di redazione [user #116] - pubblicato il 10 novembre 2016 ore 15:00
Iron Ether aggiorna il FrantaBit per il 2016. Capace di fare da bitcrusher, da ring modulator e da sintetizzatore in stile 8 bit fino alla distruzione totale del suono, è probabilmente il pedale più strano che sentirete per un bel pezzo.
Il FrantaBit riduce il campionamento e la quantizzazione del segnale simulando l'effetto di un convertitore di qualità estremamente bassa, ben oltre la soglia plausibile di un cattivo convertitore. L'effetto che ne risulta è una distruzione completa del suono, con frequenze fasulle generate artificialmente sulla falsa riga di un ring modulator e con rumori che ricordano una distorsione dal gain spropositato.
Al contempo, il suono può farsi spezzettato sulle code e nelle note suonate più piano, e il tutto accade in assenza di ronzii di fondo solitamente legati alla saturazione del segnale perché, di fatto, il segnale alla base resta comunque quello del clean.
Con le giuste regolazioni, il FrantaBit è capace di imitare le sonorità di un sintetizzatore 8 bit per suoni da videogame d'epoca, o dare vita a parti lo-fi non realizzabili con i comuni effetti per chitarra.
Interamente in metallo e relativamente compatto nel suo formato mono-switch, il pedale Iron Ether sfoggia sei manopole più un selettore per due modalità di funzionamento.
Il potenziometro Samples agisce sulla frequenza di campionamento del segnale, generando l'effetto di una conversione analogico-digitale da un massimo di 32kHz come in un convertitore di alta qualità fino a un minimo di circa 100Hz. A livelli più bassi, le note e le armoniche "rimbalzano" sul tetto del convertitore e generano così delle frequenze fasulle, il cosiddetto aliasing, per un suono simile a quello di un ring modulator.
Con la manopola Bits si abbassa invece la quantizzazione da un massimo di 24 bit a un minimo di 1 bit. Per intenderci, la conversione di un CD audio è a 16 bit. Valori più bassi introducono una distorsione digitale, che va via via degradando il segnale fino a farlo suonare come un fuzz in cui l'onda della chitarra è pressoché irriconoscibile.
Tutto può essere dosato a piacimento rispetto al segnale dry con il controllo Mix, e il livello d'uscita generale è affidato al Volume.
Quella indicata come Expression Mode, è in realtà un selettore rotativo che consente di assegnare a un pedale d'espressione esterno il controllo dei parametri Samples, Bits, entrambi o Mix.
In ultimo, la levetta del Degrade/Obliterate modifica il carattere dell'effetto tra una pura conversione digitale a una, Obliterate, dal sapore più analogico, reminiscente di certi synth monofonici cari ai puristi del vintage.
Nella nuova versione, il pedale garantisce una miglior risposta e un trattamento del segnale con una fedeltà superiore (paradossale per un dispositivo che fa della bassa fedeltà la sua arma vincente, ma indispensabile per gli usi meno estremi e più rispettosi del segnale fornito in ingresso).
Le funzioni base restano immutate, ma viene aggiunta una sesta manopola sullo chassis rispetto alle cinque dell'originale, chiamata Exp. Questa ha il compito di stabilire un limite all'escursione del pedale d'espressione collegato al jack sul dorso dello stompbox, tra quello d'ingresso e quello d'uscita, in modo da aver maggior controllo sulla "distruzione tonale" che si intende applicare attraverso l'uso in tandem del Samples e del Bits.
Il video che segue fa riferimento alla prima edizione del pedale, ma può dare un'idea di cosa la macchina Iron Ether sia in grado di sprigionare nelle giuste mani.
Senza dubbio, il FrantaBit non è un pedale per i generi musicali più tradizionali come pop, rock o blues, ma saprà fare la felicità di chi fa della sperimentazione il proprio pane quotidiano.
Costruito in Louisiana, non sappiamo se sarà mai disponibile da questa parte dell'Oceano, ma non ci dispiacerebbe affatto metterci sopra le mani prima o poi. Nel frattempo, vi consigliamo una visita sul sito ufficiale a questo link per saperne di più e per gustarvi altre demo.