Warm Up: Solieri, Gussoni, Dei Lazzaretti e i Mancuso
di redazione [user #116] - pubblicato il 11 giugno 2020 ore 15:30
Una parata di nomi leggendari della scena nazionale tra cui spiccano, bellissimi, Vincenzo e Matteo Mancuso, padre e figlio; il primo eccellente chitarra di tanta musica italiana di qualità e il secondo, giovanissimo fuoriclasse della chitarra strumentale a livello internazionale. Tutti assieme, ci dicono la loro in fatto di warm up.
Continuiamo a parlare di warm up e riscaldamento coinvolgendo tanti musicisti d'eccezione.
Maurizio Solieri
Prima dei concerti accordo le mie chitarre con grande attenzione. Venendo da lunghi soundcheck non ho bisogno di esercitarmi e scaldarmi particolarmente, anche perché non sono uno shredder. Quando suono, cerco piuttosto di stare attento al timing, all’intonazione e al tocco. Comunque, anche se volessi esercitarmi sarebbe impossibile farlo con la gazzarra degli amici musicisti in camerino! Quindi, si va sul palco e si suona!
Chicco Gussoni
Allora, solitamente mi piace avere un po’ di tranquillità intorno, soprattutto in camerino.
Qualche esercizio di stretching per le mani e la schiena e obbligatorio se suoni 3 ore e mezza, e sai che con Baglioni la media è quella!
Ricordo, a proposito della tranquillità in camerino, questo aneddoto che risale a un tour con Franco Battiato nel 1997. Alla chitarra, oltre a me, c’era come special guest David Rhodes, chitarrista di Peter Gabriel.
Si sa che noi italiani siamo caciaroni e spesso mogli, fidanzate e figli e amici sono a seguito ai concerti, frequentando anche quegli spazi che, in teoria, dovrebbero essere riservati solo agli addetti.
Beh…dopo tre date del tour, David Rhodes arrivò con un cartello che appese fuori dal camerino con scritto: “NO FAMILY!”. E ci raccontò che da loro, si usa avere una Guest Room dove salutare gli ospiti e gli amici, perché il camerino deve essere SOLO per la band e l’artista.
Aveva ragione: prima del concerto ognuno deve potersi rilassare, concentrare e preparare allo show.
Maurizio Dei Lazzaretti
Uso fare degli esercizi di warm up sul pad prima di cominciare a studiare ma, prima di un concerto, faccio solo un po’ di movimenti circolari per le braccia, spalle e collo.
Per quanto riguarda l’atteggiamento mentale, prima di un concerto importante cerco di restare tranquillo ed evito distrazioni. Nonostante il passare degli anni, l’adrenalina prima di un concerto è sempre tanta e non fa distinzione tra piccoli o grandi artisti, riguarda tutti, non ci si può “abituare” all’emozione del palco; anzi, guai se fosse così! Ma anche riguardo questo aspetto, cerco di “domare” la tensione attraverso il lavoro che faccio a casa; per me sarebbe inutile fare qualcosa solo poco prima della performance in pubblico: a quel punto è già tardi!
Matteo Mancuso
Di solito, prima di registrare, limo un po’ le unghie se sono diventate troppo lunghe perché preferisco averle molto corte, soprattutto quando si tratta di registrare qualcosa in distorsione. Poi faccio un classico warm up di scale e arpeggi nella tonalità del brano che andrò a registrare. Invece, prima di un live, mi piace semplicemente rilassarmi e non toccare lo strumento più di tanto. Di solito non ripasso nulla prima di salire sul palco perché così, mi sento più tranquillo.
Vincenzo Mancuso
Di solito faccio scale con note ripetute, arpeggi su accordi con barrè per scaldare la mano sinistra.