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Custom Shop: le Fender più belle di sempre?
Custom Shop: le Fender più belle di sempre?
di [user #3] - pubblicato il

Dopo ogni NAMM resta sempre l'acquolina in bocca per la produzione dei golosissimi pezzi unici con cui le aziende arredano i propri stand. Tra i più sfiziosi, ormai da un quarto di secolo, ci sono quelli del primo Custom Shop della storia, quello di Fender.
Dopo ogni NAMM resta sempre l'acquolina in bocca per la produzione dei golosissimi pezzi unici con cui le aziende arredano i propri stand. Tra i più sfiziosi, ormai da un quarto di secolo, ci sono quelli del primo Custom Shop della storia, quello di Fender.

Nel 1985 una cordata guidata da Bill Schultz rilevò da CBS il marchio Fender, all'epoca vicino alla bancarotta (la produzione americana era già cessata) o all'acquisizione da parte di un gruppo giapponese. Fu un gesto guidato più dalla passione che dal buon senso, ma forse proprio per questo si rivelò vincente. Nel giro di pochi anni Fender cancellò il ventennio di insuccessi prodotti dall'ottuso management CBS e si rilanciò nel mondo come leader incontrastato del settore e - quel che più conta - come produttore di strumenti eccezionali.

Una delle intuizioni vincenti di Bill Schultz (un personaggio tosto e geniale, che la storia dovrà considerare come il vero successore di Leo Fender) fu la creazione del Custom Shop. L'idea fu geniale per due ragioni. La prima ragione è che la rinata Fender fu subito sommersa dalle richieste di musicisti che volevano strumenti speciali o anche solo "fatti come una volta". Ai fenderisti di tutto il mondo non sembrava vero, dopo anni di triste declino, di poter ritrovare in California una Fender viva e vitale in grado di soddisfare ogni loro capriccio. Costavano care, certo, ma bisogna ricordare che la crisi qualitativa e creativa della Fender-CBS aveva fatto volare alle stelle i prezzi del vintage, che a metà anni '80 avevano raggiunto il massimo delle quotazioni.
La seconda ragione è la capriola acrobatica rispetto alle strategie originali di Leo, che aveva fatto dell'industrializzazione un principio imprescindibile (la sua massima concessione era un colore fuori catalogo, ma dovevi essere davvero importante per ottenerlo). Bill Schultz dichiarò guerra ai due più temibili concorrenti (il vintage e le produzioni artigianali di strumenti Fender-style come Schecter, Anderson, Pensa-Suhr, eccetera) con le loro stesse armi: la qualità e l'esclusività, comprendendo l'importanza di affiancare alla produzione di serie una produzione semi-artigianale, in grado di trasformare in realtà i sogni di qualunque chitarrista, consegnandogli strumenti all'altezza di quelli degli artigiani ma con una briscola, potentissima, in più: la scritta Fender sulla paletta. Scusate se è poco.

Custom Shop: le Fender più belle di sempre?

Nato nel 1987, il neonato Custom Shop - che inizialmente viveva in una stanzetta in cui John Page e Mike Stevens condividevano una macchina capace di produrre quattro strumenti al giorno - ricevette oltre 600 richieste di strumenti nel primo mese di vita. Un successo senza precedenti, che cancellò i vent'anni CBS e riportò in un botto il nome Fender ai vertici dell'immaginario dei musicisti. Chapeau!

All'inizio la produzione si concentrò su piccole serie di strumenti vintage style (la Stratocaster Homer Haynes, la Telecaster Thinline, eccetera), su repliche "hot rodded" (come la Stratocaster Texas Special del 1988 di Mike Stevens), su edizioni celebrative (per esempio la Telecaster 40th Anniversary) e su pezzi unici per musicisti di grido (per esempio la replica della Telecaster blackguard di Billy Idol).

Custom Shop: le Fender più belle di sempre?

In quei si concretizzò anche il progetto della chitarra destinata a sostituire Blackie al collo di Eric Clapton. Bistrattato da CBS, che non ne aveva mai capito il potenziale comunicativo, Manolenta fu immediatamente coccolato da Bill Schultz, che gli mise a disposizione ogni risorsa per convincerlo a pensionare Blackie e mettere la sua firma su una nuova chitarra Fender. Dopo vari tentativi di sfruttare le elettroniche della Elite, Eric scelse i Lace Sensor arricchiti da un boost sui medi. Dice la leggenda che a fine 1988 passò a prendersi tre chitarre, una per colore (Torino Red, 7up Green e Pewter Grey), scegliendole tra quelle della prima produzione. Dal 1988 tutti potevano andare in negozio e comprarsi una chitarra identica a quella che Eric faceva cantare sui palchi del mondo (senza aver bisogno di comprare cinque Stratocaster degli anni '50 e mescolarne i pezzi alla ricerca della perfezione, come aveva dovuto fare Clapton in epoca CBS).

Custom Shop: le Fender più belle di sempre?

Negli anni a seguire, il Fender Custom Shop crebbe. Alla prima macchina se ne aggiunsero altre, alla produzione artigianale (poi denominata master-built) se ne aggiunse una di piccola serie (team-built). Quello che non cambiò mai fu la qualità, rimasta altissima, per affermare orgogliosamente che la Fender di oggi, quando ci si mette, non teme confronti neppure con le reverende chitarre dell'epoca pre-CBS. A dimostrarlo, il fatto che appassionati, collezionisti e rock star sono disposti ad acquistare i pezzi unici di Krause, Galuszka, Shishkov, Cruz e compagnia a prezzi analoghi a quelli delle più rare pre-CBS. Una bella vittoria per l'azienda californiana.

Non entro nel mondo del relicing - forma d'arte postmoderna che rispetto, visto il successo di cui gode, ma di cui non m'intendo perché non mi appassiona - e chiudo questo raccontino con una selezione di quelle che secondo me sono alcune tra le più sfiziose chitarre prodotte dal Fender Custom Shop e con una riflessione.

Custom Shop: le Fender più belle di sempre?

