di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 03 ottobre 2019 ore 12:30
Pete Thorn ha fatto tappa al Centro Chitarre di Napoli per condividere col pubblico i segreti dietro il suo sound e la composizione musicale casalinga.
Richiesto sideman, musicista di livello che ha condiviso il palco con artisti del calibro di Chris Cornell, Pete Thorn ha conquistato i favori del pubblico internazionale in veste di “guitar nerd”.
Il popolo di Internet conosce bene le gesta del chitarrista, un riferimento per i fanatici della strumentazione in continua ricerca di nuovi spunti. Pete è il titolare di uno dei canali YouTube d’oltre oceano più seguiti per quanto riguarda la condivisione di strumenti musicali, ha dimostrato nel tempo di conoscere bene le dinamiche di un buon suono e di padroneggiare a dovere le tecniche di registrazione, aspetto che rappresenta una fetta importante della sua professione.
Affezionato utilizzatore di strumenti Suhr, Thorn è oggi endorser del marchio e ha fatto visita al Centro Chitarre di Napoli per l’ultimo di tre appuntamenti attraverso lo Stivale, tutti incentrati sul suo rig e sul processo produttivo dietro la sua musica.
Pete Thorn è stato in città giovedì 2 ottobre 2019, sfidando l’incontro del Napoli in Champions che si svolgeva quasi contemporaneamente e uscendone decisamente vittorioso, a giudicare dall’affluenza di pubblico nella sala centrale del Centro Chitarre.
Tema d’apertura è stata la sua chitarra Suhr signature, solid body sullo stile della gamma Modern nata nel 2017 ed evoluta nel tempo fino a giungere all’edizione rosso metallizzato sfoggiata in tour.
Il modello è stato aggiornato nel 2019 con un ponte Wilkinson Locking Tremolo: un vibrato a due fulcri dal sound e dall’estetica tradizionali, ma con una vite su ogni selletta per bloccare le corde e offrire una stabilità più vicina a quella di un Floyd Rose, complici anche le meccaniche bloccanti marchiate Suhr.
L’elettronica è costituita da due pickup humbucker disegnati da Suhr appositamente per Peter, con selettore a cinque posizioni e push-pull per offrire l’ampia gamma di toni di cui un turnista ha bisogno.
A dispetto dell’estetica, una modernizzazione del concetto chitarristico californiano per eccellenza, la signature svela dei contenuti rivolti più alla diretta concorrenza. La cassa è in mogano con camere tonali per un peso ridotto, coperta da un top in acero e abbinata a un manico in mogano con tastiera in palissandro. L’assemblaggio del manico resta tuttavia a quattro viti, per quanto assottigliato al fine di fornire un accesso più confortevole agli ultimi tasti.
Novità del catalogo estivo 2019 è l’amplificatore che siede alla sua sinistra. La testata, abbinata a una cassa 2x12 con coni montati in diagonale, è un modello PT15 IR, ancora una volta una signature progettata a quattro mani con Suhr.
Il valvolare sfodera 15 watt di potenza su valvole 6L6 strutturati in tre canali. Caratteristica pensata per le precise necessità di Pete - e apprezzabile da qualsiasi chitarrista da studio e home studio - è la presenza di un carico reattivo per utilizzare in Line Out le simulazioni di cabinet basate su Impulse Response senza richiedere un dummy load o alcuna cassa reale collegata. Le simulazioni sono comunque utilizzabili di pari passo con la cassa fisica, pertanto l’amplificatore diventa ideale anche per chi vuole suonare dal vivo usando il proprio cabinet come monitor personale e inviare il segnale al mixer senza le complicazioni di un microfono tradizionale.
In totale, la testata contiene 16 casse virtualizzate con una serie di microfoni considerati uno standard per il lavoro in studio e sul palco, ed è possibile programmare dei preset abbinando un cabinet diverso a ogni canale dell’amplificatore.
Lo step successivo dell’incontro sposta l’attenzione sulla vera e propria produzione musicale casalinga. Alla destra di Pete si può vedere un grosso monitor che replica ciò che accade sul suo Macbook. Un PA dietro di lui, due casse monitor da studio ai lati e una scheda audio: tutto è registrato in diretta dagli IR dell’amplificatore.
Il set consente a Pete di illustrare dal vivo il suo processo creativo, simulando la nascita dei brani che, in maniera quasi estemporanea, scrive per introdurre ognuno dei suoi video su YouTube.
Tutto ruota intorno a Logic, DAW per Mac OS da cui deriva il più essenziale (e gratuito) Garage Band. Il software fornisce quasi tutto il necessario per registrare e trattare tracce multiple. Pete vi associa pochi plugin, tra i quali spicca EZ Drummer di Toontrack, una drum machine dal suoni decisamente convincenti e dall’impiego intuitivo grazie alla quale possono prendere forma tutte le idee precedentemente registrate a voce su un comune smartphone, quando l’ispirazione colpisce.