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Gli indifferenti….......ai soldi.
di
dale
[user #2255]
- pubblicato il
20 giugno 2013 ore 18:06:51.
Prendo spunto dal titolo del diario del Generale, senza accostarmi a lui come stile nè come contenuti, conscio dei miei limiti.
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di
dale
[user #2255]
commento del
20/06/2013 ore 18:08:33
Una premessa, suono da vent'anni, il mio cammino è simile credo alla maggioranza di chi mi sta leggendo; chiariamoci subito: quando si suona, se lo si fa al massimo delle proprie possibilità cercando di offrire un servizio professionale, è giusto chiedere un compenso in denaro.
Con la mia band, con il mio duo acustico si discute sempre di soldi con il gestore del locale e si va a suonare a pagamento.
Però è successo, succede e succederà che a volte si vada anche senza essere pagati, naturalmente questo va comunicato prima di suonare, magari il gestore si occupa di Siae, cena e consumazioni varie per la band (nel nostro caso non so quanto gli convenga…ricordate i Blues Brothers?)
Solitamente non sono propenso per questo tipo di soluzioni, ma a mio parere la questione va contestualizzata per poterla comprendere meglio.
Se il locale vuole fare una serata "di prova" e c'è la possibilità di avere una data fissa, secondo me vale la pena di rinunciare al compenso, per una volta.
Se si suona in contesti impegnati, con fini culturali o politici (nel senso più alto e puro del termine) è giusto andare senza la pretesa di ricevere un compenso.
Cioè non mi pongo proprio il problema, ad esempio io prendo queste serate come volontariato e impegno civile, mi arricchisce molto di più questo che i 50 euro.
Certo i margini devono essere abbastanza stretti, perché altrimenti la gente se ne approfitta, chi non è mai incappato, da giovane ma non solo, in locali con solo serate "di prova", in "contest" gratuiti, in serate che "è venuta poca gente e vi dò la metà del compenso"?
Il compenso monetario dà dignità professionale all'artista ovviamente.
Ma quanto è abusata la parola professionale, per non parlare della parola artista?
Mi ricordo di un'intervista a B.B. King, in cui diceva che agli inizi, se suonavi bene, a fine serata ti davano da mangiare un pollo, se suonavi "così così" mezzo pollo, se suonavi male niente pollo, che in seguito il gestore si inventava qualunque incredibile scusa per non pagare, che gli era morta la madre, che al momento non aveva i soldi, che gli era andata a fuoco la casa ecc….
Mi ha fatto specie leggere due recenti diari di giovani utenti, ragazzi(ni?) alle prime armi, che parlano di "vendere" di "compenso" come parte fondamentale dell'esperienza live.
Non era l'aspetto fondamentale quando ho iniziato io, anche se naturalmente anche la mia band cercava ingaggi a pagamento, ma non sempre li trovava e andavamo a suonare lo stesso, perché faceva esperienza.
A mio parere siamo fuori strada, perché pur rispettando le opinioni di tutti, se sento dire, ad es:
"Basta che ti pagano e vai dove ti pare"
"Ok suoni per la prima volta in pubblico ma mai gratis!"
Secondo me si perde di vista il primo aspetto positivo del suonare in pubblico: esprimersi, esibirsi, divertirsi, crescere musicalmente e non solo, anche a costo di andare pari o in perdita economicamente parlando.
Cioè qui mi sembra che sia il denaro a dettare le regole del gioco.
Siamo sicuri di meritarci quei 50 euro solo perché andiamo in un posto con la nostra scalcinata band magari alle prime armi?
Con suoni precari?
Con cantanti stonati?
Siamo sicuri di poter offrire uno spettacolo professionale, intendo dire anche "suonato" professionalmente.
Sia ben chiaro che tutto dipende dal nostro obbiettivo; ad esempio quando avevo 16 anni, per un'estate in cui avevo disperato bisogno di soldi per comprarmi una chitarra che non avrei altrimenti mai potuto avere, ho fatto anche piano bar, anche un genere che non mi piaceva, ma che mi è stato comunque utile.