Telecaster DeLuxe Masterbuilt di Jason Smith per il NAMM 2013. Corpo in frassino Sunset Orange con turapori uretanico nero, birdseye maple neck con profilo a U tipo 1952 e tastiera con raggio da 12 pollici, battipenna "Tirimisu Swirl" (non è un refuso nostro, ma loro!),'72 Tele Wide Range humbucker e il tanto vituperato attacco a tre viti anni '70 (a dimostrare che, se è fatto bene, tiene eccome.

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NAMM 2013, doppiomanico Esquire/Mandolin di Dennis Galuszka. L'incredibile sintesi di due strumenti pre-CBS (Fiesta Red, battipenna tartaruga, eccetera) è completata dalle tastiere in palissandro indiano. La chicca è il ponte Nocaster con sellette compensate per una perfetta intonazione (una sciccheria che Leo neppure si sognava). La chitarra è accompagnata da un libro che ne documenta tutte le fasi della produzione.

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Costruita per il NAMM 2012, la Samurai Stratocaster è un capolavoro che nasce dalla collaborazione di artigiani straordinari: la pelle di Dru Whitefeather, gli intarsi di Ron Thorn, la pittura di Pamelina. A unire il tutto, John Cruz. Corpo in koa finito a olio, manico in acero con tastiera in palissandro indiano e tutte le chicche di prammatica per non far dimenticare che questo è anche uno strumento musicale.

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La Russian Strat di Yuri Shishkov è una gioia per gli occhi derivata dalla Stratocaster American DeLuxe. Talmente bella che dopo la prima serie con top in acero fiammato verniciato in un sunburst opaco e arricchito dal battipenna anch'esso in acero fiammato, ne vennero prodotte varie versioni successive, con varianti cromatiche straordinarie, ma sempre basate della DeLuxe. La chicca sono i pickup, avvolti a mano da Yuri, uno a uno.

Custom Shop: le Fender più belle di sempre?

Per il NAMM del 2013 John Cruz (il più gettonato master builder del Fender Custom Shop, con una lista di attesa da oltre tre anni) ha costruito questa Thinline da sogno. Corpo in mogano in cui le camere tonali sono state scavate prima di applicare il top in morado, binding ovunque in madreperla, tastiera in palissandro indiano da 6 millimetri, flamed maple neck, Bigsby B5, TV Jones Power'Tron al manico, Twisted Tele al ponte avvolto a mano. Un'opera d'arte senza compromessi.

Custom Shop: le Fender più belle di sempre?

L'acquisizione del glorioso marchio Gretsch ha portato alla nascita di alcuni interessanti ibridi. la serie più sfiziosa è quella delle Telecaster Thinline incrociate con le Gretsch 6120 (come in questo caso) o White Falcon. Corpo in mogano, top in abete, vernice arancione alla nitro che più country non si può, Bigsby cromato, TV Jones, ponte mobile con basetta in ebano. Esiste la variante bianca in stile Falcon e quella Coutry Club candy green, nata per Bono degli U2. Deliziosa.

Custom Shop: le Fender più belle di sempre?

La riflessione finale. Si potrebbe continuare all'infinito, citando le innumerevoli meraviglie costruite da questi talenti straordinari, che è riduttivo definire solo "maestro liutaio", perché sono a tutti gli effetti degli artisti. Sono ancora chitarre i loro capolavori? Qualcuno avrà il coraggio di portare su un palco o in sala la Diamond Legend Cabronita o la Pine Cone Stratocaster? E quante volte usciranno dalle custodie le Master Salute Stratocaster, clone di una chitarra fatta per Eric Clapton da Todd Krause nel 2005, coperte da una foglia di oro zecchino? Suonerà meglio questo gioiello senza prezzo della "MIM" da poche centinaia di euro, grattugiata nel sottoscala per farla assomigliare alla Number 1 di Stevie Ray Vaughan? Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma è certo che a Corona, da trent'anni, nascono alcune delle chitarre più straordinarie della storia.

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diciamo che possono piacere, ma ...
di stono [user #11272]
commento del 07/02/2015 ore 08:31:25
diciamo che possono piacere, ma definire 'belle' queste in foto, mah

io trovo la maggiorparte di loro strapacchiane al mio gusto.
Rispondi
Re: diciamo che possono piacere, ma ...
di Peterpanico utente non più registrato
commento del 07/02/2015 ore 12:25:07
Siamo in due,ma la "decadenza" di gusto,cultura e senso della bellezza purtroppo si fa sentire ;-)
Rispondi
A me piacciono quasi tutte. ...
di MM [user #34535]
commento del 07/02/2015 ore 09:06:29
A me piacciono quasi tutte.
Rispondi
La lamina d'oro
di onlyfender [user #5881]
commento del 07/02/2015 ore 10:32:54
La Master Salute Stratocaster rivestita con la lamina d'oro è decisamente tamarra... così tamarra che devo averla.
Ma non posso aspettare di diventare ricco per comprarla... nell'attesa penso che rivestirò con l'alluminio cuki la Squier (e sulla paletta ci scrivo "Stratocaster al cartoccio").
Rispondi
Re: La lamina d'oro
di MM [user #34535]
commento del 07/02/2015 ore 10:40:49
È vero, decisamente, ma nella sua tamarraggine la trovo comunque bellissima.
Rispondi
Re: La lamina d'oro
di zaloral [user #31722]
commento del 14/02/2015 ore 10:17:15
Ah ah ah!!! Si ma brevettala altrimenti Cruz ti frega l'idea...😄
Rispondi
Bell'articolo, come è lecito aspettarsi ...
di BillyU [user #14094]
commento del 07/02/2015 ore 10:42:47
Bell'articolo, come è lecito aspettarsi da Alberto. Faccio una riflessione, se gli strumenti degli anni '70 erano pessimi, com'è che costano più dei custom shop? Non è che stiamo esagerando con 'sto vintage. Stai a vedere che anche io (65 anni) da "quasi vecchio" divento "vintage" e mi trovo la fila di belle e giovani donne interessate al "vintage". Aspetto fiducioso... :-)
Rispondi
Re: Bell'articolo, come è lecito aspettarsi ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 07/02/2015 ore 11:19:44
Il valore collezionistico talvolta è molto slegato e distante dal valore reale...Per fortuna non in tutti i campi!
Rispondi
Re: Bell'articolo, come è lecito aspettarsi ...
di angusnoodles [user #13408]
commento del 07/02/2015 ore 19:01:11
Perchè le chitarre del Custom Shop possono avere le specifiche di quel periodo... Ma se ad sempio negli anni '70 i legni facevano schifo, in queste chitarre invece scelgono i migliori... Quindi in realtà sono chitarre ispirate ad un periodo ma che con quelle chitarre condividono la forma da lontano... Poi, che le fender degli anni 70 fanno schifo, andiamolo a dire a Ritchie Blackmore o Yngwie Malmsteen... Non mi pare che nelle loro mani suonassero malaccio...
Rispondi
SBAVO!!!
di MAT77 [user #27583]
commento del 07/02/2015 ore 11:05:07
ALBERTO è SEMPRE IL MIGLIORE A SCRIVERE I PEZZI SUL MONDO FENDER.

