di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 23 settembre 2014 ore 07:00
Chiudiamo la rubrica Quaini on Stage (per il momento) con un ultimo appuntamento fondamentale. Si parla di gestione dei suoni, dei gusti di Michele e della maniera in cui approccia alla costruzione del suo sound live.
Chiudiamo la rubrica Quaini on Stage (per il momento) con un ultimo appuntamento fondamentale. Si parla di gestione dei suoni, dei gusti di Michele e della maniera in cui approccia alla costruzione del suo sound live.
I chitarristi passano ore e ore a creare il proprio suono fino a quando un produttore arriva chiedendone altri. Questo è quello che succede prima dei grandi tour. La realtà però non è così tragica anzi, come testimonia Michele nel video, agli artisti è lasciato un po’ di spazio. Quando però ci si trova a dover ricreare i suoni di un album già registrato lo spazio un po’ si riduce. Non importa quanto si possa amare una Strat, se il brano è stato registrato con una LP quella bisognerà usare. Saper scegliere il suono giusto in funzione di quello che si andrà a suonare non è una bazzecola, è anzi uno dei tratti distintivi di un vero professionista. Serve avere una buona mano per lavorare come chitarrista professionista, serve avere ottima attrezzatura, è naturale. Serve anche saper settare tutto al punto giusto per creare la perfetta alchimia. Bisogna avere bene in mente come reagisce il nostro gear e su quali manopole intervenire.
Gestire i suoni è fondamentale ed evitare il tip tap tra i pedali un must. Per questo Michele come praticamente tutti i professionisti che calcano i palchi si dotano di looper e controller nonché di effetti midi. Il riverbero e il delay giusto al momento giusto con un solo colpo di piede.
Lasciamo ora la parola a Michele che ci racconterà come ha armato la sua pedaliera per questo tour.