Lì ovviamente il denaro era il fine (ma anche il mezzo per arrivare all'agognata chitarra) e quindi per me fare piano bar o fare il cameriere o il barista sarebbe stato lo stesso; ma il fatto di non fare della musica la mia professione, mi fa scegliere cosa, dove , come e quanto suonare, mi fa crescere musicalmente, mi fa esprimere la mia personalità e comunicare con la gente, e pazienza se alla fine della serata ho rimediato 150, 100, 50 o zero euro, ho mangiato e bevuto, suonato e passato una serata con gli amici, per me è già abbastanza, non deve essere la norma, ma se per assurdo da domani venisse fuori la legge che impone di non pagare i non professionisti io continuerei comunque a suonare.
E voi?
Rispondi
Re: Continua...
di
aleck
[user #22654]
commento del
20/06/2013 ore 18:41:10
Visto che di ''vendere'' ho parlato proprio io da poco e che di ''fatevi pagare'' ho parlato sempre io altrettanto di recente vado a contestualizzare un attimo le mie parole.
Io suono da circa 4-5 anni, decisamente poco, ma sin da subito ho iniziato ad esibirmi anche in pubblico. Per circa 2 anni mi sono sempre esibito gratuitamente in serate di beneficenza, in parrocchia, per qualcuno che proprio non poteva pagarci, per organizzazioni culturali e no profit.
Allo stesso tempo nell'ultimo anno non sono riuscito a suonare che in due occasioni e neanche con un gran pubblico. Nella mia zona la musica dal vivo è paralizzata.
Nessuno paga e escono DJ come funghi a peggiorare la situazione visto che tutti preferiscono uno che ti massacra un disco a uno che suona qualcosa dal vivo.
Proprio questa situazione mi ha reso più ''scaltro'': suonare in un pub o a una festa privata significa certo esprimersi ma anche fornire un servizio con una sua dignità, senza chiedere un compenso in danaro questa dignità viene meno e di pari passo anche la considerazione dei gestori e del pubblico nei tuoi confronti.
Contattato da questo esponente CL sono stato combattuto. Parliamoci chiaro: questi non pagano, ci ho appena parlato, mi hanno detto che offrono la cena e che ci aiuteranno a trovare qualche locale disponibile a ospitare un po' di musica dal vivo. A questo bisogna aggiungere che portavoce di questa richiesta è stato un mio prof che ci ha ''consigliati'' a questa persona che è a sua volta (cosa appena scoperta) marito di un'altra mia prof. Quindi nel mio caso il ''vendersi'' è inteso più che altro in termini ''ideologici'' visto che questa performance sarebbe una sorta di ''scambio di favori'' e che, comunque sia, io sono distante da alcune posizione dei CL (omosessuali, medicina, scuola....) ma vicino ad altre (a modo mio sono un Cristiano attivo e convinto).
Per il resto sono d'accordo con te ma purtroppo il contesto culturale ed economico che vivo mi costringere a diventare un po' più ''pragmatico''. E' odioso. Alla fine preferisco sempre suonare per strada, tra amici o per i ragazzini delle suore ma qualche volta un pubblico ''vero'' un palco ''vero'' e un compenso ''vero'' sono anche un incentivo per noi ragazzi che fino ad ora, in termini economici, ci abbiamo sempre perso :P
Rispondi
riguardo alla competenza, bravura ecc. ...
di
yasodanandana
[user #699]
commento del
20/06/2013 ore 18:38:26
riguardo alla competenza, bravura ecc. ecc. certamente chi non e' ad un certo livello (da stabilire soggettivamente) non merita di essere pagato... pero' e' qualcosa che andrebbe stabilito in sede di provino, di audizione... perche' se uno mi fa suonare in pubblico, e' norma che poi mi paghi
Rispondi
Re: riguardo alla competenza, bravura ecc. ...