IO NON POSSEDENDONE PER ORA ANCORA UNA, SBAVO GUARDANDO QUESTI SCATTI E LE TROVO TUTTE STUPENDE, SOPRATUTTO LE TELE...
GRANDE COME SEMPRE, ER (EX) DIRECTOR :-)
Rispondi
Opere d'arte. Per curiosità ho ...
di SuperAdrian76 utente non più registrato
commento del 07/02/2015 ore 12:16:32
Opere d'arte. Per curiosità ho cercato sul web il prezzo della Samurai Strat: 40000$.
Rispondi
Hot calendar
di maccarons [user #20216]
commento del 07/02/2015 ore 12:21:33

vai al link
Rispondi
Il concetto di bellezza è ...
di Peterpanico utente non più registrato
commento del 07/02/2015 ore 12:23:28
Il concetto di bellezza è molto soggettivo,ma se queste robe qui sono "belle",allora viva il brutto tutta la vita!
Rispondi
Perdonatemi se vado controcorrente, ma ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 07/02/2015 ore 12:38:49
Perdonatemi se vado controcorrente, ma io vedo degli esercizi di stile. Non c'è una sola di queste chitarre che abbia qualcosa di trasferibile sulle serie di ampio respiro, anzi, a dire il vero non c'è proprio niente di innovativo in nessuna chitarra del Custom Shop di casa Fender. E non metto in dubbio la qualità dei loro strumenti, ma guardando queste foto vedo la Tele con la paletta della Strat, una delle cose più orribili che ci siano, altre Tele con sellette da Strat, che all'atto pratico, il suono, la chitarra non la fanno suonare come una Tele dovrebbe, una Strat decoratissima, la cui foto, e sono certo di quello che dico, se fosse pubblicata su fb, come succede spesso tra l'altro per questi esercizi di stile, dicendo che è il lavoro di un artigiano privato sarebbe sommersa di critiche e commenti offensivi, una discutibilissima verniciatura metallizata con quell'effetto che a me non sa per niente di pacchiano anni '80, quello bello dell'hair metal, ma proprio di rozzo, una Gretsch a forma di Tele. Bah, anche le case automobilistiche ai saloni espongono prove di forza sul design, ma molto spesso sono cariche di opzioni all'avanguardia che nel futuro diventano standard su tutta la linea produttiva. Sinceramente guardando il catalogo del CS e queste foto a me la voglia di comprare una delle loro chitarre non viene neanche un po', anzi mi sento ancora più spinto a rivolgermi ad un bravo liutaio italiano, con il quale concordare per filo e per segno ogni aspetto della mia Strat ideale, insieme al quale vivere dall'inizio alla fine la nascita di uno strumento unico. Solo pareri personali, quindi vi prego, niente storielle del tipo volpe e l'uva e così via, se proprio qualcuno sentisse il bisogno imbellente di martirizzarmi per questo mio post che non grida al miracolo.
Rispondi
Re: Perdonatemi se vado controcorrente, ma ...
di mamuele [user #4349]
commento del 08/02/2015 ore 08:00:49
Ciao,
non posso dire di essere in totale disaccordo con te perché' hai delle ragioni nelle considerazioni fatte sui discutibili esercizi di stile. Questi strumenti non sono fatti per essere suonati ma per essere stagionati nelle custodie dei collezionisti. Esiste ormai un mercato di questi strumenti "particolari/artistici".
Il discorso del "mi faccio fare la chitarra dal liutaio italiano" ci sta, ma non sarebbe una fender (ammesso che ti interessi ed a molti interessa) e poi, se sei pronto a sborsare la cifra giusta anche al custom shop ti fanno la chitarra come la vuoi tu, basta pagare e aspettare.
Mi e' capitato di suonare diverse chitarre anche considerate vintage molto costose e custom shop altrettanto costose, molte suonano bene, tantissime male, tutto sta provarle e vedere se ti piace e se te la puoi permettere.
Un'ultima considerazione sulle chitarre di liuteria, non sta scritto da nessuna parte che anche facendoti costruire lo strumento dei tuoi sogni dal liutaio italiano/straniero più' rinomato all'atto pratico di imbracciare lo strumento e collegare il cavo tu abbia trovato "lo strumento" anzi... dopo uno sguardo ai vari mercatini a me viene da pensare il contrario... E' un po come andare dal sarto e chiedere un abito su misura, e' più' difficile e ha un risultato più' incerto rispetto ad un abito buono già' fatto perché chi commissiona il lavoro nella maggior parte dei casi non sa cosa vuole o lo sa solo in teoria e questo porta ad un risultato finale spesso non totalmente soddisfacente.
A me la chitarra che ha sconvolto l'esistenza e che ancora sogno la notte era una palettona anni 70 (75 credo e io odio le palettone) totalmente distrutta e piena di ammaccature, provata quasi con schifo mentre provavo un pedalino... il negoziante mi vide perplesso e mi disse, ero a Londra "man... this piece of crap sounds incredible!!!" appena ho poggiato la mano sul manico e' stato amore. Purtroppo ho temporeggiato 2 giorni per racimolare le 1200 sterline necessarie per portarla via e... era andata.

