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“Fulltone chiude”: il comunicato
“Fulltone chiude”: il comunicato
di [user #116] - pubblicato il

Un comunicato diffuso via web, con la firma di Michael Fuller, spiega le motivazioni della chiusura annunciata di Fulltone Pedals: sarebbe la fine di un’epoca.
“Fatti in USA dal 1993” si legge nel logo Fulltone, laboratorio di pedali entrato nella leggenda grazie a progetti largamente apprezzati da appassionati e professionisti come l’OCD, il Full-Drive e il Supa-Trem. La storia di Michael Fuller e dei suoi stompbox sarebbe ora giunta al capolinea.

“Fulltone chiude”: il comunicato

Con un peso al cuore annuncio che Fulltone chiuderà battenti in California dopo trent’anni. L’edificio, di cui sono proprietario, è in vendita”.
Con queste parole si apre il comunicato diffuso da un utente sul forum TheGearPage. Apparentemente destinato a rivenditori e distributori, il testo espone la volontà di Michael Fuller di interrompere la produzione dei suoi effetti boutique e ritirarsi a vita privata.
Il comunicato non appare su nessun canale ufficiale dell’azienda, ma diversi indizi sembrerebbero confermarne la veridicità.

Nel testo, Fuller continua: “Io e il mio staff vogliamo ringraziarvi per averci supportato in tutti questi anni e per aver sopportato le mie eccentricità. Non dispiacetevi per me, ho fatto molti errori e imparato molto negli ultimi trent’anni. Il dispiacere è per i miei impiegati da 10, 15, 20 e 26 anni che sono come una famiglia… Avrei chiuso anni fa se non fosse stato per loro.
Nel passaggio è impossibile non notare riferimenti alle recenti questioni legate alle vicende di George Floyd, afroamericano deceduto durante un fermo della polizia scatenando violente proteste in USA nel 2020.
Un post poco felice sul tema, comparso sui social di Fulltone, ha attirato le antipatie dell’intero settore sull’azienda, fino a spingere colossi come Guitar Center e Reverb a boicottarla, interrompendo la vendita dei prodotti a marchio Fulltone.

Tuttavia, non sembra essere questa la ragione della chiusura: “È andata bene finanziariamente in parte anche grazie a voi, e a buona parte degli anni 2000 più alcuni buoni investimenti, quindi è il momento di godersi i frutti del lavoro. Chiudo il Fulltone CA Shop perché non comincerò a mettere i miei soldi personali in un’attività che non genera più profitto… il clima di questi quattro anni rende il made in USA impossibile.
Fulltone resterà una Corporation, continuerò a difendere il mio patrimonio mondiale di marchi registrati e di brevetti del valore di 3 milioni di dollari, e costruirò qualche pedale qui e là in quanto sono cosciente di cosa è necessario per evitare che il mio marchio venga rubato.

Il motivo principale sembra insomma legato alle crisi del mercato internazionale e ai conseguenti costi necessari per fare attività in USA.

Fulltone spiega poi di avere già dei progetti per il prossimo futuro. Di recente, Michael e sua moglie hanno acquistato uno studio a Nashville con l’idea di realizzare una sala d’incisione all’avanguardia per sé e per i giovani musicisti che potranno così contare su attrezzatura di altissimo livello, altrimenti al di fuori della loro portata. Sulla pagina Instagram di Fulltone, una foto dello studio è in effetti già pubblica.

