di redazione [user #116] - pubblicato il 26 agosto 2022 ore 13:15
Un comunicato diffuso via web, con la firma di Michael Fuller, spiega le motivazioni della chiusura annunciata di Fulltone Pedals: sarebbe la fine di un’epoca.
“Fatti in USA dal 1993” si legge nel logo Fulltone, laboratorio di pedali entrato nella leggenda grazie a progetti largamente apprezzati da appassionati e professionisti come l’OCD, il Full-Drive e il Supa-Trem. La storia di Michael Fuller e dei suoi stompbox sarebbe ora giunta al capolinea.
“Con un peso al cuore annuncio che Fulltone chiuderà battenti in California dopo trent’anni. L’edificio, di cui sono proprietario, è in vendita”.
Con queste parole si apre il comunicato diffuso da un utente sul forum TheGearPage. Apparentemente destinato a rivenditori e distributori, il testo espone la volontà di Michael Fuller di interrompere la produzione dei suoi effetti boutique e ritirarsi a vita privata.
Il comunicato non appare su nessun canale ufficiale dell’azienda, ma diversi indizi sembrerebbero confermarne la veridicità.
Nel testo, Fuller continua: “Io e il mio staff vogliamo ringraziarvi per averci supportato in tutti questi anni e per aver sopportato le mie eccentricità. Non dispiacetevi per me, ho fatto molti errori e imparato molto negli ultimi trent’anni. Il dispiacere è per i miei impiegati da 10, 15, 20 e 26 anni che sono come una famiglia… Avrei chiuso anni fa se non fosse stato per loro.”
Nel passaggio è impossibile non notare riferimenti alle recenti questioni legate alle vicende di George Floyd, afroamericano deceduto durante un fermo della polizia scatenando violente proteste in USA nel 2020. Un post poco felice sul tema, comparso sui social di Fulltone, ha attirato le antipatie dell’intero settore sull’azienda, fino a spingere colossi come Guitar Center e Reverb a boicottarla, interrompendo la vendita dei prodotti a marchio Fulltone.
Tuttavia, non sembra essere questa la ragione della chiusura: “È andata bene finanziariamente in parte anche grazie a voi, e a buona parte degli anni 2000 più alcuni buoni investimenti, quindi è il momento di godersi i frutti del lavoro. Chiudo il Fulltone CA Shop perché non comincerò a mettere i miei soldi personali in un’attività che non genera più profitto… il clima di questi quattro anni rende il made in USA impossibile. Fulltone resterà una Corporation, continuerò a difendere il mio patrimonio mondiale di marchi registrati e di brevetti del valore di 3 milioni di dollari, e costruirò qualche pedale qui e là in quanto sono cosciente di cosa è necessario per evitare che il mio marchio venga rubato.”
Il motivo principale sembra insomma legato alle crisi del mercato internazionale e ai conseguenti costi necessari per fare attività in USA.
Fulltone spiega poi di avere già dei progetti per il prossimo futuro. Di recente, Michael e sua moglie hanno acquistato uno studio a Nashville con l’idea di realizzare una sala d’incisione all’avanguardia per sé e per i giovani musicisti che potranno così contare su attrezzatura di altissimo livello, altrimenti al di fuori della loro portata. Sulla pagina Instagram di Fulltone, una foto dello studio è in effetti già pubblica.
Mentre scriviamo, il laboratorio non ha confermato né smentito l’autenticità del comunicato, ma sono vari gli indizi che parrebbero avvalorare la tesi dell’imminente chiusura. La fabbrica compare persino in vendita con un annuncio online: in calce, l’inquietante avvertimento “Non andate sul posto. Gli impiegati non sono al corrente della vendita. Per favore non parlate con nessuno”.
Inoltre, il 20 agosto Fulltone annunciava uno sconto del 30% su tutto il catalogo. Sullo store ufficiale, tutti i prodotti sono attualmente contrassegnati come “non disponibili” eccetto l’ODC “disponibile in quantità estremamente limitata”.
Inutile dire che, in poche ore, i prezzi sul mercato dell’usato in USA sono schizzati alle stelle.