di
scrapgtr
[user #12444]
commento del
21/06/2013 ore 10:47:43
Sono d'accordo: nel momento in cui qualcuno ti propone di suonare nell'ambito di un attività che abbia per lui un fine economico deve comunque pagare la tua prestazione. Se il committente ritiene che tu sia idoneo a suonare per il SUO pubblico deve retribuire il servizio, indipendentemente dalle tue capacità, a meno che tu non abbia fatto scappare gli avventori per quanto hai fatto schifo. Trovo comunque più seri i gestori di locali che ti propongono una serata di prova non retribuita di quelli che ti chiedono "quanta gente porti" per stabilire il compenso, o che riducono la cifra pattuita perché "è venuta meno gente del previsto". Sto riprendendo a suonare in pubblico (in duo con un amico, repertorio misto di cover e originali, due chitarre ma ci alterniamo anche alla steel guitar e al mandolino) e abbiamo deciso di non suonare nei locali che subordinano il pagamento alla quantità di pubblico, mentre abbiamo accettato qualche serata di prova gratis proposta da persone che sappiamo essere serie e competenti. Degli amici che suonano spesso in Svizzera mi dicono che lì il compenso pattuito è intoccabile e se non arriva gente il gestore si scusa per non aver pubblicizzato la serata o per averti chiamato a suonare la sera del derby di hockey su ghiaccio, altro che dar la colpa a chi suona per non aver portato pubblico.
Rispondi
Beh, quello che dici è ...
di
tylerdurden385
[user #30720]
commento del
20/06/2013 ore 18:42:19
Beh, quello che dici è del tutto condivisibile, però, tolte le situazioni in cui si suona gratis a prescindere, se il proprietario di un locale mi chiama a suonare è ovvio che mi deve pagare. La passione è passione, ma la nostra non è una passione a costo zero, anzi!? Se si vuole suonare per il solo gusto di farlo, bastano un paio di chitarre acustiche ed una piazza e nel giro di due minuti ti ritrovi accerchiato di persone, o almeno questa è la mia esperienza negli anni universitari bolognesi. Ora suono in una band in cui siamo in sette e viviamo dispersi lungo lo stivale. Noi non chiediamo cifre spropositate, ma è chiaro che se ci chiamano a suonare almeno le spese dobbiamo coprirle, quindi che la serata sia andata bene o male al locale a me sinceramente poco importa, non posso rimetterci di tasca mia l'affitto del furgone, a cui aggiungere la benzina, o i costi di tre macchine di nostra proprietà cariche. Noi abbiamo fissato un tetto minimo per i locali, che poi sistematicamente viene abbattuto verso il basso, ma di certo non al punto di rimetterci di tasca nostra. Anche perchè puoi immaginare, tolte le spese, quale sia il guadagno per 7 persone. Quindi si mettono da parte i soldi per andare poi suonare in contesti particolari, tipo grandi città o mete particolarmente lontane. Un esempio? Abbiamo suonato gratis alla Festa dello studente ad Urbino un paio d'anni fa, quindi sostanzialmente niente di impegnato da un punto di vista sociale; non ci hanno rimborsato niente, però vuoi mettere l'emozione di suonare davanti a 10000 persone ed aprire il concerto a Roy Paci? Secondo me è tutto un dare avere: si prende quando c'è la possibilità di farlo e si reinveste comunque e sempre nello stesso ambito, che siano strumenti, manifesti, attrezzatura o altre serate stesse. E poi richiedere quanto meno un rimborso spese non mi sembra una cosa così scandalosa!? Alla fine come in ogni caso basta semplicemente un po' di buon senso!
Rispondi
Re: Beh, quello che dici è ...
di
dale
[user #2255]
commento del
21/06/2013 ore 07:56:34
Certamente sono d'accordo con te, una band numerosa poi va incontro a problematiche organizzative notevoli, è proprio il buon senso che spesso manca.
Rispondi
:-)
di
jebstuart
[user #19455]
commento del
20/06/2013 ore 18:51:49
Un diario che viene dal profondo del cuore, e con cui concordo pienamente.
Il denaro non è il bene principale nella vita, ma serve comunque per vivere, e non c'è nulla di male a cercare delle fonti di guadagno.
Quel che hai scritto, però, va oltre questo concetto, almeno per chi ha orecchie per intendere.
Vuol dire, in pratica, che vi sono aspetti delle nostre abilità (e fare musica è tra questi) che dovrebbero avere un profilo così elevato da scoraggiare atteggiamenti di compromesso.
In altre parole, va benissimo portare a casa qualche soldino, ma non il fare di questo il principio basilare del nostro suonare. Pena la tendenza, col tempo, ad indulgere prima o poi in atteggiamenti prostitutori.
