppo è davvero brutto, la chiusura è venuta male e si vede un po' del rame di rivestimento che c'è all'interno. Cercherò di inventarmi qualcosa per migliorare questo punto.
Ma veniamo finalmente al sodo: è valsa la pena fare tutto questo lavoro?
Rispetto al Klon che ho realizzato qualche anno fa, questo suona un po' meglio in tutto, non ci sono regolazioni che suonano male come accadeva nel vecchio pedale, è molto silenzioso (nonostante il case in legno), ha più gain, è più definito, è davvero una goduria suonare la Stratocaster con la tecnica del damping picchiando duro un po' alla Stevie Ray Vaughan o John Frusciante.
Facendo gli accordi pieni con il gain al massimo mi ricorda il sound rock di certi pezzi di Tom Petty, con una chitarra munita di humbucker penso che anche il suono AC/DC sia molto vicino. Diminuendo il gain è naturale suonare blues appunto alla Stevie Ray ma anche funk rock alla Red Hot o Jimi Hendrix.
Una cosa che mi ha particolarmente impressionato di questo pedale è la trasparenza: abbassandone un po’ il gain non si distingue se è attivo o no, non aggiunge proprio colorazioni al suono. In questo senso puo’ essere usato come semplice clean boost, e con ottimi risultati direi.
Un'altra cosa che mi piace molto fare è metterci un treble boost in fronte, settare il gain quasi al massimo ed ecco un bel sound sporco e cattivo per le parti solistiche, un po’ alla Rory Gallagher per intendersi.
Con questo piccolo progetto mi riproponevo di capire una cosa: la componentistica di qualità conta veramente? Oppure rispettare i valori dei componenti il più strettamente possibile è sufficiente? Posso dire la mia in base a questa mia esperienza.
Il Klon che ho costruito ora, rispetto a quello realizzato qualche anno fa, suona decisamente superiore un po’ in tutto. È più definito, più silenzioso, ha un pizzico di Gain in più, molti dei suoi settaggi sono godibili e non risulta quasi mai fastidioso sugli acuti. È come una Squier e una Custom Shop, tutte e due sono belle chitarre che possono suonare bene, ma quando suoni la Custom ti rendi conto che la qualità dei materiali, della costruzione e delle rifiniture è superiore. E quel piccolo quid in più si sente (e si paga, forse anche troppo), ma si sente.
Quindi sì, secondo me la componentistica di qualità ha la sua importanza anche in un progettino del genere, le differenze di costo con i componenti più economici sono comunque limitate e, considerato che per realizzare un lavoro del genere una decina di ore di lavoro (anche di più, per un hobbysta come me) ce le si mettono, non vedo perché avrei dovuto lesinare qualche euro. |