la grande differenza tra queste due importanti branche della fisica è che in natura possiamo osservare la gran parte dei fenomeni meccanici (non quello della foto o similari) ma assolutamente nessuno di tipo puramente elettronico, non essendo essa in grado di creare il componente attivo, quello che reagisce ad una sollecitazione con un fabbisogno costante di energia
è invece ampiamente presente in natura il fenomeno elettrico: basti pensare al fulmine, all'elettricità statica rilevabile ovunque, o alla differenza di potenziale creata in un particolare sito nel nostro corpo per permettere al cuore di pulsare
per quello che riguarda i nostri amati ampli diciamo che l'attrito rappresenta il fenomeno meccanico più osservabile, l'attrito e principalmente le sue consenguenze che possono essere più visibili come ad esempio nella femmina del jack, nel cursore del potenziometro, nella spina di rete, o occulte e comunque molto latenti, nel cuore delle componenti, attive o passive che siano
Aristotele lo notò indirettamente ma lo accumunò ai molteplici effetti della dinamica senza una precisa classificazione, Galilei invece lo studiò a fondo ed il suo genio lo definì come un fenomeno a se stante e non proprio ed insito nei corpi che lo generavano, Coulomb andò oltre e formulò precise leggi tutt'ora in rispetto ma fu Rudolf Herz a definirlo come dipendente dalla natura chimica e fisica dei corpi coinvolti nell'azione consentendo, tramite precisi parametri, di poterne calcolare gli effetti senza una pratica sperimentazione
progettando un apparecchio bisogna creare un insieme di strade alcune delle quali si incontrano, altre che non devono assolutamente incontrarsi e materialmente queste strade possono essere cavi di diverso spessore nel caso di un montaggio in aria o piste di rame e cavi, nel caso si adotti come supporto un circuito stampato
in entrambe le soluzioni, siano piste o cavi, si muovono miliardi di elettroni che non hanno un moto retto ma turbinano in maniera convulsa ed attrraversano le componenti incontrando comunque , anche se incredibilmente minuscola, una certa resistenza che rallenta la loro corsa costituendo una strozzatura, una specie di imbuto, e quindi cominciano ad urtarsi e questa sorta di sfregamento produce calore e, in minima parte, anche rumore
quindi lo sfregamento continuo, sia esso all'interno di un componente, o solamente attraversando cavi o piste, produce attrito e, in particolare, attrito radente che con il tempo usura il componente a volte fino a distruggerlo anche se un attento progettista ha provveduto a dimensionarlo correttamente
un componente si scalda per l'attrito prodotto dal passaggio degli elettroni e sarà idoneo al funzionamento fino a quando riuscirà a dissipare, per convenzione o per forzatura, parte del calore prodotto
un potenziometro assolverà al suo compito di partitore resistivo fino a quando l'attrito del contatto strisciante sul cursore non renderà inservibile il cursore, o il contatto, o entrambi
un contatto jack sarà stabile e sicuro fino a quando l'attrito non deformerà le superfici facendo diminuire il loro coefficiente di adesione
allo stesso modo l'uso continuo delle unghie e del plettro sulle corde di uno strumento usurerà le unghie ed il plettro, le unghie ricresceranno, il plettro sarà sostituito
i crini dell'arco di un violino, di una viola, di un contrabasso produrranno attrito a contatto delle corde, sarà un attrito radente e la risultante sarà un suono percepibile immediatamente, ma anche calore dissipabile in parte, ed usura
quindi la componente meccanica è molto presente in un qualsiasi circuito elettronico e genera un altro fenomeno noto come dissipazione termica di cui magari si parlerà in seguito