“Fulltone chiude”: il comunicato

Mentre scriviamo, il laboratorio non ha confermato né smentito l’autenticità del comunicato, ma sono vari gli indizi che parrebbero avvalorare la tesi dell’imminente chiusura. La fabbrica compare persino in vendita con un annuncio online: in calce, l’inquietante avvertimento “Non andate sul posto. Gli impiegati non sono al corrente della vendita. Per favore non parlate con nessuno”.
Inoltre, il 20 agosto Fulltone annunciava uno sconto del 30% su tutto il catalogo. Sullo store ufficiale, tutti i prodotti sono attualmente contrassegnati come “non disponibili” eccetto l’ODC “disponibile in quantità estremamente limitata”.
Inutile dire che, in poche ore, i prezzi sul mercato dell’usato in USA sono schizzati alle stelle.
curiosità fulltone
Link utili
Sito Fulltone
Il comunicato su TheGearPage
La fabbrica in vendita
Il post controverso di Fulltone
Il mercato boicotta Fulltone
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di pierinotarantino [user #29514]
commento del 27/08/2022 ore 11:01:3
Ho letto un commento sui social: forse si sono accorti che è sopravvalutato un pedale boutique. Anche questo è vero. Però se unisci i puntini, tra razzismo, prezzi alti, mercato inflazionato… forse lui non ce la fa più. Ci sta…
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 28/08/2022 ore 08:30:59
Oppure si è semplicemente stancato, ed è giusto “godersi i frutti del lavoro”.
Lo capisco benissimo.
Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 28/08/2022 ore 11:14:1
Non so come funzioni la Legislazione in USA, ma mi sembra che il metodo usato non sia molto corretto, da noi sarebbe vietato, si portano i registri in Tribunale e si fanno tutte le comunicazioni di legge, tutto alla luce del sole ed i primi a saperlo dovrebbero essere proprio i dipendenti, che vanno tutelati primariamente. Poi se l'intenzione è chiudere, è legittima e va attuata. Paul.
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 28/08/2022 ore 12:07:59
Mica è fallito, si solo stufato.
Adesso i prezzi dei Fulltone usati voleranno alle stelle e Reverb prima che non li vendeva adesso ci farà sopra un bel creatore.
Mentre il buon Mike farà come Finnegan, butterà fuori un pedale ogni tanto a qualche migliaio di euro, e noi ci cascheremo come al solito.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 28/08/2022 ore 15:46:47
Non è comunque una cosa razionale messa così: chi è stufo di un business che funziona, vende. Chi è in un business che non va, dichiara fallimento. La cosa è ulteriormente fumosa quando dice che comunque per tutelare il marchio continuerà a produrre: se hai i brevetti ed i trademark puoi anche non produrre nulla e cederne l'uso (o non cederlo: sta a te).
Rispondi
di WATERLINE [user #51250]
commento del 28/08/2022 ore 21:38:27
Concordo, diverranno reliquie
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 29/08/2022 ore 08:49:37
basta guardare a quanto vendono un OCD 1.2 o i vari Big Box
Rispondi
di teppaz [user #39756]
commento del 28/08/2022 ore 18:52:53
Ma da quello che capisco io chiude la fabbrica in USA, dice che ormai non si può più produrre 100% negli states e guadagnare.
Quindi sposterà la produzione in oriente, non cesserà l'attività.
Infatti dice che continuerà a produrre "qui e là", cioè dove i costi di produzione sono più bassi.

