Subito dopo la Stratocaster, la Telecaster è forse lo shape più imitato al mondo. Soundsation non ha mai tenuto segreta la propria passione per le solid body di scuola californiana, ma in più occasioni ha dimostrato di saperne rimescolare gli ingredienti per ricavarne qualcosa di diverso, interessante sotto l’aspetto tecnico quanto per il prezzo sul cartellino. E la Twanger Vintage Pro nasce esattamente da questa filosofia.
La Twanger è la Telecaster-style di casa Soundsation, e la Vintage Pro è il modello con cui l’azienda specializzata in strumenti entry level e dintorni intende dedicare un tributo alla prima creazione di Leo Fender, guardandosi bene dal farne una banale copia carbone.
La liuteria alla base della Twanger Vintage Pro attinge ai canoni consolidati per la categoria, con un body in ontano dalle forme classiche, con venature evidenti e privo di vistose giunzioni antiestetiche: nella chitarra in prova, le tre tavole che lo compongono sono affiancate in maniera ottimale.
In catalogo i colori classici ci sono tutti, più qualche piacevole sfumatura meno inflazionata come il caldo Honey Burst che abbiamo stretto tra le mani.
Come da tradizione, il manico è in acero e la scelta per la finitura cade sul gloss, ben lucido ma non appiccicoso come può accadere su altri strumenti della stessa fascia.
Oltre all’acero, è un piacere notare l’opzione di una tastiera in palissandro, che pian piano sta riconquistando il suo spazio nei cataloghi anche tra le produzioni orientali, dopo una fase in cui il legno bruno sembrava destinato a sparire.
Dei dettami vintage, la Twanger riprende i 21 fret, mentre il profilo del manico più schiacciato rispetto alla classica C e il raggio di 16 pollici della tastiera generano una suonabilità sensibilmente diversa rispetto a quella che ci si aspetterebbe su uno strumento d’ispirazione retrò. Il vantaggio va dritto all’esecuzione di bending profondi e nel comfort quando si tratta di eseguire voicing più articolati o chord melody. Come sempre, tutto si riduce anche a una questione di preferenze e sensibilità personali del musicista.
Ancora una volta guarda al passato l’hardware, con meccaniche vintage ad alberello sottile - ma con occhiello anziché il solco in testa - e con un ponte Wilkinson a tre sellette. Immancabile è la placca in metallo con selettore a tre posizioni, volume e tono.
Classica è anche la configurazione elettronica, con due single coil dall’output contenuto, decisamente reattivi al tocco, per melodie docili quando richiesto e per una voce che ha del legnoso quando si picchia forte.
Quando si ha a che fare con una chitarra in stile Telecaster nella fascia di prezzo della Twanger Vintage Pro - siamo un pelo sotto i 400 euro nei principali store online - è facile incappare in strumenti dalla timbrica a volte eccessivamente brillante, che sacrificano corpo e sostanza alla ricerca del twang assoluto. Ma non è questo il caso: il verso della Twanger non è un “quack”, bensì una voce più calda.
In particolare col pickup al manico, il tono è comunque ricco di attacco e con una gamma acuta riconoscibile, ma l’articolazione sui medio-bassi dona una dolcezza e una profondità che solitamente si associano a pickup di altro tipo, per certi versi quasi nella direzione dei P90. In distorsione il suo carattere è evidente, facile da modulare con la plettrata e con medi non eccessivi, ma intelligibili e con il giusto focus per un’escursione solista vecchio stile.
Al ponte resta il proverbiale “naso” della Telecaster, accompagnato da un discreto corpo per non suonare mai metallico. Anzi, la Twanger riesce a risultare solida e compatta in clean quanto violenta in saturazione, con un’aggressività naturale anche senza spingere troppo col gain.
In posizione centrale, la miscela è da manuale, jangly, tutta da strappare con le dita o per un accompagnamento saltellante con bassi alternati, che suonano presenti ma fermi. Country e rockabilly sono dietro l’angolo, rinunciando forse a un pizzico di chiarezza “alla californiana” in favore di un’impronta un pelo più scura, che potrebbe mettere maggiormente a proprio agio chi - in quei generi - ama muoversi con strumenti hollow e semihollow.
Sgranata quando serve, mai sguaiata e comunque 100% Telecaster, in overdrive la Twanger risulta particolarmente divertente, riscoprendosi a proprio agio sia sui crunch di un certo tipo di indie, sia con un muff o con un fuzz più spinto, fino anche alla distorsione pura, dove suona decisa e “giusta”. Non è una chitarra pensata per i generi più spinti e il ronzio della bobina singola, certo, si fa sentire ad alti volumi e ad alti livelli di gain, ma è nella “sporcizia” che il ringhio della Soundsation tira fuori il suo carattere, godereccio, spassoso, da approfondire senza alcun dubbio.
La Twanger Vintage Pro ha dimostrato di saper offrire un valido tributo alla tradizione californiana senza puzzare di copia. Ha una voce e una suonabilità riconoscibili, che ne fanno un’alternativa da tenere d’occhio per chi è in cerca di un muletto classico eppure diverso, o per uno studente avvezzo a una suonabilità tipicamente moderna ma incuriosito da linee e sound d’annata. e, se vi riconoscete in queste descrizioni, una prova sotto le proprie dita è senz’altro consigliata. |