Premesso che di Fender Made in Mexico non ne ho mai avuta nessuna anche perchè l'unico basso che cercai di comprare di tale provenienza aveva il pickup al ponte completamente diverso dall'originale montato sul Fender VI del 1963, (anche l'inserimento dei pickup era alla Stratocaster), quindi, salvo una Made in China e 2 Made in Korea (di queste una è marcata Squier), tutte le altre mie Fender sono tassativamente Made In USA con in più le 2 migliori asiatiche che sono sono giapponesi di cui parlerò. Anno 1983, dopo aver dato via sia una Fender Esquire pre-CBS ed una Jaguar Custom del 1966, dopo aver comprato prima una Gibson SG Standard del 1973 usata da un collaboratore di Alessandria e una pesantissima ma nuova Fender Stratocaster Tobacco Sunburst palettona del 1978, decisi che una Tele mi mancava e colsi l'occasione di una butterschotch, in condizioni pari al nuovo. Me la portai a casa per lire 450mila e solo lì mi accorsi sia del "Made in Japan" che della scritta "Squier" sul riccio della paletta, ma suonava molto bene e aveva un manico di mio gradimento. Anno 1987, dopo una delusione avuta con una Contemporary Stratocaster color Peeweter che aveva un blocca corde a grilletto da vera e propria cesoia per i cantini, mi fu offerta dal negoziante, in sostituzione, una Telecaster Pasley Sunburst, anch'essa Made in Japan e fu amore a prima vista. Anni dopo ebbi l'occasione di rimpiazzare la mia compianta Mustang Competition Blue del 1972, con una identica, anche se di colori più accesi, Made in Japan del 1999, avuta in una permuta assieme ad un basso a 5 corde Washburn B105 attivo color rosso, entrambi in cambio di una mia Godin LGXS con cui non c'era mai stato feeling da parte mia. Quindi a conti fatti, 2 giapponesi, 2 Koreane (lo Squier VI e la Fender Stratocaster prodotta da Samick nel 1989) più la Telecoustic Flowers, le mie Fender con gli occhi a mandorla sono 5 in tutto, contro 3 bassi e 4 chitarre statunitensi.
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