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B-stock: il nuovo trend nel mondo della chitarra?
B-stock: il nuovo trend nel mondo della chitarra?
di [user #62015] - pubblicato il

Se ne vedono molte in giro. Le chitarre e i bassi B-stock o factory second stanno facendo parlare sempre più di sé come una soluzione utile ad acquistare gli strumenti che si desiderano, strappando dei prezzi più convenienti alla conclusione della vendita. Le cose, però, non stanno esattamente così.

Chiedersi se valga la pena o meno acquistare uno strumento di questo tipo richiede la considerazione di fattori disparati. Si parla di B-stock nel momento in cui i prodotti sono stati resi da altri clienti e riproposti in vendita per un costo ridotto. Per quanto riguarda il factory second, invece, si tratta di una soluzione in grado di favorire l’economia circolare per la quale i brand mettono in vendita strumenti non congrui con i loro standard qualitativi, a fronte di un prezzo minore rispetto al prodotto di retail.

Due modalità simili, che stanno riscontrando sempre più consensi sia tra i marchi sia nella pletora di clienti.  È bene chiarire come i B-stock rappresentino una sorta di terno al lotto, viste le politiche di reso sempre più accomodanti da parte delle aziende e degli e-store. L’acquisto di uno strumento del genere in negozio potrebbe risultare più confortevole rispetto alla vendita online, nonostante gli e-commerce che mettono in atto questo metodo di vendita - Thomann compreso - tutelino la clientela assicurando un’ottima esperienza post-vendita.

La proposta di Strandberg
I B-stock e factory second non sono soltanto una soluzione per ridurre le spese di resi e produzione per le aziende. Si tratta di una preziosa opportunità per favorire la riduzione degli sprechi e l’utilizzo di prodotti che, altrimenti, andrebbero distrutti. Strandberg è uno dei marchi che ha più attivamente abbracciato questa politica, presentando nel corso del NAMM 2023 la nuova linea RESQ:D.

Ormai noto marchio di chitarre headless di alta liuteria, Strandberg è anche conosciuto per i prezzi non esattamente accessibili degli strumenti. Con la serie RESQ:D, il brand svedese ha offerto a chiunque la possibilità di acquistare una chitarra di livello senza spendere una fortuna. Il concept dietro la linea RESQ:D consiste nell’utilizzo di body con leggeri difetti nel legno su cui vengono applicate vernici coprenti e tastiere in Richlite, contenendo i costi senza scomodare la divisione asiatica.

Conviene davvero acquistare strumenti del genere?
Una domanda certamente spinosa, che trova risposta solo dopo aver analizzato a fondo le proprie esigenze e le linee di pensiero che si intendono adottare. Acquistare un B-stock permette di ridurre la spesa al momento dell’acquisto e di contribuire allo sviluppo di una filiera di produzione green. Al contempo, una chitarra del genere potrebbe presentare difetti costruttivi importanti o, comunque, richiedere dei compromessi.

Certamente, le aziende distributrici e i brand si sono evoluti in questo settore, offrendo standard qualitativi maggiori anche quando si tratta di factory second o strumenti refurbished. Forse, i minimi rischi dell’acquisto di una chitarra del genere potrebbero diradarsi grazie alle buone percentuali di sconto applicate su di esse, oppure una volta imbracciate, così da lasciarsi le preoccupazioni alle spalle e vivere a pieno il proprio new guitar day.
chitarre elettriche strandberg thomann
Link utili
Thomann
Strandberg Boden Resqd
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di Repsol [user #30201]
commento del 16/09/2023 ore 08:41:53
Le B-Stock sono sicuramente un'ottima opportunità economica e alla resa dei conti sono chitarre che sono state acquistate, suonate e rispedite indietro.
Ma anche una chitarra in negozio viene regolarmente suonata dai potenziali acquirenti, quindi non siamo molto lontani.
Bisogna però saper valutarne bene la convenienza.
Ad esempio, proprio Strandberg sul proprio sito propone le sue B-Stock vai al link ad un prezzo maggiore dello stesso modello (con il plus dell' acero figurato) scontato ma non B-Stock. vai al link
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di go00742 [user #875]
commento del 16/09/2023 ore 10:04:43
Io non concepisco il cosiddetto factory second... Nel senso non mi è venuta bene la chitarra e te la vendo lo stesso... Poi per carità negli ultimi anni vedo da alcuni grandi marchi latitare proprio il concetto di controllo qualità vendendo come perfetti.
Preferisco prs... Non è venuta bene? La taglio in 2 in modo che escano solo strumenti eccelsi dalla linea di produzione.

