di redazione [user #116] - pubblicato il 11 agosto 2015 ore 17:00
Negli anni le cuffie, alla stregua dei cellulari, hanno variato la loro forma, aggiunto o eliminato funzionalità a seconda del caso, ma soprattutto, sono diventate un oggetto da sfoggiare.
Si può collocare nel 1979 il momento nel quale le cuffie sono diventate un accessorio di moda al quale dedicare particolare attenzione. Proprio in quell'anno Sony proponeva sul mercato il Walkman definendo la "portable Era". Di indubbio successo e precursore della musica portatile moderna, proponeva agli acquirenti delle cuffie sovraurali piuttosto fragili (archetto molto sottile e facilmente deformabile, padigione estremamente rigido e scomodo), ma ricoperto da una vistosa spugna spesso caratterizzata dai colori arancione, blu o rosso. I metallari cercavano sempre l'alternativa nera.
A prescindere dal suo aspetto, identificava "un tipo di persona". E poi il Walkman era ormai moda. Mentre quest'ultimo poteva risultare poco evidente (nascosto in una borsetta o agganciato alla tasca o alla cintura dei pantaloni), le cuffie risultavano in grande evidenza, dovevano essere in grande evidenza.
Per assurdo, tutto è rimasto pressoché invariato sino al 2001 (teniamo volutamente fuori tutto il compartimento di cuffie professionali) anno nel quale Apple inventa le cuffie intraurali, per gli amici "cuffiette". Oltre a offrire un importante spunto all'ambiente pro (da qui nasceranno gli in-ear-phone), viene lanciata una nuova moda: le micro cuffiette con le quali ascoltare musica mentre si cammina o corre.
Da circa il 2003 in poi, catturati dal profumo abbagliante del soldo, arrivano le intromissioni dei vari artisti o fashion designer il cui contributo può considerarsi puramente estetico. Le cuffie diventano ufficialmente un oggetto di design e un accessorio di moda.
In alcuni casi, oltre a un intervento puramente estetico sono stati effettuati anche interventi mirati alla resa acustica. Questo è il caso delle cuffie Beats di Dr. Dre. Non è stato un vero e proprio endorsement, perché Dr. Dre le cuffie le ha prodotte. L'idea di base è che gli appassionati hip-hop e pop abituati ai potentissimi subwoofer dei loro ghetto-blaster soundsystem, trovano sempre deboli i bassi delle cuffie. E allora ecco le Beats Solo e poco dopo le Monster Beats, accolte da un diluvio di giudizi positivi. Piove sempre sul bagnato e il già ricchissimo Dr. Dre, assieme ai bassi, amplifica il proprio patrimonio, già cospicuo.
L'idea non è destinata a restare solitaria. In quattro e quattr'otto compaiono altre star che producono o firmano cuffie. Nel 2011 comincia 50 Cent con la sua SMS Audio. Ludacris si accorda con Soul Electronics per produrre la SOUL by Ludacris. Compare la House of Marley, ispirata a Bob Marley. Jay-Z si accorda con Skullcandy per produrre le cuffie Roc Nation Aviators. JBL esce con le Tim McGraws e Koss con la Tony Bennett TBSE1. Eccetera.
Si tratta in genere di prodotti che si collocano comunque nella fascia medio-alta del mercato consumer, ma - secondo il parere dei tecnici - raramente offrono un rapporto prezzo-qualità favorevole. Non si tratta di prodotti scadenti, in genere sono dignitosi, ma questa mediocrità non sembra essere un problema, perché chi le acquista si fa convincere più dalla faccia celebre che ammicca dalla confezione. E allora, coi bassi a manetta, che importa di ricchezza armonica e risposta in frequenza?
Le cuffie sembrano invece non avere proprio attecchito come oggetto stiloso sui palchi rock, blues e metal. Unica eccezione Paul Gilbert, tra i più grandi - e alti - chitarristi del pianeta che da una decina d'anni non sale sul palco senza le sue Extreme Isolation sempre debitamente addobbate con svariati e fantasiosi adesivi.
Ecco alcuni dei marchi più diffusi con i rispettivi affezionati utilizzatori.
Urbanears: Drew Barrymore, Katie Holmes, Taylor Swift