di adsl36 [user #31823] - pubblicato il 08 marzo 2014 ore 08:30
Una lezione per aiutarci a visualizzare e studiare gli arpeggi, in tutti i rivolti e attraverso tutta la tastiera. Ci serviremo dei diagrammi, piuttosto che della tradizionali tablature per memorizzare le posizioni. In cattedra, l'accordiano adsl36
Qualche tempofa l'accordiano adsl36 ha pubblicato un articolo nel quale raccontava il lavoro di pre amplificazione dei pickup realizzato sulla sua chitarra. Sentendolo suonare nei video di corredo al pezzo, siamo rimasti colpiti dall'efficienza e dalla pulizia della sua tecnica di plettrata e dall'impostazione ordinata dei suoi arpeggi. Così l'abbiamo invitato a confezionarci per "Accordiani in cattedra" una lezione ad hoc. Eccola.
In questa lezione insegnerò a suonare un arpeggio di G7 di dominante, (G, B, D, F) affrontato in più posizioni, una a partire da ogni nota che lo compone:
G7: G, B, D, F
G7/B: B, D, F, G
G7/D: D, F, G, B
G7/F: F, G, B, D
Quando cominciai a studiare gli arpeggi, un bel po’ di anni fa, mi abituai a eseguirli unendo tra loro tutte le posizioni, eseguendolo in successione, con continuità e non soltanto una per volta. Personalmente non sono cresciuto con le TAB ma con i diagrammi, le rappresentazioni grafiche come quelle che vedrete qui sotto.
Perciò, propongo questa mia modesta lezioncina usando proprio i diagrammi anziché i TAB anche perché pur sapendoli leggere, non mi sono mai cimentato a crearli con programmi tipo Power Tab, Guitar Pro e simili.
Qualcuno mi ha detto che sono un: ”NO TAB”! Battutacce a parte, veniamo alla parte seria di quest’articolo, nel quale eviterò appositamente paroloni scoraggianti per andare direttamente al sodo. Ecco il primo diagramma dal quale sono partito per l’esecuzione:
La lettura è semplice, la tastiera è ben visibile e l’ho allargata un po' appositamente per renderla più chiara. A sinistra ci sono i nomi delle corde per non sbagliarsi. Di sotto troviamo i numeri corrispondenti ai capotasti mentre i pallini rossi indicano, ovviamente, dove vanno premute le corde. I numeri che ho scritto nei pallini rossi indicano semplicemente che tipo di note stiamo premendo, dove la “T” è l’abbreviazione di Tonica (o nota fondamentale), cioè la nota che dà il nome all’accordo e all'arpeggio in questione, nel nostro caso il G e i numeri 3 5 e 7- indicano rispettivamente la terza giusta, la quinta giusta e la settima minore (dominante). In corrispondenza dei pallini ci sono le scritte in verde che indicano le dita da utilizzare. Le ho scritte abbreviate ma si capisce benissimo che mig è il mignolo, anu è l’anulare, ind è l’indice e med il medio. Tra le varie posizioni alcune note sono in comune, per esempio il B preso al settimo capotasto sulla corda del E cantino che si vede nel primo diagramma, è la stessa nota che troviamo nel secondo diagramma e così via.
Gli slittamenti da fare con le dita, quelli che ho segnato sui diagrammi, sono la parte più bella secondo me, perché rappresentano il mezzo di unione tra le varie posizioni. Per chi è a digiuno di pratica sugli arpeggi può risultare difficoltoso ma, credetemi, è solo questione di pratica e molta pazienza. Consiglio di cominciare con un diagramma per volta. Quando avremo fissato bene in mente la prima posizione, si potrà passare a quella successiva, il G7/B. Questa parte dal B, al settimo tasto sulla corda di E:
Quindi passaimo alla terza, il G7/D che parte dalla quinta D e parte al decimo tasto della corda più bassa.
Infine la quarta, il G7/F che parte al tredicesimo tasto.
Il passo successivo è ripetere gli stessi diagrammi sull'ottava superiore. per esempio, il primo che parte al terzo tasto, lo rifaremo identico ma partendo dal quindicesimo.
Quando si memorizzeranno per bene tutti, il miglior metodo per eseguirli in successione, senza fermarsi, è quello di unire due diagrammi per volta, per esempio il primo col secondo ed esercitarsi per un certo tempo su questi; poi il secondo col terzo, il terzo col quarto, il quarto col primo ripetuto all’ottava superiore e infine quest’ultimo con il secondo diagramma ripetuto all’ottava superiore. Vi propongo i diagrammi di un paio di combinazioni di arpeggi uniti in successione, invitandovi a trovare in autonomia i restanti.
Questo è lo schema dell'arpeggio di G7 che parte al terzo tasto che si unisce a quello di G7/B che parte dal settimo tasto.
Qui invece la combinazione del G7/F che parte al tredicesimo tasto con la diteggiatura di G7 sviluppata un'ottava superiore, partendo da quindicesimo.
Tutte le esecuzioni vanno studiate con la solita regola, cioè molto piano e con l'aiuto di un metronomo, in modo da dare al cervello il tempo di assimilarle e di poter comandare le dita sempre più automaticamente man mano che le ripetiamo.
Se si incontra una difficoltà di esecuzione in un certo punto, insistere sulla sua risoluzione prima di proseguire, ovviamente sempre a velocità molto moderate.
La velocità va aumentata un passo alla volta soltanto quando le nostre esecuzioni saranno fluide e prive di errori. Inoltre suggerisco di studiarli a suono pulito e non con il distorsore. Quest’ultimo lo potremo usare, se il contesto musicale in cui suoneremo gli arpeggi lo richiederà, soltanto quando avremo raggiunto un ottimo controllo sull’esecuzione e una chiara pulizia del suono.
La velocità con la quale l'ho suonato nel video è a 115 bpm, quindi non è esagerata e l’ho scelta appositamente perché mi sembrava “media” dopo aver provato velocità più "alte", fino a 135.
Questa mi è sembrata più comprensibile, un buon compromesso. Ricordiamoci sempre, però, che la velocità è senz’altro una bella cosa ma ne esistono altre due molto più importanti e pregiate, la pulizia del suono e la fluidità nell’esecuzione! Una volta memorizzate queste diteggiature e appresa la meccanica esecutiva a cosa possano servire questi arpeggi e dove e come utilizzarli, sarà soltanto la vostra fantasia a deciderlo!
Bene, spero di essere stato esauriente e a questo punto è doveroso augurarvi un buon lavoro.
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.