Se compro qualcosa Nuovo deve uscire o essere perfetto.
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di MTB70 [user #26791]
commento del 16/09/2023 ore 10:14:06
In realtà io ho preso una b stock PRS (la linea SE, più economica). Ha un chip sulla vernice della paletta, un difetto antipatico al tatto ma che da qualche metro nemmeno vedi. L’ho presa perché mi hanno applicato un bello sconto - circa 200 euro - e siccome per me era un esperimento (e rimane uno strumento che uso fino ad un certo punto, mi trovo meglio con altri tipi di chitarra), così ho pagato meno il mio tentativo. E dal punto di vista funzionale come anche estetico se non sei proprio vicino, non cambia nulla; ma il fatto che non avessi aspettative così alte ha reso più facile la cosa.
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di Repsol [user #30201]
commento del 16/09/2023 ore 11:03:40
Capisco perfettamente il tuo punto di vista. Però considera che se non vendessero come factory second chitarre con minime imperfezioni, i costi di produzione si alzerebbero ancora di più, in quanto verrebbero meno questi introiti.
A quel punto le chitarre "perfette" costerebbero ancora di più.
Sono ricavi che le aziende mettono a bilancio proprio per poter contenere i costi di produzione.
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di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 16/09/2023 ore 11:17:30
Non fa una piega...se i costi delle B stock non fossero recuperati con la vendita gli stessi sarebbero spalmati sulla produzione
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 16/09/2023 ore 12:43:49
Si esattamente.
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di redfive [user #41826]
commento del 16/09/2023 ore 11:57:42
Ho sempre avuto buon rapporto più che con le "B" stock, come fa figo chiamarle ora, con gli usati nei negozi.
La mia prima chitarra seria è stata una ex demo ( pacifica 904) che il dimostratore ufficiale Yamaha aveva leggermente sfrisato nella parte posteriore del corno superiore con un ciondolo..
Non l'avevo nemmeno messa nella lista degli strumenti da provare perché fuori budget per me ma su insistenza del del commesso " ti cambio le corde, te la pulisco ( era appena rientrata) e ci fai un giro..." alla fine l'ho portata a casa per meno di una strato messico..
Idem per altre che ho provato negli anni.... A volte è sbocciato l'amore, a volte le ho tenute per un po' e poi rivendute .. altre volte non facevano per me..
In ogni caso sempre strumenti ben settati e suonabili, proprio perché un tecnico ( se il negozio è onesto) aveva fatto un secondo giro di controllo, quindi chi se ne frega di qualche segno qua e la...
L'unica esperienza negativa con un B stock recente dove il negoziante si è limitato a rimettere in circolo un reso senza nemmeno ricontrollarlo ( nonostante sul sito si vantino di questa cosa....).
Rispondi
di MAURIZIO [user #49375]
commento del 16/09/2023 ore 15:09:21
5 anni fa acquistai online un basso Ibanez btb in Germania (indovinate su quale sito ...) pagato 675 anziché 900 perché b-stock. Il basso era assolutamente intonso ma presentava un difetto, presumibilmente il motivo del reso. In realtà ritengo fosse un difetto di tutta la serie, che ho risolto in pochi minuti limando le scanalature delle corde sul ponticello al tasto zero (per evitare la frittura sul primo fret). Ho anche scritto a Thom...volevo dire al sito tedesco per segnalare la problematica e prevenire altri resi, mi sono stati riconoscenti. Ergo, non scartate a priori l'affare.
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 16/09/2023 ore 21:45:38
Con quello che costano allo stato attuale anche le chitarre più balorde prodotte in paesi che fino a 6 o 7 anni fa consideravamo come la stalla del guitar manifacturing, direi che ben vengano iniziative di questo tipo. ESP vende direttamente chitarre B stock sul proprio sito, e talvolta si sparagna anche piuttosto bene su chitarroni mica da ridere.
Rispondi
di Big Muffin [user #63938]
commento del 17/09/2023 ore 06:58:44