Farà come la maggior parte dei produttori che progettano e basta, ed affidano la produzione a fabbriche specializzate in Cina.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 29/08/2022 ore 11:30:07
Scusa DiPaolo, ma da noi sarebbe uguale: non ho letto che voglia chiudere nottetempo e scappare senza pagare nessuno, anzi. Quindi, esattamente come da noi (e nel resto del mondo), l'imprenditore si preoccuperà di chiudere le pendenze e una volta soddisfatti tutti i creditori cesserà l'impresa. Come scrive KJ, se non avrà soldi per pagare (ma questo non pare il caso), lui o qualcuno per lui, avvierà una procedura concorsuale.
Il fatto che i primi a saperlo debbano essere i dipendenti lo dici tu e (forse) il libretto rosso di Mao: l'impresa è dell'imprenditore che ne fa quel che vuole e se chiude o si trasferisce lo dice a chi pare a lui.
Ciao
Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 29/08/2022 ore 13:36:2
Ciao Francesco, tutto quanto scritto, dal mio punto di vista, era perfettamente legittimo e corretto fino all'immagine dello Studio a Nashville. È quanto scritto dopo: "La fabbrica compare persino in vendita con un annuncio online: in calce, l’inquietante avvertimento “Non andate sul posto. Gli impiegati non sono al corrente della vendita. Per favore non parlate con nessuno”, che fa pensare male, un'operazione fatta sottobanco, senza adire agli adempimenti di legge, come notato anche da Spawn. Il tempo dirà se a questo seguirà un'azione corretta o scorretta, per ora sono solo illazioni, ma le premesse ... Ciao, Paul.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 30/08/2022 ore 09:16:2
In realtà quello che stona è l'annuncio ed è quanto mi pare abbia sottolineato Spawn; la prassi di mantenere segreti i percorsi di vendita o dismissione è normalissima. Da un lato per evitare il fuggi fuggi dei dipendenti che renderebbe impossibile gestire il periodo intermedio, dall'altro per evitare che terzi ne approfittino alterando le dinamiche di mercato e le trattative in corso.
Ciao
Rispondi
di _Spawn_ [user #14552]
commento del 28/08/2022 ore 17:43:39
Non andare sul posto perché i dipendenti non sono al corrente della vendita? E' c'è l'annuncio online? Ma è uno scherzo?
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 29/08/2022 ore 02:17:58
Indipendentemente che chiuda o meno, "fine di un'era" mi sembra spropositato per un costruttore boutique che non ha mai fatto altro che riproporre pedali già esistenti spesso con minime modifiche. Forse l'unico pedale abbastanza originale è l'ottimo OCD, per il resto l'apporto di questo brand (hype a parte) al mondo della chitarra per me non è così fondamentale.
Rispondi
di WATERLINE [user #51250]
commento del 29/08/2022 ore 08:36:33
Considera che oltre all'OCD che hai citato, produce uno dei migliori wha in circolazione, il dejavibe (anche il mini) e' apprezzatissimo ed e' considerato uno dei top sul mercato, il fulldrive e l'OD69. Di pedali belli ne ha fatti tanti e venduti a vagonate. Apprezzati anche da professionisti di livello assoluto. Io credo che insieme ai Cornish, Analogman e ai pedali di Finnegan abbia avuto un peso. Comunque non li ritengo pedali boutique come gli altri, che vanno ordinati con lunghi tempi di attesa, ma industriali.
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 30/08/2022 ore 23:06:27
Il Fulldrive è un Tube Screamer con il boost (boost che peraltro è un secondo potenziometro e quindi non è indipendente), il Dejavibe è un Univibe con modifiche marginali, il wha è un Cry Baby con modifiche che qualsiasi appassionato di DIY sa fare. Anche i tre fuzz sono tutte copie-quasi-carbone di pedali antichi. Per me è abile nel marketing, ma di innovativo vedo poco. Per me i costruttori boutique che hanno innovato sono altri, in primis Z-VEX.
Rispondi
di WATERLINE [user #51250]
commento del 30/08/2022 ore 23:27:26
Di circuiti non ne capisco quindi certamente hai ragione, dell'innovazione non mi interessa granche' (opinione personale ed opinabile) mi interessa invece il suono che in molti fulltone apprezzo ed il fatto che siano molto considerati e vendutissimi, pur ad un prezzo non proprio economico, credo abbia un suo perché'. Vero anche che pedali boutique o comunque molto costosi ancora oggi escono con riedizioni leggermente modificate di pedali storici (vedi tutti i simil ts del quale anche origin effects ne ha fatto recentissimamente un modello che costera' chissa' quanto) non sminuisce il valore del pedale per il quale conta il suono che, poi, come sempre, dipende dai gusti. Non voglio dire con questo che Fulltone sia il miglior produttore o che abbia segnato un epoca, ma piu' di molti ha lasciato un'impronta sul mercato. Se parliamo di innovazione cito Pete Cornish, ne ho diversi di pedali e come loro non suona nessuno e , a parte il P1 non vogliono emulare nulla
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 29/08/2022 ore 11:38:18
Beh, questo vale pe ril 90% dei prodotti per chitarra: l'iconico Marshall nasce solo per sopperire ai lunghi tempi di attesa in Inghilterra di ampli ammeregani ed il primo progetto non è altro che la copia del circuito del Fender Bassman, poi "piccola modifica" dopo piccola modifica ha imposto una sonorità. Per dirne una.
Ciao
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 31/08/2022 ore 00:04:51
Non avevo nessun intento polemico, volevo solo dire la mia su di un costruttore che fuori da ogni dubbio produce ottimi pedali. Per cambiare radicalmente un suono bastano poche e semplici modifiche, solamente che un conto era farlo 60 anni fa, un conto è farlo negli anni '90, e peraltro modificando semplici progetti di trent'anni prima. Mi sembrava solamente sbilanciata l'affermazione "fine di un'era", tutto qui.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 31/08/2022 ore 09:02:13
Ma infatti non c'è nessuna polemica. Il punto è proprio quello che scrivi tu: "Per cambiare radicalmente un suono bastano poche e semplici modifiche", il merito sta nel pensare ed applicare le modifiche giuste, se no tutti avremmo potuto aprire una Fulltone o una Bogner.
Ciao
Rispondi
di TB [user #1658]
commento del 29/08/2022 ore 12:59:1
"Fine di un'era" sarà pure spropositato, ma lo è almeno altrettanto dire che "l'apporto di questo brand (hype a parte) al mondo della chitarra per me non è così fondamentale."

