Alcuni post di amici accordiani mi hanno fatto fare un bel salto temporale al periodo in cui l’epidemia di gas non era ancora scoppiata e bastavano due acustiche , un bonghetto e un armonica a riempire le nostre giornate di giovani rocker , appollaiati sulle panchine dei giardinetti tra sogni di ribellione e chiome fluenti.E se csn&y , eagles , America, ci permettevano di riprodurre la west coast con sforzi minimi anche per noi principianti, nella mia testa e nelle mie mani cresceva l’interesse per un artista secondo me sottovalutato dai più : Bruce Cockburn.A mio modesto avviso è , se non l’unico , uno tra i rari esempi di connubio tra canzone ,con testi mai banali e atmosfere come solo i canadesi sanno creare , e un modo di suonare la chitarra personale e molto tecnico.Per chi non lo conoscesse invito ad ascoltare la sua produzione anni ’70 dove si trovano chicche per sola acustica che hanno messo a dura prova le mie dita acerbe ma ricettive di quegli anni.Io ho avuto la fortuna di vederlo a Roma , nel vecchio tenda a strisce forse fine ’70 o inizi ’80 ( la memoria è andata …) e lui , da solo sul palco con la sua martin , incantò il poco ma devoto pubblico con uno spettacolo degno degli altri grandi come john Martyn, Renbourn o Jorma Kaukonen.Mi farebbe felice sapere se c’è qualcuno che ancora l’ascolta e magari ancora segue , visto che fa tuttora dischi ; io comunque anche oggi , quando abbraccio la mia acustica , mi emoziono a fare “Mama just wants to barrelhouse” quanto” lord of the starfield” , anche se le mie dita , ora forse più sagge ed esperte , accusano la ruggine degli anni ( non ci accontenta mai !! ) CIAO