Saluti
Rispondi
Re: Perdonatemi se vado controcorrente, ma ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 08/02/2015 ore 13:11:49
E' ovvio che se mi rivolgo ad un liutaio è perchè non mi interessa del marchio Fender sulla paletta, non ho trovato quello che cerco nel loro catalogo o più in generale sul mercato, voglio qualcosa di esclusivo ed unico che mi sia cucito addosso. Si, possono farlo anche al Custom Shop, ma ad un prezzo credo anche di molto superiore a quello del bravo liutaio (visto che la decal Fender ha un grosso peso anche sulle produzioni più alte) a cui mi rivolgerei, a dodici ore di volo da casa mia e con liste d'attesa di anni...No, la cosa non risponde alle mie aspettative...Poi è chiaro che se mi faccio fare la chitarra dal liutaio è perchè la voglio con caratteristiche che ho bene in mente, tutte, e, visto che al Custom Shop di casa Fender, è un dato di fatto, realizzano chitarre tradizionali o chitarre tradizionali in finiture particolari senza inventare praticamente niente di nuovo, avrei lo stesso rischio di ritrovarmi con uno strumento diverso da quanto mi aspetto, mentre ci sono un sacco di liutai che offrono caratteristiche che alla Fender semplicemente non considerano nemmeno. Poi per me questo rischio è minimo se le mie idee sono chiare ed il liutaio non è il primo amante del bricolage che si è dato alla liuteria da due mesi.
Poi come ho scritto in un altro diario io mi rifiuto categoricamente di rivolgermi alla Fender, alle americane intendo, perchè sono un paradosso totale. Cioè loro ti dicono "vuoi una chitarra che suoni bene come quelle di tanti anni fa? Ok, te la facciamo costruire da un gruppo di super liutai ad un costo esorbitante". E' proprio un paradosso. Come se oggi alla FIAT cominciassero a vendere delle 500 uguali a quelle degli anni '50, ma le facessero assemblare ai meccanici della Ferrari e le vendessero al prezzo di una BMW M3. Esempio a cavolo ma rende l'idea.
Rispondi
Definire Shishkov un liutaio sarebbe ...
di Piazza [user #31749]
commento del 07/02/2015 ore 12:52:14
Definire Shishkov un liutaio sarebbe sottovalutarlo secondo me.

È più un ebanista, fa delle chitarre che starebbero bene in ville reali ottocentesche...
Rispondi
non sono un feticista dello ...
di giuseppe40 [user #18743]
commento del 07/02/2015 ore 13:19:0
non sono un feticista dello strumento, ma quelle tre tele...bè, tanta roba!
Rispondi
Fantastico!
di SteveZappa93 [user #38837]
commento del 07/02/2015 ore 15:10:24
La Clapton è una delle mie preferite!Bellezza Unica!Altro che quegli Obbrobri a 10 corde e passa che si vedono ultimamente!
Rispondi
Rivestire una strato con lamina oro o similoro
di papenny [user #16644]
commento del 07/02/2015 ore 15:15:52
Le chitarre sono sempre le stesse con un vestito diverso. Penso che a tutti piacerebbe possedere una strato con un colore introvabile o una decorazione, magari "kitsch", ma unica nel suo genere.
Ecco, io mi sono rivestito di lamina d'oro (non oro zecchino) la mia stato. Quella che viene usata nel decoupage per ricoprire cornici d'epoca e tanto altro. E' stato un lavoro difficile, ma alla fine il risultato è stupendo. Suona come prima ed è bellissima. A chi scrive che è da TAMARRO, rispondo che i gusti son gusti! Allora anche Clapton è tamarro! Voi non crederete quanti amici mi hanno chiesto di rivestire la propria chitarra con lamina d'oro. Conosco un liutaio famoso che recensisce per Accordo, che si è cimentato a indorare una delle sue creazioni.
Personalmente m isono piaciute tutte le customizzazioni di questo articolo.
Rispondi
Al Custom shop Fender....
di adriphoenix [user #11414]
commento del 07/02/2015 ore 17:04:14
rispondo con questo italianissimo liutaio italiano, le cui creature almeno in foto, sono anni luce superiori alle produzioni americane:

vai al link

Per dissolvere dubbi e quant'altro dico che non conosco neanche personalmente il fautore di queste bellezze, nè tantomeno sono da lui pagato per fargli pubblicità...anche perchè mi farei pagare in chitarre!!

sostengo solo la tesi del made in italy fatto bene, con cura, quella che manca checché se ne dica ai vari custom-shop di Fender, Gibson e compagnia cantante...