Quello che suggerisci, insomma, è un modo elevato di esercitare la nosta passione, proponendosi come scopo innanzitutto la propria crescita culturale ed esperienziale, lo stare con gli altri, il divertirsi in maniera sana. E solo successivamente, se proprio si è bravi e si ha un pizzico di fortuna, per "arrotondare" e semmai per permettersi qualche spesa extra sempre connessa alla musica.
Detto questo, non resta che riaprire la questione delle "scorciatoie". Aver fretta, precorrere i tempi, pretendere risultati prima di crescere.
E' una specie di "new way" alla vita, e non vale solo per la musica, ma per ogni tipo di attività.
L'altra settimana il mio barbiere mi raccontava di un suo lavorante che, dopo due o tre mesi di apprendistato, ha convinto il padre a mettergli su bottega, finendo poi per dover chiudere precipitosamente.
Perchè il "saper fare" non può prescindere dal "saper essere". E per saper essere c'è bisogno di una crescita progressiva, fatta di pazienza e buona volontà, che si voglia suonare la chitarra, tagliare i capelli o scoprire una nuova cura per il cancro.
Rispondi
Se un circolo senza fini ...
di
guitarlory
[user #1166]
commento del
20/06/2013 ore 20:31:25
Se un circolo senza fini di lucro, o un teatro comunale, o un'associazione (AVIS, AIDO ecc ecc) mi invita a suonare vado gratis senza problemi.
Se a chiamarti è un locale il cui gestore trae profitto dall'esibizione, è giusto venir pagati, a prescindere se si suona benissimo o malissimo... quest'ultima semmai sarà una discriminante per i gestori su chi chiamare e chi no (anche se spesso contano più altri aspetti meno "qualitivi").
;-)
Rispondi
Re: Se un circolo senza fini ...
di
KJ Midway
[user #10754]
commento del
21/06/2013 ore 09:17:26
Quotissimo!
Se il gestore o chi introita profitto paga sempre, visto che sceglie lui chi far suonare, il rischio di impresa è totalmente a carico suo.
Per amici beneficienza e volontariato si va molto più volentieri gratis, gli eventi con ingerenze politiche di solito declino cortesemente.
Ciao
Ale
Rispondi
Re: Se un circolo senza fini ...
di
THE_Luke
[user #31235]
commento del
24/06/2013 ore 10:30:31
sacrosante le suonate gratis in determinati frangenti, ma nei locali dove fornisci un servizio che a volte viene addirittura fatto pagare ai clienti sotto forma di maggiorazione sulle consumazioni credo sia sacrosanto chiedere un compenso adeguato.
ah, e il famoso «si, ma se viene poca gente ti pago meno»... e se ne viene tanta mi paghi di piu?
Rispondi
mah !? essendo oramai il ...
di
Kata_ts
[user #2290]
commento del
20/06/2013 ore 22:09:55
mah !? essendo oramai il mio LAVORO suonare, se non mi pagano NON suono - STOP ;)))))
SaluTONE OF TONEs
Rispondi
Nel mio piccolo
di
MrPecosBill
utente non più registrato
commento del
20/06/2013 ore 23:13:00
Nel mio caso ragiono in questa maniera: quando un locale organizza un evento come la musica live è ovvio che ci sarà più gente, più consumazioni e quindi maggiori introiti.
Se il mio gruppo è il motivo di ciò perchè ci dovrei andare gratis? Da 10 anni a questa parte siamo usciti a suonare gratis solo per eventi di beneficenza 'no profit' , poi sempre a pagamento.
Ovvio che offriamo uno spettacolo serio, curato e divertente, mettendoci strumenti, impianto voci, luci e fumi, sudore e chilometri. La musica se fatta bene è una professione, quindi come tale deve essere riconosciuta. Finchè si va a strimpellare aggratis o per una birra si danneggia chi tenta di farlo seriamente, bisogna fare le cose sul serio chiedendo il giusto.
Trattasi ovviamente della mia opinione. Un saluto.
