di redazione [user #116] - pubblicato il 16 aprile 2019 ore 07:30
Il manuale di Fabio Mariani è un corso completo di chitarra jazz pop in due volumi, tre tra poche settimane. In attesa dell’uscita ufficiale del terzo volume abbiamo raggiunto il M° Mariani per approfondire i contenuti dei suoi libri.
Quali sono i requisiti di base (tecnici e teorici) perché uno studente possa affrontare questo testo con la giusta consapevolezza e i mezzi adeguati?
Un anno di approccio e di confidenza con lo strumento sono necessari per avere quella minima familiarità necessaria.
Teoricamente la base necessaria è la conoscenza almeno fino all'Armonizzazione dei Gradi della Scala Maggiore.
Diciamo che la Parte Teorica del mio, ormai trentennale "Trattato di Chitarra Jazz", è più che sufficiente.
Nella tua straordinaria e longeva esperienza didattica, quali sono gli errori più frequenti che minano alla base uno studio corretto delle scale?
Le Scale, così come gli Arpeggi e gli Accordi sono gli elementi fondamentali per fare musica. Conoscere una Scala non significa necessariamente saperla poi usare.
Di fatto bisogna imparare a guardare e suonare le Scale da ogni punto di vista e imparare a collegarle ad altre scale.
Arnold Schonberg diceva: "La Scala è Analisi del Grado e l'Accordo ne è la Sintesi".
Suonare ripetutamente le Scale significa anche formare l'orecchio, quella percezione necessaria che poi ci guiderà nel creare musica...
Nella Tonalità Maggiore ci sono 3 Scale Maggiori diverse, molto diverse tra loro. Se analizzi solo gli accordi dei 3 gradi (I-IV e V) essi a Triadi sembrano identici nella sintesi.
Nell'analisi rappresentata dalle scale invece si evincono le differenze.
Abbiamo esaminato bene il tuo manuale. La mole di esercizi è tale e l’ordine in cui sono strutturati è così capillare e organizzato che abbiamo la sensazione possa essere un testo che - oltre a formare ed accrescere una conoscenza teorica - contribuisca a costruire anche una solida tecnica. Sei d’accordo?
Assolutamente Si. La tecnica si sviluppa con le Scale e gli arpeggi.
Non a caso nel Volume Due ho messo un intero capitolo basato sul Riscaldamento (Warm-Up). Si tratta di una serie di esercizi basati sulle Scale in ogni area del CAGED.
Ogni esercizio andrebbe ripetuto per almeno 5/10 minuti, usando le Backing Tracks specifiche che ho creato si potenzia la resistenza e la velocità, infatti ho creato delle BT a velocità crescente da 120BPM a 190BPM.
Si possono trarre grandi giovamenti da questi esercizi per il potenziamento delle mani, della resistenza e della velocità.
Aiutaci a capire l’importanza degli studi su Cadenze Composte e Turnaround che hai voluto introdurre nel manuale.
La musica è basata su strutture armoniche che alternano la tensione con la risoluzione. Potremmo sinteticamente definire le cadenze quel movimento che va dalla Tensione alla Risoluzione. I turnaround sono il contrario: si parte dalla risoluzione (tonica) per andare verso la tensione (dominante) e ricominciare da capo. Le cadenze e i turnaround sono quelle più ricorrenti in ogni situazione musicale. Bisogna imparare da subito che vuol dire passare da un grado ad un altro, da un accordo a un altro. Nel volume uno ho affrontato le cadenze composte e i turnaround semplici. Tutto con le Triadi per far crescere la consapevolezza del suono della triade.
Nel volume due (tutto basato sugli accordi di settima e arpeggi a quattro voci) ho affrontato sia le cadenze composte che i turnaround, ma questi sono in tre diverse versioni: semplici, con unadominante secondaria e con due dominanti secondarie. Nel Jazz (ma non solo) l'uso delle dominanti secondarie è fondamentale. Il Bebop di Charlie Parker era tutto basato su cadenze e turnaround. Nel volume due ho aggiunto anche lo studio del Blues in F in ogni area del CAGED sia con studi melodici che armonici. Il Blues è un'altra forma fondamentale da studiare a fondo, inoltre contiene sia cadenze che turnaround.
Nel volume tre (che segue i medesimi principi di divisione in cinque aree) ho affrontato l'uso delle scale alterate (diminuite, esatonali ecc...) tutto applicato alle cadenze semplici (V-I), turnaround, con l'uso di sostituzioni e abbellimenti. In questo volume tre ho affrontato anche un'altra struttura fondamentale: il Rhythm Change, la struttura armonica di "I Got a Rhythm" di Gershwin.
Questa è stata ed è parte fondamentale del patrimonio jazzistico di ogni musicista e nasconde una serie di complessità che non si sono mai affrontate prima didatticamente.
Nella nostra recensione ci siamo sentiti di suggerire il tuo testo anche agli insegnanti che cercano un metodo a cui appoggiarsi per spiegare le scale. Agli insegnanti che tipo di suggerimenti metodologici ti sentiresti di dare per valorizzare al massimo il potenziale didattico di questo lavoro?
Questi 3 Volumi di studi necessitano di diversi anni per elaborare tutto il materiale. Non bisogna avere fretta. Gli studi vanno eseguiti usando le backing tracks perché a differenza del semplice metronomo danno la sensazione di stare già suonando, tutto meno noioso e soprattutto cresce in modo inconsapevole l'orecchio.
Tutti i tre volumi sono divisi in due parti: La prima dedicata agli studi melodici e la parte seconda dedicata agli studi armonici. Unire sempre un po’ di studi melodici con degli studi armonici in ogni lezione. A discrezione del singolo insegnante poi interrompere, per un periodo di non oltre un mese e infilare nel programma lo studio di qualche brano, magari usando i medesimi principi, per abituare lo studente a capire come si fa a spostare tonalità e ad applicare le scale e gli arpeggi in un contesto nuovo.
Per questo sto elaborando altri libri di studi integrativi basati sul repertorio, che seguono gli stessi principi dei volumi di studi ma applicati a singoli brani.
Ogni brano ha delle difficoltà proprie in termini di tonalità, collegamenti, durate, velocità, ritmo. Solo così si impara veramente.