Tornando all'articolo, delle chitarre messe in foto me ne piacciono molto poche, alcune le trovo americanamente troppo sfacciate ;D
Rispondi
Re: Al Custom shop Fender....
di dale [user #2255]
commento del 07/02/2015 ore 17:26:13
Mi piacciono un sacco le creazioni di Mehari, purtroppo non ne ho mai provate (tu si?) però dire che sono anni luce alle produzioni Fender Gibson CS è una stupidaggine, cioè un conto è un artigiano anche bravissimo come sicuramente lui sarà, però dai, se c'è una cosa che non manca è la cura suvvia......
Rispondi
Re: Al Custom shop Fender....
di lbaccarini [user #14303]
commento del 08/02/2015 ore 18:05:08
Ho una Telecaster Blackbeard ed è davvero notevole, prima o poi devo farne una recensione.
Detto questo anche il Custom Shop Fender non scherza, fanno strumenti da sogno.
La cosa curiosa, anche se forse vado OT, era che la Blackbeard che ho io non me la sono fatta fare apposta, era già pronta. Era da un po' che ragionavo su come l'avrei voluta senonchè ne ho trovata una (nuova, presa da Paolo direttamente) che aveva il 98% delle caratteristiche che volevo e l'ho presa!
Rispondi
Mm
di Baconevio [user #41610]
commento del 07/02/2015 ore 17:43:52
il punto è che forse queste creazioni sono troppo "pacchianamente americane", e quindi un po' lontane dal nostro gusto. io credo che leo fender non avrebbe approvato (ma quello che l'ha conosciuto, E TI PAREVA, è alberto...e magari lui sa dirci qualcosa in più)...per lui contava una chitarra che sapesse fare quello che doveva fare, e non il vestito con cui fosse abbigliata. ma ripeto, è una mia personalissima idea.
Rispondi
Vabbè ma queste sono fatte ...
di dale [user #2255]
commento del 07/02/2015 ore 17:55:4
Vabbè ma queste sono fatte apposta per essere esagerate, fuori produzione, fuori serie, sopra le righe, in questo senso emerge l'esagerazione ammarecana e in questo senso sono abbastanza d'accordo con l'amico Adriphoenix e con il suo commento qui sopra, dal punto di vista estetico.
Rispondi
America vs Italia....
di Repsol [user #30201]
commento del 07/02/2015 ore 18:20:4
...le chitarre rappresentate in questo bellissimo articolo di Alberto non rappresentano il gusto, lo stile, il design Americano. Sono semplicemente delle produzioni fuori dagli schemi, nate per stupire e far parlare di se. Allo stesso modo la Lamborgini pitonata non rappresenta il gusto, lo stile e il design italiano.
Ci sono bravissimi liutai italiani, più o meno conosciuti, che fanno chitarre molto belle, come ci sono i vari Custom Shop o vari liutai sparsi in tutto il mondo che fanno altrettante chitarre molto belle.
Ma non prenderei come esempio queste chitarre per giudicare lo stile americano in fatto di chitarre.
Rispondi
Leo, Bill, Shishkov e altre questioni
di alberto biraghi [user #3]
commento del 07/02/2015 ore 19:38:01
Non era mia intenzione lanciare l'ennesimo thread "mi piace - non mi piace", né volevo in alcun modo snobbare la realtà della liuteria italiana (un tema su cui sono molto attento, tanto da aver sostenuto il progetto CustomShopMilano, dedicato proprio a loro, la cui prima edizione si svolgerà il 15 marzo prossimo a Milano).
Volevo invece sottolineare come - a dispetto della crisi, del profondo divenire del mondo musicale e di parecchie cappellate del management FMI - quel laboratorio di Corona rimanga sempre e comunque un tempio dell'Eccellenza con la E maiuscola (la quale Eccellenza si palesa anche con strumenti che hanno l'obiettivo di scandalizzare).
Quanto al vecchio Leo, che ho avuto il piacere e l'onore di conoscere, non mi sento di affermare cosa avrebbe pensato. Però lo ricordo (1) innovatore e (2) businessman, quindi sono certo che avrebbe approvato tante belle cose viste da Fender negli ultimi tempi (vari pickup, il nuovo ponte Telecaster, i nuovi trussrod, le macchine CNC, eccetera). Forse Leo si sarebbe sorpreso per gli intarsi di Shishkov, ma non si può prescindere dal passare del tempo, lui era nato quasi nell'epoca del Far West, Shishkov radica la sua maestria nel mondo interconnesso, come si può fare un confronto?
Una cosa però è certa: l'immenso Bill Schultz (importante quanto Leo nella storia Fender, dopo tutto l'ha guidata più a lungo lui di Leo la grande Fender!) era orgogliosissimo del suo Custom Shop. E aveva ottime ragioni per essere orgoglioso, perché tutto si può dire (mi piace, non mi piace, sono tamarre, sono sexy, eccetera, ognun ha la sua sensibilità), ma su una cosa non si discute: la chitarra di eccellenza del nostro tempo, quella che stupisce e colpisce (nel bene e nel male) l'hanno inventata loro. E ciò che vediamo oggi, da alcuni definito "tamarro", è semplicemente un'espressione estrema del postmodernismo che stiamo attraversando, così come le chitarre minimaliste di Leo (Telecaster e Stratocaster) erano figlie legittime del loro tempo.
Rispondi
Re: Leo, Bill, Shishkov e altre questioni
di Baconevio [user #41610]
commento del 07/02/2015 ore 22:40:18
"mi piace il tuo modo di pensare e voglio abbonarmi alla tua rivista"
Rispondi
Re: Leo, Bill, Shishkov e altre questioni
di MM [user #34535]
commento del 08/02/2015 ore 10:41:
È vero, loro hanno certamente inventato l'Eccellenza. Hanno anche inventato il minimalismo perfetto di Strato e Tele, quindi credo che abbiano tutto il diritto di proporre varianti ed eccellenze che fanno discutere. "Loro" inteso come Fender.
La strato dorata è bellissima, come pure la Tele thinline di Cruz col Bigsby... e anche la Tele-Gretsch.
Resta il fatto, secondo me, che come dice qualcuno sopra, la chitarra che poi ti fulmina (suonando benissimo e facendoti trovare benissimo) può essere anche quella a cui a prima vista non daresti due lire.
Rispondi
?
di telecrok [user #37231]
commento del 09/02/2015 ore 12:30:45
........all'inizio cominciarono con una vecchia macchina per la lavorazione artigianale, rimanenza della vecchia gestione ante CBS e fù subito un successone, 600 pezzi ordinati nel primo mese, allora a questa se ne aggiunse un'altra e poi un'altra e via di seguito...............
E' chiaro che possono piacere o non piacere alcune realizzazioni (a me quella in foglia d'oro veramente non piace), forse sembra che il profumo dei $$$$ abbia un tantino dato alla testa e di "custom" sia di fatto rimasto poco, lasciando più spazio allo "shop", direi che ora si tratta più di una Custom Industrie, non a caso mi sembra si siano trasferiti in locali più "spaziosi", poi và bé, sicuramente c'è sempre il "vero" pezzo Custom, curato e coccolato dai vari M.B., portafoglio permettendo.
