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Paoletti: “Non abbiate paura di provare cose nuove”
Paoletti: “Non abbiate paura di provare cose nuove”
di [user #116] - pubblicato il

Finiture uniche e soluzioni originali per un prodotto italiano che conquista anche l'estero. Paoletti racconta chitarre, Cigar Box e i nuovi Amplificatori.
Il marchio Paoletti continua a farsi strada nel cuore degli appassionati italiani e cattura l’attenzione di artisti stranieri sempre più numerosi. La liuteria toscana ha lasciato a bocca aperta i fan del genere con gli atipici strumenti della gamma Wine, ma ha poi continuato a sbalordire con le estetiche elaborate delle chitarre anticate, degli inserti in pelle e delle borchie, approdando infine al Namm per incontrare il pubblico internazionale in grande stile e sollevando il sipario su un’inedita collezione di amplificatori proprio nel 2019. Paoletti promette grosse novità per il prossimo futuro e abbiamo voluto raggiungere i laboratori di Montemurlo per conoscere più da vicino il lavoro della squadra, che così ci ha accolto.

Paoletti: Ciao Accordo! 
Ci fa molto piacere aprirvi le porte e raccontarvi di più su cosa è oggi Paoletti Guitars. La produzione si è con il tempo evoluta, portando alla luce nuove creazioni che dal laboratorio Paoletti vengono spedite in tutto il mondo. Oggi insieme a Paoletti lavorano altri quattro builders e un ufficio commerciale/amministrativo.
Le nostre serie principali sono Wine, Loft, Leather, Lounge. Ognuna con un suo design e punto base di stile, dal prodotto invecchiato come le Loft a qualcosa che porta rivestimenti in pelle italiani come top sopra al body di castagno.
I legni utilizzati sono sempre gli stessi, dal castagno per il body a vari legni per i manici che sono scelti insieme al cliente a seconda delle proprie esigenze musicali.



Accordo: I vostri strumenti suscitano un notevole interesse all’estero. Quale credete sia la chiave di questo risultato?
P: Gli strumenti Paoletti sono frutto di una continua ricerca ed evoluzione, c’è una grande attrazione dall’estero per tutto ciò che è Made in Italy e qui realizziamo tutto internamente, dai pickup alle parti hardware in ottone per gli strumenti, dal taglio del legno al taglio della pelle per incastonarla nei corpi delle chitarre. L’utilizzo di questo legno (castagno) e la combinazione dell’artigianalità ha suscitato l’interesse dei più grandi artisti a livello internazionale, con alcuni dei quali la Paoletti ha un rapporto di collaborazione contrattuale.

A: Audience italiana e straniera recepiscono in modo diverso le novità di liuteria e dei piccoli marchi artigianali?
P: Assolutamente sì, per la nostra esperienza e quella di altri collaboratori possiamo affermare che all’estero sono più attenti alle novità e non hanno paura di provare cose nuove. Non c’è molto sviluppo per un artigiano che vuole lavorare nei confini e la strada per far valere al meglio il Made In Italy è puntare sulla passione dei professionisti esteri, questo ci ha portato a quello che siamo oggi con una produzione di 250-300 unità all’anno.

A: Di recente abbiamo scovato anche amplificatori e cigar box tra i prodotti Paoletti. Ce ne parlate?
P: Gli Amplificatori sono stati presentati al NAMM Show 2019 e hanno riscosso subito un discreto interesse, sono realizzati su custom order e interamente a mano dallo staff Paoletti. Cercavamo qualcosa che facesse coppia perfetta con le nostre chitarre e così è stata sviluppata la serie “Brutale” che va dal piccolo 6 watt al 45.
Il Cigarbox, come gli amplificatori, è stato lanciato al NAMM Show 2019, frutto delle sinergie tra Paoletti Guitars e Christopher Ameruoso, il fotografo ufficiale di Johnny Depp che ci ha cercato perché, essendo un appassionato di cigar box (i vecchi strumenti a quattro corde realizzati appunto con le scatole di sigari), voleva crearne uno in castagno ma con un manico e un’action simili alla chitarra in modo da utilizzarlo con lo slide e come una chitarra.