Mike Fuller è stato uno dei primissimi, trent'anni fa, a proporre ottime alternative ai pedalacci che molti marchi industriali producevano allora, a partire da Dunlop (che si è ripresa solo dopo aver assunto Jeorge Tripps, un altro "buticcaro", guarda un po'...).
Oggi di Fuzz Face decenti ne trovi parecchi, ma all'epoca c'erano solo i Fulltone '69 e '70. Idem dicasi per l'Octafuzz, il Choral Flange, il Deja Vibe, il Supa Trem. Pedali che costavano (allora come oggi) poco più di quelli "di marca", ma con una qualità incomparabilmente migliore. E senza, tra l'altro, le liste di attesa lunghissime e la scarsa distribuzione di altri piccoli costruttori.
Poi s'è inventato il Fulldrive, forse il primo TS non semplicemente clonato, ma arricchito da tutta una serie di features che oggi sembrano scontate, ma all'epoca no. E ha fatto il boom.
Poi s'è inventato l'OCD, che è diventato subito un altro classico.
Poi ha rimesso in circolazione gli echo a valvole, con il TTE.
E sempre con una piccola impresa semi-artigianale.

Insomma, gusti personali a parte, dire che uno che quasi da solo s'è inventato il mondo dei pedali "boutique, ma per tutti" non ha avuto importanza nel mondo della chitarra anche no, grazie.