A mio avviso potevano aggiungere una macchina utensile, magari ancora una, ma poi basta.
Questa e la mia impressione.
Siamo sempre lì, per non parlare del Relic, un Master Builder serio, fedele ed appassionato fenderiano, avrebbe dovuto rinunciare e rifiutarsi di adeguarsi a questa discutibile moda, benché legittima sia chiaro, ma poco professionale e seria a mio modesto parere.
Inoltre è un vero strazio assistere in certe clip al supplizio al quale vengono sottoposte delle meravigliose e perfette Strato appena terminate, prese a martellate, scartavetrate e sbattute di qua e di là senza ritegno, fà un po' ridere ma anche tristezza.
Capisco il "reissue" ma potevano fermarsi lì, il Relic consentito, marchiato ufficialmente dalla casa che ne approva l'esistenza non mi convince e mi spiace, ma perché rinunciare se ci sono persone che spendono volentieri fiumi di denaro per avere un Relic d'autore direte voi, no io mi sarei rifiutato, io avrei risposto a chi me l'avesse chiesto: " tutto quello che volete ma qui si fanno chitarre nuove, se proprio volete sgangherare una chitarra, se vi piace di più così e vi fà sentire meglio, fatelo da voi".
Cosa serve essere un Master B., un mago nella verniciatura alla nitro, un fenomeno nel realizzare il manico se poi bisogna massacrare la chitarra solo per aderire alle smanie di un nostalgico?
Comunque viva lo stesso e sempre Fender.
ciao a tutti
Rispondi
custom shop
di cucciolo1234 [user #23772]
commento del 15/02/2015 ore 23:39:44
A me piacciono. Sono strumenti artigianali che col tempo acquisiscono valore e migliore suono.
Rispondi
Re: custom shop
di telecrok [user #37231]
commento del 16/02/2015 ore 12:45:2
Certo, sono strumenti ottimi, belli e curati ma credimi, di artigianale la "normale" produzione Custom S. ha veramente poco e non giustifica nella maggioranza dei casi i prezzi che ha.
Nell'arco degli anni hanno perso la strada maestra, hanno un po' tradito l'originaria idea di laboratorio dove realizzare pezzi speciali, su ordinazione, o fare migliorie e modifiche su chitarre esistenti su specifiche e desiderio dei clienti ed anche, perché no, cercare di replicare, sempre che fosse possibile, il suono di qualche chitarra famosa la cui ricerca non faceva dormire un cliente facoltoso, un'idea di atelier, dove curare al massimo gli strumenti e crearne di veramente speciali, una cosa da appassionati, da cultori del modo Fender, ma come ho detto in precedenza, ora c'è più Shop che Custom.
Custom significa modificare, personalizzare, possibilmente migliorare anche se non è garantito.
Che senso ha la serie Strato 54 Reissue, sunburst 2 toni Custom Shop se ne fanno 5000 pezzi tutti uguali, o la Telecaster 51 Nocaster Custom Shop reissue se i pezzi dell'elettronica sono replicati in centinaia e centinaia di pezzi, acquistabili in set preconfezionati, che custom è?
Hanno enfatizzato il fenomeno ad arte solleticando la fantasia di noi tutti, ma poi il vero artigianato, il custom, lo riservano a E. Clapton o J.Beck.
Se desidero una Strato o una Tele Custom, non sono un musicista di grido e non ho migliaia di $$$ in saccoccia o magari non mi piace viaggiare e non voglio andare personalmente negli USA, compro una standard, la scelgo bene, la meglio che posso trovare, la porto da un bravo liutaio, grande conoscitore di Fender e me la faccio sistemare come dico io, magari mi faccio fare i PU con le matasse di rame vecchie di 50 anni che ho trovato in un magazzino da elettricista, avrò una strato senza shop ma sicuramente molto custom.
Così la penso io e può darsi che mi sbagli e ti giuro che sono un grandissimo estimatore di Fender.
Ora si sono inventati il settore economicamente appetitoso del Master Builder, se non è furbacchioneria questa, non dovrebbe essere più che normale che un Master B. si occupasse di una Custom Shop? Almeno una guardatina?
Invece visto che è diventato un settore a sé, è lecito pensare che tutto il resto sia appena meglio della grande serie con in più una decal costosissima sul retro della paletta.
ciao a tutti
Rispondi
Mi sembra una lettura un ...
di alberto biraghi [user #3]
commento del 16/02/2015 ore 13:52:05
Mi sembra una lettura un po' poco realistica. Chiunque può avere una chitarra su misura, deve avere pazienza e denaro, ovviamente. Quanto ai numeri, anche Leo produceva migliaia di chitarre in serie, non capisco il problema, quel che conta è la qualità.
Rispondi
Non solo decal
di dale [user #2255]
commento del 16/02/2015 ore 14:21:34
Certamente nel Custom Shop e ancor più nelle Master il marketing pesa e non poco, ne abbiamo parlato a lungo; non è solo marketing però, perchè questi strumenti sono superiori allo standard.
Come sai (ne avevamo già parlato in passato) suono una Nocaster CS che ho preso used come nuova ad un buon prezzo.
Provenivo da una ottima G&L Asat classic USA, per capirci.
Paragonata con una Tele Reissue 52 USA, che pure è un'ottimo strumento, la Nocaster usciva vincente su tutti i fronti, anche da spenta, ma soprattutto come manico suono/suonabilità.
Poi ho fatto una prova A/B fra la mia ed una Esquire Master di un amico, la mia non è che suonasse peggio, ma l'altra come manico e suonabilità era superiore (costui aveva anche una Strato Master, deliziosa, da togliere il sonno....)
Questo per dirti che si trovano strumenti performanti in tutte le fasce di prezzo, ma solitamente ad un incremento di prezzo corrisponde un aumento di qualità, e si paga, tanto purtroppo.
Poi sono d'accordo che di custom in una reissue non è che ci sia chissà che, che lo "shop" pesa molto, che le super master vanno a professionisti affermati e ricchi collezionisti che possono permettersele, ma non è questo il punto, il punto è che sono strumenti costruiti e rifiniti con più cura e con materiali migliori, meglio suonanti e sicuramente più pregiati.
Ciò non toglie che potrei vendere un paio di Martin ed una fender e prendermi una Master, anche nuova, ma non lo faccio perchè per me per ora non ne vale la pena, è solo la mia umile opinione.
Tutti i grandi marchi hanno una produzione elitaria ed esclusiva, non solo di chitarre, poi puoi registrare il nuovo Sgt Pepper con una Mex se hai capacità e fantasia ovviamente, ma una standard con modifiche non sarà mai una CS, anche se migliorerà e diventerà sicuramente più performante ed in grado di regalare soddisfazioni e grandi momenti di musica.

