Per ascoltare i brani dei nostri gruppi e cantanti preferiti negli anni 60s, c'era un solo metodo, l'uso del giradischi, meglio se provvisto di piastra a più velocità di cui essenziali erano quelle a 45 giri e a 33 giri per i microsolco ed album a 33 giri di cui molti ancora mono (vedi il primo degli "The Shadows" intitolato "Meeting with The Shadows"), però molte dotate anche del 78 giri per i vecchi dischi in bachelite e dell'inutile 16 giri. Poi per ore ci mettevano ad ascoltare i brani ricavati dai solchi tramite le mitiche testine piezo, mono e stereo, Ronette, ne ho ancora una conservata, la versione stereo a due punte, ma la mia prima attrazione fu per il sax contralto di Fausto Papetti, ascoltato da un 45 giri avuto in regalo dal negoziante che vendette a mio padre la mia prima fonovaligia, marca Europhon, regalo della mia promozione alle medie classiche; il brano era la colonna sonora del film cult "Summerplace" (Scandalo al Sole) del 1959. In seguito ebbi in regalo il "Gelosino", registratore a bassa velocità con cui incidevamo i brani ascoltati in radio, ancora AM, e mi comprai il mio primo mangiadischi, della Irradio, color rosso-arancio e famoso all'epoca (oggi ne ho uno della Geloso recuperato ad un mercatino delle pulci) che resi anche amplificatore portatile per la chitarra applicandogli una presa jack sul retro. Ricordo poi il primo stereo, una fonovaliggia della Reader Digest con coperchio divisibile in due perchè montava gli altoparlanti che dovevano essere separabili, ed u'altra mono della Geloso che era dotata di un potente amplificatore a transistors al Germanio (in finale aveva una coppia di OC26), di cui ho conservato in seguito solo quel pannello facendolo diventare anch'esso amplificatore per chitarra portatile. Poi vennero gli anni 70s e scoppiò la mania dell'HI-FI, quello vero-pesante: Marantz,Thorens, casse AR in testa ed infine i registratori multi-piste. Alcuni li ho conservati: un ampli Marantz PM550, un giradischi Thorens TD 125 MK II e il registratore TEAC 3440.
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