Nessuno oramai osa più parlare di quella fantastica e fantomatica sociologia della musica sulla quale Adorno spendeva tante parole e anzi il suo significato sembra essersi disciolto pian piano fino al puro estinguimento. Sembra quasi impossibile che sia proprio un italiano a riscrivere in maniera dettagliata riguardo questo argomento.
Gino Castaldo dona nuova dignità all'arte più struttata della seconda metà del 900. Il suo è un vero e proprio phanflet verista/naturalista (si potrebbe persino definirlo il Rosso Malpelo della musica).
Il libro è strutturato in due parti. La prima è un resoconto storico/tecnologico di cosa è successo alla musica, alla sua evoluzione e soprattutto cosa è successo a noi ascoltatori. L'era musicale sottovalutata di MTV e dell'iPod viene ricoperta di critiche e definita vuota e priva della propria colonna sonora. Il secondo non è nient'altro che la più perfetta tra le ricerche dell'essenza della musica.
Per il famoso giornalista della Repubblica (ricordiamo che insieme ad Ernesto Assante ha scritto la storia della musica del 900 in Blues, Jazz, Rock, Pop) ciò che è alla base della musica è il buio, fonte del mistero floydiano, il fuoco, fonte dell'energia spirituale hendrixiana e il desiderio fonte di ogni destino aristotelicamente umano.
Leggendo questo piccolo libricino (anche l'estetica è veramente formidabile) ci si ritrova preoccupati per il futuro dell'arte reputata una volta la vera voce di Dio ma si è allo stesso tempo felici, onorati e fieri di poter raccogliere dal nostro scaffale un capolavoro come Dark Side e volare nelle infinite atmosfere che questi grandi del passato ci hanno donato. La musica anche solo per un istante è tornata OGGI ad essere per noi ciò che l'infinito era per Leopardi. Grazie Gino !!