di stefano58 [user #23807] - pubblicato il 18 novembre 2010 ore 12:32
Ma probabilmente non è un gran che ,visto che è stato scartato , anche se devo dire che nella nuova sezione musica ho sperato in uno spaziettino.Pazienza...ve lo propongo come testimonianza visto che non ne ha parlato nessuno.
Prog exhibition : 40 anni di progressive italiano
Venerdi 5 e sabato 6 novembre si è svolta al tenda a strisce di Roma una manifestazione che ha coinvolto nomi vecchi e nuovi del panorama progressive italiano con ospiti illustri internazionali.
Per chi arrivava , la scena che si presentava nello spazio esterno al tenda non era differente da tante altre occasioni analoghe , se non che l’età media si aggirava sugli anta , con rari ma significativi gruppetti di ragazzi curiosi di un tempo che ora , col senno di poi , si può definire irripetibile.
E’ ormai conclamato che il movimento progressive fa parte della storia musicale del ‘900 , interprete di un momento particolare dove il rock , stretto negli abiti a lui attribuiti , avvicinava più generi nel tentativo di impreziosire quello che già era un fenomeno mondiale.Ecco allora influenze classiche strizzare l’occhio al jazz , echi folk creare spunti per ballate psichedeliche, lunghe suite prendere il posto dei canonici 4 minuti a pezzo , album interi incentrati su un unico argomento portante dove parti su parti si compenetravano fino a formare un'unica opera dal respiro ampio e profondo.King Crimson , Genesis , Gentle Giant , jethro Tull , sono solo alcuni dei gruppi che inventarono e interpretarono al meglio il senso del progressive.In Italia ebbero terreno facile anche prima che nella madre patria , e furono molti i giovani dell’epoca che iniziarono a suonare prendendo ispirazione da loro , formando ben presto un gruppo nutrito di ottime band che nulla aveva da invidiare alle compagini di oltreconfine. Era il tempo dei festival pop , dei raduni nei parchi e nelle ville dove si stava insieme per ascoltare la nuova musica e partecipare a quei giorni di cambiamento e ribellione.
E senza ombre di nostalgia molti di quei gruppi hanno aderito a questa due giorni , non per commemorare ma per ricordare che il prog , in Italia e nel mondo , non è una musica finita , anzi , la freschezza di molte opere di quegli anni giunge intatta alle nostre orecchie.
La prima serata si è aperta con i Sinestesia e Maschera di cera , gruppi nuovi di ispirazione prog .I primi hanno dato prova di essere ottimi strumentisti vicini alle tematiche dream theatre , tanto per fare un paragone , mentre la maschera di cera è un gruppo più tradizionalmente prog , forse un po’ datato ma con un folto seguito di pubblico.Bisogna dire che la prima serata ha avuto come tema ricorrente la pessima acustica , tanto che temevo che le mie povere orecchie non avrebbero resistito alla seconda serata.Invece , per fortuna , le cose si sono aggiustate permettendo di godere appieno di tutte le sfumature che questa musica propone.
Prima reunion , i Trip con la formazione classica più dei giovani elementi a supporto.Joe Vescovi e Furio Chirico hanno dimostrato tutto il loro valore con brani tratti da Caronte e Atlantide , album ormai da collezionisti giapponesi.A proposito , tra il pubblico c’erano rappresentanti di vari gruppi di fan provenienti da tutto il mondo , Giappone in primis ma anche Messico , Cile e Polonia , a testimonianza che queste band hanno lasciato un segno tangibile del loro passaggio.
A seguire le Orme ( senza Michi Dei Rossi alla batteria ) con un Tagliapietra che canta ancora nella sua tonalità inconfondibile , e soprattutto un Tolo Marton ispiratissimo alla chitarra che ci ha regalato una sua composizione che forse non sarà stato progressive , ma sicuramente musica di classe.Tolo è un chitarrista sopraffine forse un po’ sottovalutato , se fosse stato straniero forse avrebbe goduto di più considerazione.E’ quindi stata la volta del primo ospite , David Cross , con cui le Orme hanno duettato in brani propri e qualcosa dei King Crimson.
Infine la Premiata Forneria Marconi…che dire , musicisti eccezzionali con un repertorio vasto , ognuno padrone del proprio strumento , e Mussida è un chitarrista completo e trascinante , vero leader con Di Cioccio.E dulcis in fundo , arriva Jan Anderson , folletto anzianotto ma in grandissima forma ,che ha impreziosito la carrozza di hans e ci ha regalato prima boureé e poi My God , con l’intro all’acustica suonata da lui e tutta la PFM non ha fatto rimpiangere i Jethro come impatto sonoro.Emozionanti…
La seconda serata , con l’acustica incredibilmente migliorata rispetto alla giornata di venerdì , è iniziata con le nuove proposte Periferia del Mondo ( molto bravi ) e Abash , gruppo già più noto per gli interventi ai vari 1° maggio e qualche pezzo trasmesso in radio , con le loro tarante elettriche hanno movimentato il parterre.
E’ giunto quindi il turno della nuova Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, altro gruppo targato anni ’70 con un solo album all’attivo ,interpreti del prog più ortodosso di quegli anni ma forse ora un po’ troppo rimaneggiati e poco originali , anche se con Thijs Van Leer dei grandi Focus hanno proposto un paio di brani trascinanti.
Gli Osanna sono stati per qualche verso il momento migliore della serata , molto attuali anche nella proposta dei vecchi brani , grazie ad un Lino Vairetti in grande forma e a tutto il gruppo formato da ottimi solisti , primo fra tutti il chitarrista Fabrizio Fedele , un vero “manico “, e il mitico Dave Jackson di Vandergraffiana memoria a non far rimpiangere la mancanza di Elio D’Anna.Chicca glamour , Gianni Leone , tastierista e leader del Balletto di bronzo , che con la sua performance ha stemperato il clima serioso dell’esibizione.
Ultimo , il Banco del mutuo soccorso , attesissimi.Purtroppo il buon Francesco Di Giacomo ha rischiato di strozzarsi bevendo acqua poco prima di iniziare , e quindi ha affrontato la serata con ,parole sue , una sola corda vocale.Peccato perché il suo timbro è la firma del gruppo , e alla fine non è riuscito neanche a fare i bis , soffrendo visibilmente.Il momento migliore è stato con l’arrivo di John Wetton , e una incredibile versione di Starless, omaggio ai King Crimson da pelle d’oca.
Soddisfatto , il pubblico è tornato a casa convinto che le ore di musica registrate dal proprio cervello in questa due giorni rimarranno a testimonianza di giorni iniziati all’alba degli anni ’70 ma non ancora finiti.