Rispondi
Buffo, io sono al capo ...
di
Farloppo
[user #27319]
commento del
20/06/2013 ore 23:16:06
Buffo, io sono al capo estremo... Suonando al 90% delle volte in vari contest, alla fine sono io a pagare per poter suonare.... Credo proprio di essere quel pollo che veniva servito a B.B. King quando suonava bene!
Rispondi
Secondo me il compenso ci ...
di
muffy
[user #1923]
commento del
20/06/2013 ore 23:35:53
Secondo me il compenso ci deve sempre essere, noi offriamo una prestazione ad un locale e la gente che è lì spesso rimane lì perchè c'è la band. Poi suonare bene o male....non importa, tanto al gestore non frega niente , loro guardano solo all'incasso. Se non è contento la prossima volta non mi richiama. Punto e basta. Ma chiaro che mi paga quanto pattuito. Non vorrei essere frainteso o passare per uno che guarda solo ai soldi. Non lo faccio di professione e per me è prima di tutto una passione, ma non mi va che ci sia gente che se ne approfitta e ci lucra, guadagnando soldi e pensando che può avere un servizio gratis ," tanto qualche ragazzino , ma non solo ragazzino, che sbava per venire a suonare nel mio locale lo trovo sempre". Sono 20 anni che ho a che fare con sti stronzi.....
Non mi piace neanche quando ti dicono di fare una data gratis perchè poi chissà quante altre date potrebbero saltare fuori.....tutte palle, purtroppo per esperienza.
E purtroppo anche per tante band che vanno gratis, si rovina il mercato e i gestori si sentono autorizzati a proporti cifre ridicole e guardarti storto se chiedi un compenso dignitoso....
Francamente penso che sia assurdo anche discutere di queste cose....non penso che il gestore del locale faccia lavorare gratis il cuoco, la cameriera, la donna delle pulizie....e penso che nessuno di noi andrebbe a lavorare gratis......
Ovviamente se ci sono occasioni particolari di tipo benefico è un altro discorso, ma è un eccezione.
Ciao.
Rispondi
Quando lo fai di mestiere ...
di
Pinus
[user #2413]
commento del
20/06/2013 ore 23:58:44
Quando lo fai di mestiere comunque è giusto che ti paghino il giusto o il concordato
Rispondi
Se ti riferivi al post ...
di
Pinus
[user #2413]
commento del
21/06/2013 ore 00:03:16
Se ti riferivi al post di celestino, guarda il P.S. che ha aggiunto : e ci siamo capiti ;) uno sfruttatore!
vai al link
Rispondi
Re: Se ti riferivi al post ...
di
dale
[user #2255]
commento del
21/06/2013 ore 07:53:00
Si si avevo letto, ma vedi, i Beatles ad Amburgo suonavano anche per tipo otto ore tutte le sere, e le paghe non è che fossero tanto alte, era stata data loro una sudicia stanza senza finestre per dormire, tutti insieme..
"Altri tempi!"
Mi dirai, ma credo che invece sia un esempio calzante in questo caso.
Rispondi
Re: Se ti riferivi al post ...
di
celestino
[user #29932]
commento del
21/06/2013 ore 09:32:07
intervengo perché il post in questione è il mio. io credo sia inutile parlare di cosa hanno fatto i Beatles o chissà chi altri.. semplicemente noi non abbiamo così tanti pezzi per coprire così tante ore quindi siamo costretti a dire di no. ho semplicemente fatto notare che il gestore in questione ha cambiato le carte in tavola passando da volere un'ora e mezza a cinque ore. se tutto il tuo diario è riferito alla nostra esperienza, sinceramente, non ne trovo il senso: abbiamo appena iniziato a suonare e abbiamo già fatto 2 live gratis più 2 in programma per le settimane future. si suona per passione, non per altro, per adesso. se però è il gestore del locale stesso a chiederti quale compenso vorremmo avere capisci bene che è un'offerta che non si può rifiutare. se il tuo diario invece è riferito al mondo della musica oggi più in generale non capisco il riferimento ai diari dei due ragazzi(ni). io non mi ci vedo nella tua descrizione, mi spiace. mi piacerebbe però avere una risposta di chiarimento da te..