Questo articolo di cui ringrazio chi l'ha scritto, lascia a pensare parecchio. Parlando del Factory Second, di primo acchito mi viene un pensiero strano, un pochino maligno, e cioe'; stai a vedere che visti i prezzi schizzati alle stelle in generale anche degli strumenti, le aziende pensano di approfittarne e farci ( un favore ) a ( donarci a prezzo stracciato ) i loro strumenti Factory Second per fare bella figura col nome verso la propria clientela, attirandone anche l'attenzione, con il fine di sbolognare prodotti non proprio consoni alla loro linea qualitativa standard; e comunque funziona, dato che se ne sta parlando anche ora ;) E' un pensiero storto lo ammetto, ma di questi tempi oramai ci si puo' aspettare di tutto. Ok, lo fanno per salvare il prodotto dal macero, e vedere un povero albero tagliato per poi alla fine buttarlo, e' sbagliato, ma che dico, di piu' visto che respiriamo anche grazie a loro e spesso ce ne dimentichiamo, ma comunque, a priori, trovo la cosa altamente pericolosa per l'acquisto e a prescindere dalla proposta, scarto l'idea in primis per il motivo appena elencato, e poi perche' con chi produce chitarre inizio a provare un sottile filo di odio dato gli schifosi listini che hanno avuto il coraggio di sbattere in faccia alla propria fedele clientela. Lo trovo un modo subdolo di fare la cresta a gente che per anni si fidava del marchio e ora in piu' con sto Factory Second e' come se ci chiedessero aiuto per salvare uno strumento e fare pace con il pianeta e con noi perche' loro tengono ai clienti; che bella iniziativa sensibile. Ma, come dicevo, e' solo un mio pensiero contorto e probabilmente sbagliato e dato dalla rabbia.
Per quanto riguarda il B-Stock invece penso ci stia benissimo, a patto che ci sia un risparmio concreto perche' comunque di usato si tratta.. Non mi interessa se il cliente l'ha tenuto un giorno usandolo magari con i guanti bianchi, per quello che penso io, una volta fuori dalla scatola, di usato si tratta, pero' poi devo ammettere che potrei sbagliare linea di pensiero, perche' anche in negozio le chitarre sono esposte, e i clienti le provano quotidianamente, percio' per come la giro o la rigiro, la questione prende pieghe diverse in base a come viene proposta o pensata al momento. Io dal Tedesco, ho acquistato la mia Fender Stratofloyd e la EVH Wolfgang, piu' ultimamente una Squier Bullet Indonesiana per farci un lavoretto ;) oltre ad un basso Hoffner, e pur avendone visto alcune in B-Stock, mi sembrava stupido da parte mia acquistarle per risparmiare 20 o 30 euro a chitarra, quando il costo della Strato ad esempio era di 900, con il rischio di ritrovarmi con qualche magagna sulle chitarre solo per risparmiare due soldi. Ok, chi rende chitarre non e' detto che le renda per problemi strutturali e difetti in generale, ma lo fa magari solo perche' non e' la chitarra che pensava, e tutto cio' rientra in una comodita' incredibile, ma ripeto, per cosi' poco su una cifra del genere preferisco andare oltre e acquistare il nuovo. Poi pero' penso che lo strumento e' comunque appunto nuovo, e non e' che il negozio possa fare chissa' quale sconto, e anche qui la situazione non e' semplice, cioe' compero usato magari rischiando o lascio perdere e vado sul nuovo ( che poi anche il nuovo potrebbe avere problemi ) e allora, a prescindere, mollo il colpo e se deve essere nuovo, che nuovo sia, con buona pace per i miei due neuroni a cui, in situazioni del genere, piace giocare all'autoscontro ;)
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di spaccamaroni [user #7280]
commento del 17/09/2023 ore 07:16:34
Che poi ste chitarre prese on line alla leggera, "tanto poi al limite la rimando indietro", si fanno avanti e indietro mezza Europa, quindi il discorso sulla sostenibilità non riguarda solo il pezzo di legno con cui si costruiscono.
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di TB [user #1658]
commento del 17/09/2023 ore 15:08:07
Esatto
Rispondi
di Big Muffin [user #63938]
commento del 19/09/2023 ore 03:58:19
