di bobchill [user #6868] - pubblicato il 15 aprile 2019 ore 10:00
La Gibson SG nasceva per rinnovare il look della Les Paul ed è diventata un mito parallelo con il nomignolo di Diavoletto. Ecco la sua storia e il suo sound.
Il nome Gibson oggi suggerisce un’immediata associazione con la chitarra Les Paul, ritenuta universalmente modello porta-bandiera della casa. Al contrario, la reazione del mercato alla Les Paul negli anni ’50 fu piuttosto fredda e, subito dopo la sua introduzione, la solid body si trovò a percorrere una strada tutta in salita.
Gibson aveva fatto un considerevole sforzo per andare incontro a diversi segmenti di mercato, proponendo il modello nelle versioni Junior, Special, Standard e Custom. Questi sforzi non portarono al successo commerciale sperato e, in retrospettiva, possiamo dire che la linea firmata dal celeberrimo chitarrista precorreva i tempi.
Eravamo dieci anni prima che grandi chitarristi come Mike Bloomfield, Keith Richards ed Eric Clapton rivelassero al mondo le grandi potenzialità di quei meravigliosi strumenti. I chitarristi delle big band del tempo sembravano non essere molto a proprio agio imbracciando una Les Paul e spesso preferivano rimanere legati a chitarre di tipo più tradizionale. D’altra parte Fender opponeva una strenua concorrenza, attraendo una crescente fetta di mercato con strumenti dal design già proiettato nel decennio successivo.
Nel 1961 Gibson decise che era arrivato il momento di svecchiare la linea Les Paul con una radicale opera di restyling e di mandare in pensione la ben nota sagoma a singola spalla mancante. Venne progettato un nuovo corpo interamente in mogano, con profilo sottile, bordi piacevolmente smussati e un profondo double cutaway che rendeva molto agevole l’accesso ai tasti più alti.
La nuova sagoma trasmetteva impressione di maneggevolezza, leggerezza, agilità, comodità, modernità ed eleganza e centrò in pieno lo scopo di incrementare le vendite della linea Les Paul.
I due piccoli corni appuntiti suggerirono agli Italiani di affibbiarle l’indovinato soprannome di “Diavoletto”, destinato a rimanere negli anni.
Nell’Ottobre del 1963 il sodalizio tra Gibson e il chitarrista Les Paul giunse al termine. La linea che portava la sua firma rimase orfana di un vero e proprio nome di battesimo e venne identificata dalla semplice sigla “SG”, che sta a indicare “Solid Guitar”.
Questa laconica sigla era già in uso da qualche anno per designare le Special. I modelli con due pickup P90, infatti, avevano perso dalla paletta la prestigiosa firma del chitarrista già a partire dal 1960.
Dunque le Les Paul Junior, Standard e Custom prodotte tra il 1961 e il 1963 con nuovo design a double cutaway appuntito vengono identificate a posteriori col nome di “SG/Les Paul”.
Le “vecchie” Les Paul single cut furono reintrodotte in catalogo nel 1968, dopo che il mercato aveva cominciato a richiederle a gran voce.
Negli anni scorsi il mio caro amico Gianni Bucci mi aveva più volte offerto l’opportunità di imbracciare la meravigliosa SG/Les Paul Standard vintage originale della sua collezione. Di recente suo figlio Silvio e la sua famiglia mi hanno ridato questa preziosa occasione. Riavere tra le mani la chitarra di Gianni mi ha dato lo spunto per riproporre questo breve tratto di storia con un video.
Il secondo filmato che vi propongo è dedicato a un’altra incarnazione del Diavoletto, una SG Special del 1965, strumento prodotto alla vigilia della cosiddetta “Beat Explosion”, vero e proprio terremoto nell’industria musicale di allora.
Entrambi i filmati sono in lingua inglese con sottotitoli attivabili nel player sia in Italiano sia in Inglese.