PS: a proposito di gusti personali, non riesco a fare a meno di uno dei suoi (pare) fiaschi commerciali, il Mas Malo, fuzz versatile come pochi, l'unico pedale che spesso metto tra la chitarra e l'ampli. Grazie Mike!
Rispondi
di Francescod [user #48583]
commento del 29/08/2022 ore 10:27:2
Il comunicato è piuttosto chiaro.
1- Se continuasse, dovrebbero andare in perdita perché ritiene che non ci siano più le condizioni.
2- se è andato avanti negli ultimi anni, è stato solo per tutelare i suoi dipendenti, ma ora... vedi punto 1.
3- ha acquistato una proprietà a Nashville con sala di registrazione con la migliore attrezzatura (analogica e digitale oltre a 99 chitarre vintage e 65 amplificatori vintage) e darà l'opportunità a nuovi talenti di usarla.
4- si occuperà di tutelare i suoi brevetti per un valore di 3 milioni di dollari, produrre qualche pedale occasionalmente nel caso gli venisse l'ispirazione e l'idea. Nel frattempo si farà le sue suonate.
Direi che non ci sia molto da speculare sulle sue intenzioni. Il suo l'ha fatto e ora si fa una bella pensione con attività collaterali nella musica.
Tanto di cappello.
Rispondi
di kitestra78 [user #30170]
commento del 29/08/2022 ore 12:16:10
A me piace molto la schiettezza con cui ha comunicato di volersi godere i frutti del proprio lavoro, dichiarando anche alla luce del sole come li ha investiti. Da noi guadagno e status sono ancora un tabù e un comunicato del genere sarebbe pura utopia. Mi fa poi sorridere leggere i commenti delle schiere di avvocati, commercialisti e giuslavoristi qua sopra che accusano questo comunicato di illegalità. Il fatto che in Italia non si usino toni di questo genere per annunciare una liquidazione volontaria (perchè di questo parliamo) non vuol dire che sia illegale. Tra l'altro, la vicenda si svolge negli Statu Uniti, sistema giuridicamente molto diverso dal nostro e nel quale, per inciso, ogni Stato ha una normativa a sè per quanto riguarda le questioni societarie.
Rispondi
di Ros_Cjarnia utente non più registrato
commento del 29/08/2022 ore 12:17:1
Negli anni '90 questi pedali erano considerati dei gioielli. E in effetti lo erano e lo sono tutt'ora. Ora (come da prassi) i prezzi dell'usato saliranno alle stelle,per la gioia dei vari affaristi.Ed è triste vedere che,ancora una volta,qualcuno viene "crocefisso in nome del politically correct",per aver espresso un pensiero sui social. Quanto odio tutto questo...
Rispondi
di peppe80 [user #11779]
commento del 29/08/2022 ore 12:31:58
Il Fulltone 70 stava gia a casa essendo big box e non piu disponibile da anni.. ora anche l'OCD che a quanto pare usero' solo in studio..
Rispondi
di hellequin [user #42701]
commento del 29/08/2022 ore 18:27:35
Brutta notizia, pedali ottimi e ben costruiti, ho da anni fissi in pedaliera sia lo storico OCD che il Fuzz 70, bellissimi. Me li terrò stretti, un peccato che chiuda avrei voluto prendere altri pedali di questo storico marchio.
Rispondi
di simonec78 utente non più registrato
commento del 29/08/2022 ore 20:27:55
Non so se questo sia una conseguenza del boicottaggio in atto o per una questione di costi o reperibilità di materiali. Comunque libero lui di esprimersi e libera l'utenza di non acquistare i suoi prodotti.
Rispondi
di giambibolla [user #5757]
commento del 30/08/2022 ore 16:29:51
Ho già visto un OCD a 400€ sul mercatinomusicale
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 30/08/2022 ore 23:08:36
Ci sono ottime copie a partire da 25 euro, io ne ho preso uno su di un mega sito di e-commerce e suona uguale, ed è pure in formato mini.
Rispondi
di Mm utente non più registrato
commento del 04/02/2023 ore 16:03:36
Eh sì,e bello come sia la razza dei chitarristi,una scatola di metallo e una scheda con componentistica che si e no costerà 5 dollari......venduti usati a quasi mille euro,se non ci credete guardate su reverb.....della serie che un qualsiasi tecnico lo può replicare con 50 euro e componentistica nettamente migliore......siamo proprio dei fessi
Rispondi
di giambibolla [user #5757]
commento del 30/08/2022 ore 16:31:08
A parte che sticazzi di mike fuller, ma perchè nel comunicato no ha scritto :”chiudo a malincuore”?
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 31/08/2022 ore 09:08:3
