AD, come American Dream, rappresenta la volontà di Taylor di portare la cura e la raffinatezza proprie della produzione statunitense nelle case degli appassionati, per una cifra altamente concorrenziale.
Shape originali, attenzione per i dettagli, bracing proprietario e manici inconfondibili sono gli elementi che i fan riconoscono in una Taylor di fascia alta, e la AD17 li ha tutti, per una frazione del prezzo.
La Grand Pacific e il V-Class Bracing .
La forma della GP rappresenta una take alternativa sul classico dreadnought che, unita all’originale catenatura, dimostra come il settore della liuteria acustica abbia ancora tanto da dire e da esplorare, quanto a nuove tecnologie.
Anche nella AD17, il bracing tradizionale a X lascia il posto a un progetto esclusivo che assume la forma (e il nome) di una V, due listelli che passano ai lati della buca per unirsi sul punto più basso della cassa con concetti a metà strada tra il mondo flat top e archtop.
Lo scopo è ottenere il massimo equilibrio tra dettaglio sonoro e proiezione acustica, dando vita a strumenti capaci di suonare bilanciati su tutta l’escursione e con una voce potente senza rinunciare al sustain.
La Taylor Grand Pacific AD17 della collezione American Dream riesce a incarnare anche la sensibilità dell’azienda ai temi di sostenibilità ambientale.
Così la cassa diventa in ovangkol, legno illustrato come una valida alternativa al palissandro col quale in effetti sembra condividere calore e prontezza nella risposta, sfoggiando dalla sua un tono miele dalle fitte trame parallele a tratti tridimensionali, quando colpite dalla luce.
È un classico invece l’abete sitka adottato per la tavola armonica.
Originale è l’abbinamento scelto per manico e tastiera, che abbina del tradizionale mogano a una tavola di eucalipto, anche questa segnalata come simile per risposta al palissandro e con un’estetica - se debitamente trattata - molto vicina all’essenza indiana.
Il tutto è confezionato in uno shape Grand Pacific, cioè d’ispirazione dreadnought con spalle tondeggianti e una “pancia” non eccessiva. Il mix si rivela comodo da abbracciare anche per un fisico minuto e confortevole anche durante lunghe sessioni grazie a piccoli accorgimenti come la leggera smussatura lungo tutti i bordi. L’assenza di uno spigolo vivo su top e fondo può sembrare un’inezia ma, al pari con la fine lavorazione sui bordi della tastiera, può davvero fare la differenza nell’utilizzo pratico.
La suonabilità è di certo un punto di forza per la AD17. Il manico Taylor è ben noto per il suo profilo confortevole, che accompagna la mano con una leggera V in prima posizione per poi arrotondarsi via via che si procede lungo i fret, lasciandosi cingere dal palmo e dal pollice durante le linee melodiche che si sprigionano sempre definite, consistenti e cariche di sustain anche sui fret più alti.
La cassa priva di spalle mancanti limita senz’altro la libertà di movimento sui registri più estremi, rendendo poco pratico spingersi oltre il punto di giunzione tra cassa e manico all’altezza del 14esimo tasto. Tuttavia, la natura della Grand Pacific non è quella di uno strumento per virtuosi delle tecniche moderne e delle polifonie intricate, bensì di un oggetto ideale per ripercorrere la miglior tradizione folk con tutta la praticità di una progettazione tecnologicamente all’avanguardia.
Così si può contare su bassi abbondanti ma mai slabbrati, acuti proiettati con decisione e mai penetranti, una costante sensazione di “a fuoco” che attraversa tutta la tastiera, in ogni posizione.
L’action di fabbrica “bassa ma non bassissima” crea una discreta tensione per le corde e contribuisce a suggerire che ci si trova dinnanzi a un progetto che ossequia la tradizione, da strapazzare con la pennata decisa che si richiede quando si ha bisogno di farsi sentire in un contesto acustico puro.
La versione in prova, infatti, è priva di elettrificazione, e la sua risposta acustica e dinamica è cruciale per la soddisfazione del musicista.
Chi sente il bisogno di avere un modello pronto all’uso sul palco può contare sulla variante AD17e, provvista dell’ottimo Expression System di Taylor. La AD17 “liscia” risulta però ottimale per valorizzare la risonanza puramente acustica del progetto, un disegno che dà vita a una gamma dinamica di rilievo, in grado di sostenere con naturalezza le note appena sussurrate e di lasciare ampio margine per calcare la mano prima di avvertire una soglia di leggero appiattimento nelle pennate più potenti, dove il timbro si apre, si carica d’attacco e sfoggia tutta la sua propensione all’accompagnamento puro.
Con un prezzo sul cartellino che per poco entra nel campo delle quattro cifre, la AD17 non è certo una chitarra regalata, ma accessibile e capace di offrire le principali caratteristiche che fanno di una Taylor “una Taylor”.
Un progetto ben riuscito, il cui unico vero lato negativo è che porterà inevitabilmente il chitarrista al desiderio di approfondire la conoscenza di tutto il restante catalogo Taylor di fascia alta.
Per compiere un primo passo, la AD17 Blacktop può essere vista con scheda tecnica e altre foto anche sul sito Taylor . |