Un saluto



Dale.
Rispondi
OK
di telecrok [user #37231]
commento del 16/02/2015 ore 16:21:32
Avete tutti ottimi argomenti e rispettabilissime esperienze da anteporre alle mie argomentazioni, alla fin fine, la mia critica, se vogliamo metterla su questo piano, non è su Fender in generale che rispetto e amo, come marchio, storia e suono, è questa rincorsa all'esclusività a tutti i costi, in piena contraddizione con il prodotto per tutti, di gran scala e serie, insomma si tratta pur sempre di Fender, perché bisognerebbe, secondo il messaggio che passa e che pare abbia un certo successo, rivolgersi al C.S. per avere una Strato all'altezza della situazione?
Non basta avere una Fender e basta? OK made in USA e passi, ma poi? Tutto il resto è porcheria buona per i principianti? Roba non professionale, costruita con i piedi con componentistica da 4 soldi e via di questo passo?
Se l'intento dell'ufficio Mark.ing della Fender era far passare questo messaggio pare ci siano riusciti e non lo trovo onesto.
Una Fender dovrebbe bastare a sé stessa già così com'è ed invece leggo sempre più spesso: cos'hai? Una Tele Mexico. ---per carità, buttala via.
Ho comprato una Am. Standard. ---Cosa hai fatto? Non puoi dire di avere una vera Fender in mano, guarda io ho una Custom Shop tal dei tali, ed è tutta un'altra cosa fidati. ecc ecc ecc..........puntini, puntini..
E' questo andazzo che non mi piace e che imputo a meri obbiettivi di bottega della dirigenza, che poco di reale ha e spesso e solo frutto di mistificazione.
Gli stessi Master Builder che affollano Youtube con le loro "clinic", non fanno che confermare questo.
Dicono dalla loro cattedra: OK, si và bene una standard si è buona, ma se volete una Fender che suona come dovrebbe suonare una "vera" Fender resta solo il C.S., gli astanti, commentatori più o meno "interessati" confermano, anche dalle pagine di riviste o blog competenti...... Ma come? Perché?
E' questo il messaggio che sta passando, più o meno esplicito e ne scorgo tutti i giorni gli effetti molto negativi su credibilità e storia del marchio.
Bisognerebbe dire ai Custom Shopper's di Fender che la smettessero di fare i piazzisti con benefici annessi, fate il vostro lavoro e piantatela di menarla con le finezze che molto hanno di spettacolare su Youtube ma pochissima sostanza.
Una Fender deve essere già molto buona da subito, senza Custom e senza Shop.
Se ci deve essere un Custom Shop che sia tale, un vero Custom Shop di altissimo livello, per pochi ed intimi, ma se lo deve meritare, non solo per fare cassa ed abbuffarsi avendo odorato la preda da spolpare con Custom Shop a destra e a manca, non è serio.
Poi ci sono già da tempo Customers di altissimo livello per Strato e Telecaster, vedi Suhr.dove davvero si sente e si tocca la differenza e soprattutto si paga.
Che Fender torni ad occuparsi di tutti noi, come faceva da quando è nata e voleva dare a tutti uno strumento superiore ad un giusto prezzo perché si può fare, di pezzi di legno, un po' di vernice e qualche etto di metallo si tratta, basta metterli insieme come Fender comanda.
Ciao a tutti

Rispondi
Re: OK
di dale [user #2255]
commento del 16/02/2015 ore 18:11:02
Ma vedi, di fatto è già come tu auspichi, nel senso che si trovano già buoni strumenti nella sezione Standard di Fender, che permettono di suonare professionalmente, anche le Mex lo permettono secondo me.
Nessuno dice che devi prenderti per forza una CS o una Master per suonare, non c'è scritto da nessuna parte.
Il catalogo Fender è molto ampio e ci sono chitarre per tutti i gusti, per tutte le tasche, a ciascuno il suo.
Così è per tutti i grandi marchi, non solo di chitarre, mi sembra normale.
Chiaro che non bisogna avere per forza il top di gamma, in nessun ambito, c'è solo chi desidera farlo e può/vuole spendere anche cifre importanti pur di accaparrarsi, oltre al mito, alla storia, anche uno strumento superiore allo standard e molto ben suonante, ce ne sono per tutti, non c'è problema no?
Chiaro che il marketing può spingerti tramite pubblicità ed endorser famosi ben pagati a desiderare il massimo, ma anche qui, dov'è il problema?Dov'è la novità?
Ti porto ancora una volta un esempio personale, ho avuto una Strato Dick Dale CS (da qui il nick) con un manico (acero B.e.) ed una suonabilità che non ho trovato in nessuna standard, non ci sono paragoni, basta prenderla in mano e te ne accorgi subito, è come quando passo dalla mia super onesta Honda Jazz alla Rover Evoque (o come diavolo si scrive..) di un mio amico, bhè....cavolo se c'è differenza....
Le Standard ripeto vanno già più che bene per suonare ad alti/altissimi livelli, poi chi più spende secondo me meno spende ed incrementa la qualità.
Questo in base alla mia esperienza.

Un saluto e buona Fender a tutti, qualunque essa sia.




:-))
Rispondi
Re: OK
di alberto biraghi [user #3]
commento del 16/02/2015 ore 18:39:36
Tra i luoghi comuni che dovrebbero essere cassati da queste discussioni - per molti versi interessanti - c'è quello della presunta "disonestà" di chi fa marketing per vendere, peggio se appioppando alle aziende questa immagine di belve affamate a caccia di una "preda da spolpare", con "meri obiettivi di bottega". E che altri obiettivi dovrebbe avere il maggior produttore di chitarre moderne del mondo? In un contesto capitalista occidentale la ragione di vita delle aziende è il profitto e per ottenerlo serve il marketing. Se la pubblicità non è ingannevole - e quella di Fender non lo è - è compito del consumatore usare la testa e scegliere in base alle proprie esigenze . Il resto è aria fritta.