Paoletti: “Non abbiate paura di provare cose nuove”

A: A cosa state lavorando ora?
P: Oltre alla normale produzione mensile che richiede molta dedizione, stiamo lavorando a nuovi modelli 2020 e alla realizzazione di strumenti per artisti di fama mondiale che presto verrano rivelati sui nostri canali. Abbiamo inoltre una collaborazione con Virgin Radio alla quale teniamo particolarmente, quest’anno sono state realizzate chitarre per i loro Rock Ambassador e per il futuro abbiamo nel cassetto progetti interessanti.
Seguite le ultime novità sul sito Web e sui nostri canali social principali dove pubblicheremo materiale da condividere con tutti voi.
amplificatori chitarre elettriche paoletti
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di MuddyWaters [user #47880]
commento del 27/03/2019 ore 15:15:15
Madonna che pacchianate esagerate. Interessante il Made in Italy alla maniera degli americani. Oddio mica tanto...
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 27/03/2019 ore 15:44:21
Cose nuove... Alla fine sono sempre le stesse vecchie cose ideate tra gli anni '30 e '50 del secolo scorso, con lo stesso suono e qualche variazione estetica. Le cose nuove sono altre, non quelle che incidono sull'estetica senza aggiungere nulla di nuovo all'essenza delle cose. Qui vedo: forme classiche con l'aggiunta di qualche variante estetica non funzionale, legni, pickup, hardware, battipenna, sound classico. cosa ci sarebbe di nuovo?
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di JFP73 utente non più registrato
commento del 27/03/2019 ore 20:08:11
Sento puzza di marchetta
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di Ghesboro [user #47283]
commento del 29/03/2019 ore 18:57:16
C'è anche il fumo della marchetta lasciata sul fuoco.
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di alberto biraghi [user #3]
commento del 30/03/2019 ore 13:12:47
Mi spiegheresti cosa intendi con "marchetta"? Grazie!
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di JFP73 utente non più registrato
commento del 30/03/2019 ore 13:53:53
Ti pare informazione? È un elenco autoreferenziale di prodotti.
Parla di amplificatori? Non c'è una domanda sulle caratteristiche se non un banale da 6 a 45 watts. Ci sono il 6 e il 45 e basta o ce ne sono altri? Sono valvolare, transistor o digitali?
L'impressione è che si sia trattata di pubblicità con la scusa dell'intervista
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di alberto biraghi [user #3]
commento del 30/03/2019 ore 16:10:01
La tua è un'accusa molto grave e infondata.
Sintetizzo: in gergo giornalistico la "marchetta" è un articolo finto scritto per compiacere un inserzionista o (ancora peggio) un contenuto spacciato per articolo ma scritto su commissione.
Bene. Allora: (1) Paoletti non è inserzionista di Accordo, con cui non ha relazioni commerciali di alcun genere e non credo abbia interesse ad averne, visto che vende quasi esclusivamente all'estero (per esempio ho visto le sue chitarre in vendita dal mio amico George Guhn). E (2) certamente Accordo - come ogni testata seria - pubblica anche materiale "pubbliredazionale" (ovvero a pagamento), ma chiaramente connotato come tale, nel rispetto della legge sulla stampa e della deontologia giornalistica.
Alla luce di queste precisazioni potresti magari considerare l'idea di scusarti con la redazione di Accordo, che da 27 anni (ventisette) lavora con assoluto rigore e rispetto delle regole dell'informazione. Potresti soprattutto evitare in futuro ulteriori considerazioni tanto malevole quanto campate in aria.
Rispondi
di JFP73 utente non più registrato
commento del 30/03/2019 ore 16:42:30
Prendo atto delle precisazioni e del fatto che non trattavasi di marchetta, non avevo assolutamente intenzione di offendere nessuno. Il dubbio mi era sorto poiché, e qui credo di stare all'interno di un lecito diritto di critica, l'articolo mi pareva da un punto di vista informativo molto carente e l'intervista fatta un po' "passivamente".
Buona musica
Rispondi
di c9 utente non più registrato
commento del 27/03/2019 ore 20:50:3
Come mai tutto questo astio? Non capisco... Mica ci obbligano a comprare o leggere o che ne so. Un po di umiltà non guasterebbe secondo me :-)
