Complice il caldo asfissiante di questo periodo, complice qualche video su YouTube, complice il trend digitale del momento, mi è venuto il classico colpo de mona (in dialetto veneto): voglio il digitale, quello serio però.
La necessità nasce dalla vita di appartamento, dove il valvolare serve per appoggiare la stampante, dove il volume è sempre troppo alto. Però le cuffie (le mie sono AKG K240) fanno un caldo bestia, e poi colorano troppo il suono. Vuoi che non ci sia una testata a transistor che faccia anche il caffè come le recenti pedaliere?
Non c’è. Almeno io non l’ho trovata. Con il caricamento di IR, no. Vabbé, mi sono detto. Poi, navigando su YouTube vedo metallari che cacciano dentro al Mooer Radar i Metal Zone e ottengono buoni risultati. E, guarda caso, io il Mooer Radar l’ho pure preso!
Come dicevo, risultati buoni se non stupefacenti. Eh ma il riverbero, ma il chorus, ma l’aux, ma una jam con una base su YouTube... Come si fa?
Certo che so come si fa, per esempio basterebbe un mixerino, ma facciamo finta di sapere di non sapere, toh.
E allora buttiamo la Zoom G3 dentro il Mooer!
Però, non ci siamo. Suona finta, brutta, fina. Poi, l’illuminazione sulla via di Damasco.
Circa 17 anni fa avevo un amp modeling. 17 anni fa eh, prima generazione, robe inascoltabili ormai. Poco prima di venderlo, ricordo che avevo provato a disabilitare la simulazione di cassa e far lavorare il suo cono: beh, il suono era fico, ma tanto all’epoca io volevo valvolare o morte. Benedetti siano i 15 anni.
Ormai di acqua sotto i ponti ne è passata, apro mercatino, cerco il prodotto. Lo trovo a prezzi che, se vado con la compagna al ristorante, spendo di più.
Contatto, compro, porto a casa, provo. Suono in cassa molto accettabile, poi collego il Mooer alla sua mandata (all’epoca si buttava dentro tutto: ha send return, due uscite jack analogiche, due XLR, doppio jack (per effetto stereo) per casse aggiuntive, Aux In e MIDI). Carico le mie IR. Metto le cuffie.
E vabbè, dai, stiamo scherzando. Non ci credo.
Da qui, l’idea. Scarico Helix Native. Versione demo, ma tanto devo fare due registrazioni dal vivo (prodotto bellissimo, per l’inciso). Faccio passare tutto, sia ampli misterioso sia chitarra diretta attraverso Zoom G3 (lo so che è brutta come interfaccia, ma tutti e due se la sono pigliata quindi la bruttezza rende tutto imparziale). Vediamo contro i pesi massimi se fa ancora lo sborone?
Clean (misto crunch misto mare, per far risaltare la dinamica):
Strato Mex con i Tonrider -> Ampli -> Zoom G3 -> Reaper con IR Loader (in questo caso, IR Ownhammer di un Deluxe con il C12). L'ampli dice che sto simulando un Deluxe.
Helix Native.
Stessa chitarra-> Zoom G3 -> Reaper -> Helix Native + Stessa IR di prima
Crunch Peso:
Les Paul Harley Benton (grandi soddisfazioni) -> Ampli -> Zoom G3 -> Reaper con IR 4x12 Marshall con i G12 (se non ricordo male) . L'ampli dice che sto simulando una Plexi.
Helix Native. Stessa chitarra, stessa IR di prima, si simula una Plexi rabbiosa.
Roba Pesa
Les Paul Harley Benton (grandi soddisfazioni) -> Ampli -> Zoom G3 -> Reaper con IR 4x12 MESA con i V30 . L'ampli dice che sto simulando una Mesa Boogie Rectifier.
Helix Native...beh, avete capito no?
E ora lo showdown: ecco il colpevole!
Ad orecchie esperte, il VAMP è più chiuso e scuro rispetto ad Helix. È complice la registrazione più bassa di volume. E comunque sono cose risolvibili mediante giusta equalizzazione.
Piccola riflessione semiseria.
Il VAMP2, da dove nasce questo (che di fatto è VAMP+finale a transistor) è uscito nel 2001. Già lui era copia del POD (anno domini, 1998). Basta caricarci le IR e si avvicinano così alla tecnologia moderna.
Ma allora... la ricerca? Lo sviluppo? Ovvio che gli effetti sono migliori e bla bla, anche se sarebbe da spippolarci sopra per vedere quanto migliori. Ma il suono, il core che c'interessa tanto non si è modificato più di tanto. Anzi.
20 anni signori, 20 anni.
Per i duri, ho anche le registrazioni con i cab originali Behringer (fornisco solo se dichiarate di essere maggiorenni, fanno orrore veramente). |