Altro tema: non è corretto - storicamente ed economicamente - il confronto tra la Fender degli anni 50 e la Fender di oggi. Il contesto è tanto cambiato da rendere le due entità incommensurabili, se non per un aspetto: la Fender di ieri e quella di oggi hanno l'obiettivo di vendere chitarre accontentando ogni cliente, incluso chi ha la "scimmia" di avere la chitarra da 6mila euro, in modo che la sua prossima chitarra sia un'altra Fender. Ovvio, sono "meri obiettivi di bottega", ma è proprio grazie a questi obiettivi che noi oggi possiamo andare in un grande negozio e comprarci la Fender che ci pare (e sono tutte "molto buone" in rapporto al prezzo, forse più di quelle che faceva Leo), compatibilmente con esigenze e budget. Se questo non piace, se non si ammette che chi costruisce qualcosa lo fa per vendere quanto più possibile, non è la Fender (o la Nike o la Opel o la Barilla) da criticare, ma il sistema socio-politico-economico in cui viviamo. Il che è legittimo, purché lo si faccia con coerenza e argomenti sensati.
Rispondi
OK
di telecrok [user #37231]
commento del 17/02/2015 ore 09:41:09
Condivido tutto quanto esposto da voi che conoscete questo mondo meglio di me probabilmente il ché non é contradittorio e mi spiego, calco la mano e mi scuserete, per far comprendere al meglio e senza tanti giri di parole cosa intendo dire e rappresentare ottenendo commenti efficaci e argomentati come i vostri che ringrazio ed apprezzo, detto questo penso in tutta onestà che i miei siano argomenti "sensati" quanto i tuoi Alberto, certo che Fender é lì per vendere e cos'altro se no? Non é certo una agenzia di beneficienza, posso assicurare che me ne rendo conto.
Sicuramente di queste cose si é parlato e riparlato come qualcuno sggerirà, argomento trito e ritrito? No, per me no, su Accordo la gente si iscrive di continuo, ci sono nuovi arrivi e chi come me, nonostante l'età ahimé, non era nel forum 4-5 ed oltre anni fà, non ne ha dibattuto mai e comunque mi sento libero di farlo.
Comunque viva Fender ovviamente anche se a parer mio i fenomeni C.S., Reissue, Relic, Relic-Reissue ecc ecc. svolti attualmente da Fender più che legittimamente, non mi convincioìono appieno e sanno tanto di rincorsa affannosa per stare al passo con i concorrenti.
Penso che ad alcuni sopracitati fenomeni, di moda o meno, Fender possa e debba rinunciare, non é necessario fare tutto e stare da tutte le parti, megliio tenere i piedi dentro ad un certo numero di scarpe, non in tutte, ne và della bontà del prodotto, della credibilità.
Errore che fanno (o che già hanno fatto pentendosene e rtornando al passato, chi c'é riuscito) case automobilistiche, Marchi legati alla moda, Marchi alimentari e potrei continuare, mettendosi in concorrenza su cose che altri facevano meglio e da più tempo o semplicemente disperdendo capitali ed energie da destinare in modi più profiqui e coerenti.
Troppa dispersione, energie dissipate in malo modo a mio avviso.
Meno roba a catalogo e cercare di curare di più la qualità standard, perché é assodato e più che sperimentato che quando si vuole fare tutto, occuparsi di tutto, si finisce per impoverire in generale la qualità, dovendo poi ricorrere a lustrini e pallettes per continuare a vendere ed essere convincenti, perché il cliente affezionato prima o poi mangia la fatidica foglia e si sente tradito.
La vedo così.
ciao a tutti e grazie degli interventi.
Rispondi
Re: OK
di alberto biraghi [user #3]
commento del 17/02/2015 ore 10:13:21
Premesso che è più che legittimo trattare qualunque argomento, anche dibattuto più volte (è proprio il bello di Accordo), trovo un po' arbitraria la tua visione.
Voglio dire, Fender è il più grande produttore di chitarre di qualità al mondo. Risorta dopo il rischio di fallimento prodotto da CBS del 1984 è cresciuta fino a essere il colosso di oggi. Come tutti i colossi, attraversa qualche difficoltà economica (i tempi sono quelli che sono), ma continua a piazzare chitarre al collo di milioni di chitarristi felici.
Ora, capisco che ciascuno di noi vorrebbe vedere il proprio marchio di riferimento concentrato sul prodotto che si ama, ma non sarebbe una mossa furba.
Il segreto per campare oggi è differenziare. Se - per restare in tema automobilistico - dopo una vita di 911 anche Porsche si è messa a fare SUV, mini-SUV, Boxster, Cayman, Panamera e chissà cos'altro, il motivo è che o si differenzia o si soccombe. Per avere la buona vecchia 911 dobbiamo accettare tutto il resto, che contribuisce a spalmare i costi.
Lo stesso avviene per Fender: per offrire una produzione standard di qualità USA (produzione che oggi ha il rapporto qualità prezzo più favorevole di sempre) è indispensabile differenziare il catalogo verso l'alto e verso il basso, raggiungendo strati di mercato diversi. Da un lato per fidelizzare nuovi clienti, dall'altro per mantenere chi desidera prodotti di élite.
Rispondi
OK
di telecrok [user #37231]
commento del 17/02/2015 ore 10:36:21
OK Alberto, ma non credere che pretenda che Fender faccia solo Stratocaster, Telecaster magari solo la 52, via sono realista anche io, non vivo nel mondo dei sogni e sono coscente del mercato e della ricerca di Fender come tutti gli altri brand, di cercare di starci al meglio con competitività e novità, ma mi sembra, ho sentore che certi atteggiamenti o messaggi su certe produzioni o settori, abbiano un non sò ché di artificioso e malcelati intenti, sempre e solamente per acciuffare un po' di dollari in più e dare poco o nulla in cambio, non sò se riesco a farmi capire.
C'é qualcosa che suona un tantino di falso, di artificioso, di spregiudicato, é una mia sensazione ma mi disturba parecchio e non accade solo in casa Fender comunque, ma spero che se ne esca o che mi passi.
Voglio bene a questo marchio, é dagli anni 60 che é nei miei pensieri inerenti la musica ed il suonare.
ciao

PS: scusa, aggiungo ora, i miei ricordi più antichi legati a Fender sono legati ad un Precision che imbracciavo con molto orgolglio, era del bassista del "complesso" di mio fratello più grande di mé che aveva una Strato Rossa che ora chiamerei Fiesta Red, chissà che fine ha fatto, anche il basso, come mio fratello, era più grande di mé, era 1968 e avevo 12 anni...... c'erano Stratocaster e anche delle Eko Kobra, Hammond di legno, i Beatles ed i Rolling Stones, ma anche i Ribelli, poi tanti e tanti altri.
Rispondi
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