La quasi totalità dei suoni prodotti dalla madre terra sono di natura SINUSOIDALE e contengono pacchetti di informazioni ben definiti con modulazioni abbastanza complesse che ne permettono una facile identificazione e questo perchè tutti gli esseri viventi sono in grado di memorizzarli e disciminarli a proprio uso.
Una componente essenziale è il ritardo con il quale un suono è udibile rispetto al momento della sua generazione e questo dipende dall'ambiente in cui si propaga e dalla distanza dalla fonte di generazione ed il luogo in cui viene percepito passando per gli infiniti ostacoli che lo modificano attutendone l'intensità e deformandolo in frequenza.
Lo studio continuo e costante del suono e della sua propagazione da parte di menti brillanti ed attente ha portato, dopo secoli, ad una sorta di modulazione intelligente creando i mezzi per generarla che possono essere di natura meccanica e, sopratutto, elettronica.
Dalla meravigliosa architettura del teatro greco dove la perfezione era ottenuta con la creazione di strozzature e diaframmi ai sofisticati apparecchi amplificatori che fanno uso dei componenti attivi che noi tutti conosciamo, alcuni immutati nel tempo, alcuni altri in continua evoluzione come la numerosissima famiglia dei semiconduttori.
Il primo componente attivo è stato il tubo termoelettronico, la valvola, che ha la capacità di amplificare un segnale reagendo alle sollecitazioni al suo ingresso e le stesse caratteristiche troviamo nei semiconduttori però con due sostanziali differenze: i diversi tempi di rivelazione ed i diversi modi di reazione ad una saturazione del segnale meno aspra ed immediata nelle volvole, più decisamente dura e repentina nei semiconduttori.
Non voglio annoiare con l'ennesima spiegazione tecnica sul perchè di queste differenze, piuttosto è utile sottolineare la capacità del nostro orecchio di cogliere queste differenze e di operare valide scelte sulla più idonea tipologia da scegliere in rapporto al proprio stile.
Le valvole in linea di massima sono più lente nelle reazioni procurandoci quella indicibile piacevolezza dei brani della country music dove tutto sembra adeguarsi alle notti stellate e malinconiche di uomini e donne che hanno abbracciato la filosofia del cavallo e della prateria ma anche idonee per il rock che tanto amiamo, che tanto ci ha emozionato e che ancora ci commuove specialmente quando girano quei vecchi dischi in vinile che portano tutti i segni del tempo che vorremmo cancellare solo passandovi un panno e restituirli all'antico splendore.
La sensazione che il suono percorra più velocemente la distanza tra noi e l'altoparlante è propria dei semiconduttori che riescono a gestire ottimamente le frequenze più basse nel jazz e nel blues evitandone lo spiacevole rotolamento che avvertiremmo come una serie di boati abbastanza fastidiosi asciugando tutto quello che con le valvole avrebbe bisogno di un'adeguata compressione della dinamica, azione che può rendersi necessaria ma che comunque impoverisce il suono restringendo gli spazi di coabitazione di alcune frequenze.
Gli eventuali lettori mi scuseranno per questo post che non è altro che un semplice compendio di opinioni forse troppo personali e comunque redatto da un modesto bassista e per questo ho ritenuto opportuno collocarlo nel mondo più intimo e discreto dei diari che comunque offre, tramite eventuali commenti, la possibilità di rivalutazione delle proprie convinzioni dato che l'opinione di un singolo non è mai del tutto veritiera ma sempre unilaterale.