Giusto anche questo ;)
Rispondi
di Aleinaccordo [user #41248]
commento del 17/09/2023 ore 12:28:33
"contribuire allo sviluppo di una filiera di produzione green" CITIES a parte al quale peraltro le case produttrici devono attenersi, quest'ultime in che modo contribuirebbero a sviluppare una prodizione green? Tra legno, vernici poliuretaniche\nitro, trattamenti aging movimentazione di materie prime, semilavorati e lavorati che vanno da una parte all'altra del mondo per abbattere costi di produzione e sfruttare manodopere a basso costo, lo sviluppo di una filiera di produzione green è l'ultimo dei pensieri di chi produce, acquista e vende chitarre. Questa abitudine sempre più diffusa di infilare dentro a ogni segmento produttivo\economico la parolina green pensando di aiutare il pianeta è patetico oltre che ridicolo e in questo caso fuoriluogo.
Se rivendono a prezzo ribassato è per evitare perdite economiche e far quadrare quanto più possibile il bilancio. Nessun intento green.
Rispondi
di TB [user #1658]
commento del 17/09/2023 ore 15:07:45
Commento sacrosanto, 'sta storia del "green" infilata dappertutto comincia veramente a stufare.
Che poi non credo proprio che per vendere chitarre B-stock o factory second, di cui tutti apprezzano la convenienza, ci sia bisogno pure di titillare gli istinti perbenisti di chi ha bisogno di sentirsi "buono" pensando di aver salvato quattro frasche di acero, ma fregandosene tranquillamente, appunto, della sostenibilità ambientale di TUTTA la filiera della produzione di chitarre.
Che tempi...
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di Daffy Dark [user #64186]
commento del 19/09/2023 ore 07:33:21
Mi associo agli ultimi commenti, di sostenibile e di green non c'è granché, come hanno già spiegato bene i 2 utenti più sopra
Rispondi
di dariothery [user #12896]
commento del 19/09/2023 ore 16:20:56
io ho preso una Les Paul standard B-stock da Thomann l'anno scorso, risparmiando oltre 200 Euro e lo strumento non solo suona da paura ma è anche immacolato, insomma un buona affare, considerando la cifra di partenza
Rispondi
di gerlop [user #44005]
commento del 22/09/2023 ore 09:54:56
È sempre un rischio, roba restituita. Meglio spendere un po' di più ma avere qualcosa di nuovo. Se poi il nuovo non sarà ok, allora lo si cambierà e...qualche altro comprerà il "mio" scarto sotto dicitura B-stock! P.s.: la questione green è una mega boiata e qui serve come specchietto per le allodole per soli fini commerciali
Rispondi
di Oliver [user #910]
commento del 25/09/2023 ore 10:22:41
Gibson ha sempre commercializzato (purtroppo solo per il mercato interno) strumenti "second choice", marchiati in maniera sostanzialmente discreta ma inconfutabile sul retro della paletta con un bel "II" e con un altrettanto bello sconto. I motivi sono sempre stati esclusivamente estetici: qualche difetto di verniciatura, una irregolarità nella venatura, un binding un po' irregolare...
Purtroppo qui da noi non sono sostanzialmente mai arrivate. In caso contrario non ci avrei pensato un attimo e -avendo i soldi- ne avrei approfittato sicuramente.

La questione "B-Stock" che ultimamente ha preso decisamente piede soprattutto grazie ai grandi negozi online europei, è un'altra cosa. La relativa semplicità di reso (normalmente si pagano solamente le spese di spedizione) ha reso (...ops) la restituzione una pratica facile e, proprio per questo, spesso abusata: molti acquistano online proprio perchè "tanto si può restituire se non mi piace", a prescindere dal fatto che lo strumento sia fatto bene e mantenga le promesse commerciali. Spessissimo l'unico problema di questi strumenti è estetico: una finitura che non corrisponde alle immagini riportate sul sito. Venature differenti, giunzioni dei legni più o meno visibili, colore che a monitor sembrava... un po' diverso. Oppure non viene apprezzato il feeling del manico, o il suono in generale: opinioni personali che non significano assolutamente che lo strumento abbia dei difetti.
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