di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 23 aprile 2015 ore 11:00
La liuteria Ran De Gal dedica un pezzo unico a uno dei simboli della chitarra jazz. Una New Yoker dai tratti a metà strada tra una Gibson e una D'Angelico viene sagomata e intagliata per un tributo a Charlie Christian che abbiamo testato sul campo per voi.
La liuteria Ran De Gal dedica un pezzo unico a uno dei simboli della chitarra jazz. Una New Yoker dai tratti a metà strada tra una Gibson e una D'Angelico viene sagomata e intagliata per un tributo a Charlie Christian che abbiamo testato sul campo per voi.
La New Yorker della liuteria Ran De Gal è una chitarra ricca di simbologie. Tributa Charlie Christian, ricalca le forme della L5 e con pochi particolari minimali ci racconta della Grande Mela e dell’Art Deco. Per scoprire se a tanta maestria costruttiva corrisponde uno strumento di lusso, l'abbiamo messa alla prova. La forma del body appartiene alla scuola Gibson che a sua volta riprende disegni e progettazione dalla liuteria D’Angelico, prestigioso laboratorio sito a New York fin dai primi del '900. Acero marezzato è adottato per fondo e fasce, il top in abete della Val di Fiemme ha le venature finissime e perfettamente parallele alle corde, il color miele ambrato ne confeziona una chitarra calda ancora prima di ascoltarla.
Un triplice binding alterna legno chiaro e scuro andando a contornare il body, la cordiera realizzata in palissandro brasiliano e ottone ha un marcato ma raffinato stile Art Deco che ricorda la New York degli anni venti. Il battipenna in legno e l’elegante ponticello sono realizzati interamente a mano. Quest’ultimo è regolabile in altezza tramite due rotelle zigrinate. Il pickup prodotto da Mama è attaccato alla fine della tastiera come il battipenna, cosicché si possa lasciare il top del body completamente libero di suonare. 21 tasti sono abilmente incastonati su una tastiera in ebano finissimo, il tutto impreziosito da segnalasti in madreperla a farne un classico estetico. Il manico termina con la paletta che tributa la classica forma D’Angelico. Sulla parte frontale, con un sapiente lavoro da ebanista cesellatore, è riprodotta l’effige a mezzo busto di Charlie Christian. Le essenze di diversi colori si amalgamano con lo strumento che sa di legno fino al midollo. La New Yorker è distante anni luce dal modello Classic 16 in fibra di carbonio, questo è uno strumento che arriva da una tavola in massello abilmente scavata e ricavata con ore di scalpello, truciolo dopo truciolo.
Provata da spenta permette di apprezzare, oltre alla voce rotonda e bilanciata, anche la dimensione acustica e proiezione sonora. Inoltre è più facile concentrarsi e apprezzare quanto vibra addosso: una goduria. Per la prova ho scelto un amplificatore a transistor per poter apprezzare tutta la gamma dinamica. Provata con diversi valvolari (Fender e Vox) suona ovviamente benissimo, ma con un suono che prende comunque carattere e tono dall’amplificazione, mentre la scelta di un ampli a transistor come il Laney A1 mi ha permesso di e capire tutte le sfumature di uno strumento dotato solamente di controllo volume e tono. L’amplificatore è stato regolato completamente flat, per la riverberazione mi sono affidato allo Zoom MS 70.
La chitarra suona alla grande, ha una reattività incredibile. Il manico è confortevole anche se ricorda in tutto e per tutto le classiche forme delle archtop nell’era precedente al pickup, sicuramente old style come concezione ma comunque scorrevole e decisamente comodo. Dal solo al chord melody passando per linee in walking, la chitarra ha presenza e intelligibilità da vendere. Certo, l’acquisto dovrebbe essere assolutamente ben ponderato vista l'unicità del modello. Per molti, una chitarra come la New Yorker L5 Charlie Christian potrebbe rimanere un sogno proibito, ma chi dovesse decidere di compiere il grande passo dovrà farlo considerando di trovarsi tra le mani uno strumento da non rivendere più, con la certezza che sia stato costruito con i crismi di un tempo in cui i dettagli erano importanti tanto quanto lo strumento stesso.