Rispondi
i piani di discussione sono ...
di
giuseppe40
[user #18743]
commento del
21/06/2013 ore 00:14:35
i piani di discussione sono diversi. dipendono dall'età,esperienza,qualità ecc.
Io ho iniziato ad esibirmi intorno ai 14 anni, ero il più piccolo della band, c'era agente parecchio più grande di me. Se si suonava in locali che traevano lucro ( ristoranti, pizzerie, bar ) si era pagati.
Successivamente, la musica è diventata il mio lavoro : feste di piazza, matrimoni, eventi, teatro, piano bar, pub, discoteche, registrazioni per cantanti emergenti, provini ecc Mi facevo pagare, eccome. Parallelamente, avevo un gruppo progr 70, e data la penuria di possibilità di esibirci ( suonavamo Nine Feet Underground dei Caravan per intero, ad esempio ), si suonava quasi gratis, un minimo di rimborso spese. Ma più che altro nelle feste di rifondazione o dell'allora ds. Ma pochissime date. Era la mia passione, ma il mio lavoro con la musica era altro. Dai 16 a praticamente due anni fa ( fino ai 33-34 ) mi sono praticamente mantenuto con la musica. Ho avuto la fortuna di fare diverse centinaia di date, ovunque, suonare anche 3-4 volte la settimana. Ora ho un lavoro "normale", posso scegliere dove e come suonare. Posso prendermi anche meno, o rifiutare cachet ridicoli. Di suonare gratis non mi va. Se non per eventi benefici ( dove comunque un rimborso spese va dato, anche perchè gli enti seri mettono a bilancio tali spese ) o in particolari altre situazioni. Che una band di adolescenti va a suonare (quasi ) gratis ci sta. Se lo fa gente brava, fa un danno a tutti gli altri musicisti. E' comprensibile che c'è tanta voglia di suonare in tutti, però...
Rispondi
...
di
jebstuart
[user #19455]
commento del
21/06/2013 ore 07:22:07
Per amore di verità, e dopo aver letto alcuni dei commenti sopra, mi sento di aggiungere un ulteriore commento.
A mio parere Dale non voleva affatto sollevare il problema se sia giusto o meno essere pagati per suonare. E' ovvio che lo ritiene giusto, visto che ha precisato che "... il compenso monetario dà dignità professionale all'artista ...".
Mi sembra invece che volesse stressare come non trovi giusto suonare "solo" per i soldi, sottolineando così la profonda differenza esistente tra i concetti di "professionista" e "mercenario".
Rispondi
Re: ...
di
dale
[user #2255]
commento del
21/06/2013 ore 07:50:31
Come sempre hai centrato l'argomento principale, in effetti è una filosofia applicabile a tanti aspetti della vita!
Rispondi
Re: ...
di
tylerdurden385
[user #30720]
commento del
21/06/2013 ore 11:09:51
Si ma la linea di confine tra professionista e mercenario qual è? Si entra in ambito lavorativo e se per mercenario si intende una persona che suona solo per soldi ciò non toglie che non possa farlo con professionalità. Io farei più che altro una distinzione tra artista ed esecutore e per tutto il resto, mi ripeto, mi affido al buon senso. Che poi in realtà il discorso è molto meno articolato di come lo si voglia far apparire: se chi ti chiama a suonare ne ha un ritorno economico (gestori locali) o d'immagine (feste di piazza patrocinate da comuni, province e regioni) è giusto che paghi un compenso; in caso di eventi straordinari (beneficenza, ecc. ecc.) o di situazioni particolari in cui sta al gruppo segliere, il discorso cambia radicalmente e si fa appello alla sensibilità delle persone. Ma una cosa della quale sono certo e di cui su queste pagine forse ci rendiamo poco conto è che chi suona una chitarra non è che debba necessariamente essere una gran persona da un punto di vista morale e così, come per tutte le altre categorie di esseri umani, ce ne stanno di ammirevoli, di lestofanti e quant'altro. E ritorniamo quindi di nuovo alla questione del buon senso, tanto per essere un tantino più pragmatici. Ve lo spiattello proprio così com'è: io suono in una coverband, mi ripeto una persona molto profonda e scrivo molta roba mia, di coraggio per lavorarci su al momento non ne ho molto e di tempo ancora meno, quindi mi limito a ciè per cui vengo chiamato, ovvero le canzoni di Rino Gaetano: se mi chiama l'UNAR (che non vi dico cos'è in modo tale che