Evidentemente "sticazzi" no, perchè tu stesso stai contribuendo. Inoltre perchè doveva scrivere a malincuore, a me pare che dal comunicato si capisca bene che: 1 - chiude per dedicarsi ad altri progetti, evidentemente più stimolanti in questo momento storico; 2 - si ritira per godersi un gruzzolo che tu, io e tutti quelli che hanno scritto nel post non metteremmo insieme neppure sommando tutti i nostri (futuri ed eventuali) trattamenti pensionistici. Dall'altro lato descrive un mercato che arranca ed in cui diventa difficile restare a galla se non utilizando il proprio patrimonio. Sinceramente, tu, fra le due opzioni sceglieresti la prima "a malincuore"? Io per niente.
Tieni anche presente che la mentalità anglosassone non è come la nostra (che siamo un po' romantici anche nell'impresa): riassumo all'osso, ma per loro un progetto che abbia esaurito la propria spinta innovativa o fortemente produttiva è morto ed è preferibile dedicarsi ad altro.
Ciao
Rispondi
di giambibolla [user #5757]
commento del 31/08/2022 ore 13:47:01
Sticazzi nel senso che per conto mio può fare ciò che vuole della sua attività, mentre il malincuore voleva essere una cosa ironica, me evidentemente è venuta male.
Per quanto riguarda la pensione purtroppo essendo un libero professionista non la vedrò mai da vivo
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 31/08/2022 ore 17:08:33
Scusa se non ho compreso l'ironia (lo scritto non aiuta). Per la pensione siamo sulla stessa barca: quando mi iscrissi al mio Ordine professionale in un un breve seminario di orientamento ci fu chiarito che per noi sarebbe stata dura in quanto preceduti da un paio di generazioni che avevano lavorato per decenni in nero salvo dichiarare compensi esorbitatnti negli ultimi 5 anni che a quel tempo era il metro su cui si misurava il tratamento pensionistico. In soldoni stiamo pagando la pensione a chi non ha versato ne' contributi ne' tasse, quindi per noi ce ne sarà proprio poca.
Avessi saputo che bastava fare l'elettrotecnico ed inventarsi un paio di pedali per fare i milioni... .
Ciao
Rispondi
di giambibolla [user #5757]
commento del 01/09/2022 ore 10:38:37
Hai centrato in pieno il problema della nostra generazione.
Rispondi
di ninni [user #11826]
commento del 02/09/2022 ore 16:50:
Dal 2000 al 2005 di pedali Fulltone ne ho presi tanti (...e speso tanto): fulldrive II custom shop e uno normale, 69, fat boost, choral flange, mini deja vibe, Clyde, ocd. Tutti mi sono piaciuti moltissimo (un po' meno l'ocd) e li ho tenuti tutti. Prima di ogni acquisto facevo prove su prove e comparazioni, alla fine cascavo su Fulltone. Il prezzo era/è caro. Non so se sia giustificato o meno dal punto di vista tecnico. Aprendo lo scatolotto, effettivamente vedo una scheda, un po' di materiale elettronico e stagno qua e la... però alle mie orecchie il risultato piaceva e, si sa, in queste occasioni la razionalità viene messa da parte e il cervello truebypassato.
Peraltro capitò che il Choral Flange non funzionasse più ...provai a scrivere a Fuller ma neanche ricevetti risposta o suggerimenti...lo portai da un tecnico che mi fece un preventivo assurdo solo perché era un pedale butik...lasciai stare ma prima di buttarlo acquistai da un sito inglese un pulsante true bypass a 2 euro spedizione inclusa (!!!) con l'idea di portarlo da un aggiustatv e uno spray per contatti elettrici. Fortunatamente bastò un po' di spray e qualche colpetto...magicamente riprese a funzionare. Tra le due esperienze mi indignò più la seconda, ma da lì decisi di smetterla con i pedali.
A parte questo, ho letto che per qualcuno il Fulldrive è un Tube Screamer con il boost. A mio gusto il Fulldrive è tanto diverso (in senso positivo), con la funzione comp cut è un altro pianeta. Unica pecca, l'eccessivo aumento di volume con boost attivato in tale modalità (motivo per il quale ne acquistai 2 :) .
Rispetto a quei tempi, oggi c'è forse molto di più tecnologicamente avanzato a meno prezzo, peso e dimensioni. Infatti ho ho provato ad acquistare i pedalini piccini che costano poco e sono uguali al KLON, ma li ho resi tutti.
Mi pare che Fuller sia anche (o prima) un chitarrista, per cui vorrà dedicarsi a suonare e non a saldare. Beato lui mi verrebbe da dire...
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 02/09/2022 ore 17:36:11
Interessante che abbia parlato di pedali fatti qua e la e non di altro. Da un marchio come era il suo mi sarei aspettato una vendita a qualche altro grande produttore, un accordo di licensing almeno. Non penso sposti la produzione all'estero, farlo da solo non credo abbia senso, e chi e' rimasto fedele al marchio e' gente piu' conservatrice che non apprezza outsourcing e vuole il made in the US of A. Forse chiude e basta, e francamente, pur avendo molti suoi pedali, non ne sentiro' la mancanza.
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