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 28/03/2019 ore 07:43:0
Se si pubblica un articolo dando la possibilità di commentarne i contenuti, è giusto che ognuno esprima la propria opinione nei limito del rispetto. sei tu ad aver fatto un commento off topic visto cbe non hai commentato l’articolo ma hai commentato chi ha commentato
Rispondi
di Cliath [user #196]
commento del 28/03/2019 ore 08:37:52
Sottoscrivo completamente la tua risposta.
Per quanto riguarda gli strumenti diciamo che fa sempre piacere quando qualcuno riesce a vivere "con la musica", ma parlare di novità mi sembra veramente eccessivo. Sono sempre le stesse cose viste e riviste mille volte.
Rispondi
di massisv [user #8196]
commento del 28/03/2019 ore 08:52:06
yeah, l'avete toccata piano eh :-)
Rispondi
di Quick utente non più registrato
commento del 28/03/2019 ore 09:13:44
Mi sembrano un po' "luci e ombre".
Chitarre dal design tradizionale ma con alcuni upgrade soprattutto estetici che possono essere apprezzati o meno. Per il resto non mi sembra nulla di rivoluzionario.
Sul versante amp mi sono fatto un giro sul sito e la mia opinione resta la stessa: cose già viste e riviste, magari con un'estetica particolare, ma la sostanza resta quella.
Un plauso per essere bandiera del made in italy in questi tempi difficili.
Mi piacerebbe approfondire il discorso "artisti internazionali" e capire chi davvero usa cosa e per fare che.
Se metti la chitarra in mano a Slash/Hetfield/Gallagher per farci la foto e forse poco più, non ci vedo un rapporto così profondo, anche perché tutti sanno benissimo quali sono gli endorsement di questi artisti ma tutto può essere.
In ogni caso onore a Paoletti che tiene in piedi un'azienda in Italia e fa questi prodotti in una nicchia di mercato insidiosa.
Rispondi
di Lisboa [user #47337]
commento del 28/03/2019 ore 09:23:01
Artigiani italiani che fanno strumenti con una cura ed una attenzione che le major non possono più dedicare. Esteticamente possono piacere o meno, ma credo siano fatte più che bene. Suoneranno altrettanto bene? Credo sia questo il punto. Sull’innovazione: credo che nel mondo delle chitarre elettriche non sia una condizione necessaria.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 29/03/2019 ore 08:33:53
Mi associo al commento di Muddy: ok il made in Italy, ma qui siamo proprio alla parodia in pieno stile USA.
Sull'enfasi dell'articolo, non la trovo ne' maggiore ne' peggiore di quando si spaccia per nuovo un overdrive di 50 anni fa con una firma stampigliata sopra o dal colore diverso.
Ciao
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di ventum [user #15791]
commento del 04/04/2019 ore 22:17:08
Non è il primo articolo su Paoletti che 'accende gli animi'... e francamente me lo spiego poco. Proviamo però ad andare nel merito. Dell'ampli si dice poco nell'articolo, vero. Le chitarre sono molto tradizionali dal punto di vista progettuale ma certamente l'estetica e le finiture son originali e mertiano il successo che hanno. Il marketing c'è da dire che funziona alla grande se è riuscito a metter in braccio a tante star i loro strumenti, in alcuni casi con vere e proprie signature come conseguenza... forse questo aspetto più di altri crea una certa invidia. Alla critica del 'troppo tradizionale' poi si contrappone sempre quella del 'poco tradizionale'. Basti pensare agli attacchi a Gibson che deve fare una Les Paul quella e basta. Da possessore di una Paoletti (molto tradizionale anche dal punto di vista estetico) devo dire che lo strumento è certamente ben realizzato ed equilibrato... insomma come va fatta una strato. Cercavo una buona strato con tutte le cosette giuste, tastiera acero, ponte vintage, nitro etc etc. E' capitata questa e per me rispetta tutto quel che una strato deve avere. Ad alcuni infastidisce il logo sulla paletta 'non Fender', pazienza. L'unico aspetto che mi permetto di suggerire alla ditta Paoletti, è di rispondere a chiunque li contatti. Evientemente a me non è successo così, probabilmente per una domanda forse banale, ma da altre ditte straniere ho sempre ricevuto risposte oltre le mie aspettative ai miei dubbi sui loro prodotti. Su questo c'è ancora da imparare dagli stranieri.
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