magari qualcuno che legge faccia una ricerchina da solo) vado a gratis tutta la vita; se mi chiamano imprenditori o sindaci o assessori il compenso lo voglio, perchè per quanto scarso possa essere tecnicamente ritengo di presentarmi in maniera professionale, con corde sempre nuove, chitarra di backup, cavi di qualità e le canzoni me le ripasso tutti i giorni o quasi, quando in tutta sincerità avrei pochissima voglia di suonare Gianna. Non fraintendetemi, amo suonare dal vivo, mi piacciono le trasferte lontane, le cene on the road e tutto il resto, ma la nostra è davvero una passione costosa e se cambio un set di corde a settimana io il compenso di una serata me lo sono giocato in pochi giorni. In più visto che è sostanzialmente un hobby per me deve autofinanziarsi e non intaccare il bilancio, anzi se con i compensi ridicoli delle serate riesco a coprire una spesa imprevista è anche meglio. Anzi un consiglio che mi sento di dare a chi è alle prime armi è quando vi chiamano per le serate di piazza sparate alto, perchè più basso sarà il compenso che andrete a richiedere e più i soldi pubblici finiranno nelle tasche degli organizzatori, giacchè succede spesso che in mano mi arrivino delle cifre, pattuite per carità, e poi nei bilanci che mi capita di leggere dei vari enti ve ne siano indicate delle altre, alla voce compenso per la prestazione del gruppo XXX.
Rispondi
Re: ...
di
jebstuart
[user #19455]
commento del
21/06/2013 ore 14:37:3
Sono d'accordo con quel che dici, Tyler, con sole due precisazioni.
1. Il chitarrista deve essere necessariamente una gran persona dal punto di vista morale?
Beh, non è obbligatorio, ed ovviamente neanche particolarmente probabile dal punto di vista probabilistico.
Ma niente impedisce di augurarsi fortemente che lo sia.
2. La differenza tra "professionista" e "mercenario".
Per come la vedo io, "professionista" è una persona che svolge un'attività in maniera abituale, cercando di farla al meglio e traendone il proprio sostentamento, mentre il "mercenario" è chi fa una cosa esclusivamente per denaro, senza preoccuparsi molto degli aspetti etico-morali connessi.
Per fare un esempio, un professionista invitato a suonare dall'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, molto probabilmente valuterà l'opportunità di far dono della propria prestazione ad un Ente così meritorio. Il mercenario dirà ".. ma in fondo chi se ne frega?" e batterà cassa lo stesso.
Rispondi
Mi fanno sempre sorridere questi ...
di
chiatarrox
[user #36263]
commento del
22/06/2013 ore 11:38:01
Mi fanno sempre sorridere questi discorsi: é un po' come se il giocatore di calcetto della domenica pretendesse di avere un pubblico pagante quando fa il torneo del dopo lavoro. La verità é chi é veramente bravo e suona per mestiere (e ha la sua partita IVA e può far fattura, comodo andare nei pub e pretendere di essere pagati in nero) trova chi lo paga per suonare, chi é scarso, un hobbysta o anche un amatore abbastanza bravo é giusto che, se vuole suonare live, suoni gratis (poi per carità se ci scappa qualche soldino, un rimborso spese o una birra perché no). I musicisti sono gli unici hobbysti che pretendono di essere pagati per fare quello che gli piace, come se uno si comprasse la 4x12 e la testatona da 100watt da 2000€ e 4 chitarre solo perché vuole suonare live (eh perché se no suonavo con la classica in spiaggia) ma dai...ragazzi fate un po' d'autocritica su...
Rispondi
Re: Mi fanno sempre sorridere questi ...
di
yasodanandana
[user #699]
commento del
22/06/2013 ore 12:23:22
====La verità é chi é veramente bravo e suona per mestiere (...) trova chi lo paga per suonare====
troppo facile.. esiste gente bravissima e professionalissima che, oggi, fa la fame..
per il resto certamente chi suona per hobby potrebbe dovergli andar bene suonare gratis, ma non, a parer mio, se lo fa dove, invece, qualcun altro guadagna...
io posso essere il musicante piu' scalcagnato del mondo, ma se mi chiami ad allietare i tuoi clienti mentre gli vendi la birra, poi e' ovvio che devi pagare pure me.. il volontariato si fa in strutture di volontariato, non in esercizi commerciali...
