di FBASS [user #22255] - pubblicato il 20 gennaio 2014 ore 12:20
Andando agli albori dell'utilizzo solistico della chitarra nelle formazioni "Jazz", che incominciavano ad imporre alla stessa un ruolo più importante di quello avuto nel decennio precedente in cui il ruolo solistico era stato coperto principalmente dal banjo, vedi il caso Salvatore Massaro (Eddie Lang) che fu l'artefice, negli anni 20 dello scorso secolo, del successo della Gibson L 5 di Lloyd Loar, ironia della sorte un liutaio nato tra i mandolini ed i banjos, alla guida della Gibson tra il 1919 ed il 1924 e che è rimasto famoso anche per lo splendido mandolino Gibson F5, venne alla luce la poca resa sonora della stessa nel contesto orchestrale a cui si cercò di porre rimedio in varie maniere, forse il risultato migliore l'ebbe proprio un altro italiano, Mario Maccaferri, agli inizi degli anni 30, in Selmer. Le chitarre da orchestra, non ancora rese elettriche dato che storicamente la prima fu la Gibson ES 150 del 1936, furono realizzate tutte con corde metalliche e con la cassa armonica in legno massello scavato a mano e fu imposto ad esse il nome di arch-top, cioè con entrambi le tavole armoniche della stessa cassa armonica, sia la superiore che l' inferiore, arcuate e ricavate scavando a mano un tavola piana ma di spessore più elevato, cosa ereditata dagli strumenti ad arco e che imponeva un notevole tempo di realizzo, nonchè una professionalità elevata. Con il tempo si sono utilizzate tavole in laminato piegato a caldo, vedi Gibson ES 175, che costavano un po' meno ma si è creata una notevole confusione anche perchè è invalso l'uso di chiamare le chitarre da Jazz come Hollow-Body , cioè a "corpo cavo". Quelle degli inizi negli anni a cavallo tra gli anni 20 e 30 ed anche dopo, non avevano ancora la spalla mancante che invece era già presente nelle "Gipsi" di Selmer-Maccaferri, avevano però le stesse buche ad effe degli strumenti ad arco, come il violino ed il contrabbasso; una delle prime ad essere resa elettrica fu la Rickenbacker dell'immagine d'apertura, con un pickup horseshoe, però nato per la Frying Pan del 1931, ma la più conosciuta resta comunque la Gibson ES 150 di Charlie Christian, con il pickup poi a lui intitolato. Era presente sul mercato, nel dopo guerra, anche una Brand nata ad fine secolo XIX da un emigrato tedesco e molto più conosciuta per le batterie, ma che aveva realizzato delle ottime arch-top sia per Chet Atkins che per George Van Eps, la Gretsch, che utilizzò dei pickup Dearmond, prima Dynasonic e poi Filtertron humbucker, specialmente in due magnifici modelli, la 6120 e la White Falcon, poi la prima 7 corde G 6079 - G 6080 a secondo delle colorazioni del body, da sunburst a walnut finish, di quest'ultimo modello c'erano anche le 6 corde G 6081 e G 6082, sempre proposte con le stesse colorazioni successive :
Storicamente agli inizi anni 50 il jazzista George Van Eps ( 1913 - 1998 ) commissionò una arch-top simile alla G6120 ma con 7 corde al posto delle 6 tradizionali, con in opera 2 pickups DeArmond Filtertron a 14 espansioni polari in 2 file di 7, che rimase in produzione fino agli anni 80, utilizzante un SI come settima corda, da tuttri ricordata come "La Van Eps Guitars" e non con il numero datole dalla Gretrsch, G 6079 :( http://www.classicjazzguitar.com/artists/artists_page.jsp?artist=30 ). Ma di lui ci restano alcune foto dei suoi inizi carriera e specialmente una famosissima ma con una chitarra arch-top Epiphone, poi eccovi dei video di lui :