Addio Intel, benvenuto Apple Silicon: passaggio epocale per il Mac
di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 23 giugno 2020 ore 11:00
Apple dice addio a Intel: i prossimi computer Mac saranno basati su processori interamente progettati a Cupertino. Ecco cosa significa per gli utenti e i musicisti.
La notizia diffusa al primo Keynote per la settimana del WWDC prepara gli utenti a una fase tutta nuova della storia Apple.
Appuntamento imperdibile per tutti i fan della Mela Morsicata, il WWDC 2020 apre i battenti - virtuali a causa del Coronavirus - il 22 giugno 2020. È l’occasione per sollevare il sipario sul nuovo sistema operativo Mac OS Big Sur, sempre più vicino alle estetiche e alle funzionalità dei dispositivi iOS, ma è soprattutto il momento di annunciare l’abbandono dei sistemi Intel per passare a processori proprietari marchiati Apple.
Il passaggio da Intel a Apple Silicon - questo il nome dei processori basati su architettura ARM - potrebbe segnare una svolta significativa per il destino dell’azienda e per i suoi utenti.
L’abbandono dei chip Intel vuol dire spostare tutto il sistema Macintosh su una piattaforma nuova. Un taglio col passato che riporta alla memoria i tempi del Power PC.
Andata e ritorno dal Power PC
Power PC è l’architettura sfruttata da Apple prima del passaggio a Intel avvenuto nel 2006. All’epoca, la transizione fu accolta dai fan con entusiasmo. Una “standardizzazione” dell’hardware avrebbe portato a un avvicinamento dei sistemi Mac e Windows, con conseguente aumento dei software e delle periferiche a disposizione e una maggiore compatibilità tra le piattaforme. La diffusione dei Mac negli anni a seguire ha dato ragione a Apple. Tuttavia, non sono mancati gli utenti che hanno cominciato a lamentare una minore efficienza dei computer, se rapportati al divario che connotava i vecchi Power PC rispetto ai loro corrispettivi Windows dell’epoca.
L’apertura verso altri sistemi porta infatti anche delle limitazioni: maggior compatibilità vuol dire anche minor possibilità di ottimizzare un singolo software nei confronti di un singolo hardware.
L’esclusività che da sempre caratterizza Apple è in parte chiave del suo successo e ora l’azienda di Cupertino sente che i tempi sono maturi per tornare a basare tutti i sistemi Mac su un’architettura proprietaria.
Più vicino a iOS
I processori Apple Silicon su cui gireranno i futuri Mac nascono sulla scia dei chip disegnati per iPhone prima, per iPad in seguito e infine per Apple Watch. Grazie a questa vicinanza, potranno rendere disponibili in futuro anche sui Mac alcune caratteristiche finora esclusiva degli smart device.
Così come accade con gli altri prodotti Apple, i nuovi Mac con processori Apple Silicon promettono sistemi hardware e software ottimizzati per lavorare espressamente in ambiente Mac, capaci di risultare più efficienti, esprimendo maggior potenza a fronte di un dispendio minore di energia.
Un unico linguaggio
Il ritorno a un processore Apple, per di più derivato dalle tecnologie già sviluppate per iOS e Watch OS, rende le linee di demarcazione tra i computer, i tablet e gli smartphone di Cupertino sempre più sottili.
L’adozione di un’architettura in comune con tutti gli altri prodotti Apple renderà la vita più semplice ai programmatori che vorranno sviluppare e adattare software sulle diverse piattaforme.
Inoltre, le app per iOS potranno essere installate direttamente sui Mac dall’App Store senza richiedere alcuna modifica da parte degli autori.
Ciò vuol dire che anche tutti gli applicativi musicali nati per iOS potranno girare su un computer senza passaggi intermedi.
Sarà potenzialmente possibile sfruttare la stessa versione di Garageband sul proprio iPhone e Mac, lavorando sul medesimo progetto da entrambi i dispositivi e scambiando file e progetti senza vincoli. Lo stesso varrà per i software di amp modeling come AmpliTube o BIAS, o con gli innumerevoli strumenti virtuali che popolano l’App Store i iOS.
Retrocompatibilità
Il passaggio da Intel a Apple Silicon non avverrà con un taglio netto. La transizione sarà graduale e invoglierà gli sviluppatori a portare il loro lavoro sui nuovi sistemi.
X Code consentirà alle software house di convertire e aggiornare le applicazioni native Intel sui nuovi sistemi Apple. I software Apple come Garageband, Logic, Final Cut e le applicazioni della vecchia suite iLife saranno già pronti per le nuove architetture nel giorno dell’uscita di Mac OS Big Sur, che è atteso in autunno come aggiornamento gratuito per gli utenti Mac.
Grazie all’applicativo Universal 2, i programmatori possono estendere la compatibilità dei propri software ai chip Apple continuando a supportare i sistemi basati su processori Intel.
In questo campo, Apple dichiara di essere già al lavoro con Microsoft per l’aggiornamento del pacchetto Office e con Adobe per il Creative Cloud.
Torna anche Rosetta, il convertitore automatico di applicazioni per l’utente finale.
Sulla base dell’esperienza effettuata durante il passaggio da Power PC a Intel con la prima versione di Rosetta, la nuova edizione converte in automatico le applicazioni già esistenti per Intel nel linguaggio richiesto dai chip Apple.
L’annuncio dei processori Apple Silicon è avvenuto ieri 22 giugno durante il primo Keynote del WWDC 2020. È possibile seguirlo a 1:26:00 dall’inizio dello streaming.
Cosa significa per gli utenti
Secondo gli appassionati della “vecchia scuola”, la scelta potrebbe portare a una nuova epoca d’oro per Apple, come quella attraversata con l’uso dell’architettura Power PC.
L’interruzione del supporto verso i chip Intel potrebbe significare anche la fine per i sistemi Hackintosh, cioè tradizionali computer assemblati dagli utenti e opportunamente modificati per montare il sistema operativo Apple.
Quanto tempo ci vorrà
Per la fine del 2020 i primi Mac con processori Apple Silicon toccheranno il mercato.
Nel giro di due anni, Apple prevede di completare la conversione di tutti i sistemi software verso le nuove piattaforme.
I Mac basati su chip Intel non vanno in pensione immediatamente e saranno supportati per diversi anni, con nuovi modelli ancora nelle prossime linee di produzione.