Rispondi
Loggati per commentare
Re: Mi fanno sempre sorridere questi ...
di
chiatarrox
[user #36263]
commento del
22/06/2013 ore 20:40:35
Mah sai nelle professioni artistiche come nello sport quelli bravini o anche quelli bravi co guadagnano poco o niente, per fare soldi devi essere VERAMENTE bravo o un'eccellenza: dal super turnista che suona con i big ai big stessi, a meno di non adattarsi a fare cose dove girano soldi anche se non ci piacciono: sei un bravo shredder ma non sei vai? Allora datti al liscio e vedi che ti mantieni. Un medico invece guadagnerà bene da vivere con la sua professione anche senza essere un nobel ma secondo me é giusto così.
Per il discorso dei pub sarei d'accordo se effettivamente l'apporto di un gruppo apportasse un beneficio economico ma spesso é l'inverso e proprio per questo che é difficile trovare da suonare in giro. Molti al massimo fanno il discorso: riempimi il locale e ti dò una percentuale sull'incasso...il problema é che mamma, amici e parenti vengono a vederti una volta...poi si stufano!
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Re: Mi fanno sempre sorridere questi ...
di
dale
[user #2255]
commento del
22/06/2013 ore 22:18:28
Esatto, anche questa è una realtà di cui bisogna tenere conto, infatti spesso e (mal)volentieri la cornice di pubblico non è il massimo; io stesso, che suono a livello amatoriale, come quasi tutti qui, quando facevo piano bar perchè mi servivano velocemente dei soldi, (non lo farei mai attualmente) guadagnavo dalle 50.000 alle 150.000 a sera, fine anni '90 erano soldoni!!...avevo 18 anni ed ero veramente un neofita, non suonavo nemmeno tutti i pezzi, una volta non mi avevano prestato la chitarra (una squier ...non potevo permettermene una mia, altro che regali di papà...) e ho dovuto far finta di suonare la tastiera, un tedesco ubriaco mi ha messo 50.000 lire nel taschino della camicia dicendo:
"AH!!!Molto prafo pianista!"
non so se mi spiego...
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Re: Mi fanno sempre sorridere questi ...
di
chiatarrox
[user #36263]
commento del
22/06/2013 ore 23:13:03
Ahahah spettacolo il tedesco! OT: oggi ci si lamenta che la Germania rompe i coglioni con l'euro cercando di dettare legge, un po' hanno anche ragione: pochi ricordano come all'epoca il marco tedesco era una super moneta, 50000 lire per il crucco erano robetta!
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Re: Mi fanno sempre sorridere questi ...
di
yasodanandana
[user #699]
commento del
22/06/2013 ore 23:11:21
su chi guadagna e chi non guadagna mi sembra tu la stia facendo un po' troppo semplice, ma va bene cosi'... rispetto al resto, e' il gestore del locale che deve valutare PRIMA se la mia performance lo fa guadagnare o meno, perche' se mi chiama, poi mi paga. Se ti assumo in una mia ditta come dipendente, certo se non mi soddisfi posso lasciarti a casa dopo un periodo di prova stabilito dalla legge, ma il periodo di prova te lo pago... non e' che posso dirti che non ti pago perche' ho calcolato che per la mia ditta sei stato improduttivo...
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Re: Mi fanno sempre sorridere questi ...
di
muffy
[user #1923]
commento del
22/06/2013 ore 23:28:00
Mi hai tolto le parole di bocca. Sottoscrivo!!!
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di
Mm
utente non più registrato
commento del
18/01/2023 ore 15:20:46
Comodo come molti professionisti che danno lezioni in nero......la guerra dei poveri continua imperterrita....i musicisti sono gli unici hobbisti che vogliono essere pagati perché solitamente vengono chiamati a suonare in contesti dove chi li organizza trae profitto..
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