Perché ti serve un pedale preamp e come puoi utilizzarlo
di OliverJR [user #60182] - pubblicato il 29 giugno 2024 ore 08:00
Ai giorni nostri e ormai da parecchio tempo il mondo del chitarrismo, amatoriale e professionale, è diviso tra chi ama l'analogico e non può fare a meno delle sue testate valvolari e dei suoi meravigliosi pedalini e chi ama il digitale e ha il tempo e l'esperienza di interfacciarsi con macchine contenenti una scelta a volte troppo ampia.
In mezzo ai due mondi c'è chi li sa unire e trarre il massimo dei vantaggi da entrambi. O almeno i vantaggi che LUI vuole, perché la percezione porta inevitabilmente e in qualsiasi caso a creare un qualcosa di soggettivo.
Fatto questo preambolo faccio nuovamente outing su come la penso in merito:
1. Non c'è nulla che suoni meglio di un setup analogico nelle giuste condizioni;
2. Non c'è niente di più comodo di andare in giro con una piccola pedalierina che va dritta nel mixer, che comunque suona sufficientemente bene da far capire la differenza tra analogico e digitale solamente a chi la sta suonando e neanche sempre;
3. I veri contro dell'analogico sono peso, ingombro e l'impossibilità di avere sempre ottimali condizioni di utilizzo;
4. I veri contro del digitale sono la mole di tempo che ci si deve dedicare e la non immediatezza di regolazioni al volo in situazioni dal vivo.
Presi per buoni questi personalissimi assiomi la mia soluzione è stata: mi prendo un preamp a pedale. Nel mio caso ho preso l'analogicissimo e conosciutissimo Friedman BE-OD, attrezzo davvero eccellente per l'utilizzo da me pensato.
Ho assemblato una piccola pedaliera con quei pochi pedali che normalmente uso (tutti analogici tranne accordatore e delay), creando quindi una base per il mio suono davvero molto piccola (30x20) e leggera. Dall'output dell'ultimo pedale mi sono riservato la possibilità di avere due scelte tramite un cavo a Y autocostruito per la particolare esigenza: una linea la mando all'input di un Harley Benton GPA-100, un piccolo finalino di potenza in classe D con un'efficacissima equalizzazione attiva a bordo e da lì alla cassa che ho a disposizione; l'altra linea la mando a una Mooer Micro DI con simulazione di cassa attiva.
In questo modo ho la possibilità di sfruttare una o entrambe le uscite a seconda delle esigenze e avere una strumentazione molto flessibile, ridotta, leggera e "user friendly", ovvero regolabile al volo. Ho anche provato a integrare il Friedman BE-OD con la mia Sonicake Matribox, della quale ho utilizzato solamente simulazioni di cassa ed effetti dopo la distorsione. La gestione è leggermente meno immediata ma il suono c'è eccome.