Valdemarin, Malaman e Quagliato: improvvisazione e sana, amorevole, follia
di redazione [user #116] - pubblicato il 20 settembre 2019 ore 14:30
Recentemente abbiamo assisto ad un evento musicale molto particolare, insolito ed entusiasmante. Uno studio di registrazione, un pubblico ignaro di quanto stia per accadere, tre musicisti di classe A, straordinari, in un concerto tutto improvvisato. Loro sono Fabio Valdemarin, Federico Malaman e Ricky Quagliato. A dirla tutta però, forse questo non è stato un concerto ed è forse impossibile dare un nome all’evento a cui abbiamo preso parte. Ma andiamo con ordine.
L’idea è partita da Fabio Valdemarin, poliedrico musicista, poli-strumentista e arrangiatore ma soprattutto raffinato pianista capace di improvvisare e di spaziare comodamente tra i generi musicali più distinti.
Fabio ha coinvolto due musicisti eccezionali, due amici.Federico Malaman è un bassista di fama mondiale ma non solo visto il suo trascorso come arrangiatore e didatta, un talento esplosivo. Ricky Quagliato è un batterista sopraffino, con una preparazione tecnica spaventosa, anche lui arrangiatore e produttore. Tempo fa i tre amici si sono trovati a registrare un disco di genere pop/jazz proprio in questo studio, il mitico Artesuono di Stefano Amerio, pluri premiato per aver prodotto grandi dischi per la ECM e non solo. In quella occasione, durante una pausa il trio ha improvvisato una piccola jam session che ha acceso nella testa di Fabio un’idea folle, quasi un’esigenza.
Creare un evento in cui il trio e il pubblico interagissero assieme. Una sessione in studio senza aver provato il repertorio, un’esperienza basata sulla totale improvvisazione dove il pubblico è libero di richiedere ai musicisti i brani da suonare e addirittura in quale genere musicale arrangiarli. Come ricorda Fabio questa non è un’idea originale, infatti il fine non era quello di proporre qualcosa di nuovo ma semplicemente di trasportare il pubblico in un’esperienza unica, dove lo spettacolo che si va a creare non è prevedibile e lo si vivrà in tempo reale condividendo il percorso, assieme.
Alla base di tutto c’è il divertimento e il prendersi non troppo sul serio. Fabio, Federico e Ricky suonano e interagiscono con ironia. Tutti e tre arrivano dalla famosa gavetta, ovvero quel percorso che ti mette alla prova nelle situazioni più disparate. Il musicista che si fa le ossa tra locali, sale prova, prime esperienze su palchi scomodi dove deve improvvisare o leggere partiture scritte alla buona, si abitua a stare sempre all’erta, ad approcciare alla musica con spirito d’avventura. Poi viene il momento in cui la fatica ti premia e ti ritrovi in situazioni professionali dove tutto è perfetto ma le esperienze che ti hanno formato agli inizi ritornano sempre a galla per aiutarti. Raccontandoci queste cose Fabio ci spiega perché questo trio è particolarmente adatto all’esperimento musicale a cui abbiamo assistito. Il pubblico che richiede un brano e decide in quale arrangiamento verrà eseguito non è certo un’impresa impossibile da soddisfare; ciò che rende invece unica la performance di questi tre splendidi musicisti è la capacità di mantenere altissimi il livello tecnico e artistico anche durante l’improvvisazione totale, quando la strada da percorrere viene decisa solamente da uno sguardo, da un gesto, quando si gira a destra improvvisamente. Quando si scoppia tutti in una risata perché, all’improvviso, due o più canzoni si fondono assieme creando sorpresa tra i musicisti stessi e il pubblico. E’ successo, per esempio, quando Fabio ha portato Heater Parisi con “Cicale” all’interno di “Isn’t She Lovely” di Stevie Wonder o quando Federico ha citato il tema della soap opera “Beautiful” all’interno di un assolo impegnato e sognante. Infine, le citazioni di Ricky che pur non avendo note a sua disposizione, riesce a far rivivere brani storici solo imitandone il groove o i fill, sempre con perfetta dinamica e grande gusto, creando incastri dove è facile perdere l’accento del primo battere, ma state tranquilli: lui non lo perderà.
Ora vi invitiamo a guardare il video dove i tre compongono in diretta il brano “Togheter” ma attenzione: la melodia viene scritta dalle persone del pubblico che non si aspettano di diventare autori di un brano! Il trio arrangia, armonizza, crea l’atmosfera su una melodia nuova scritta dal pubblico e qui si crea il paradosso temporale: il brano non si può inserire nel programma musicale del concerto perché non è ancora stato scritto e non ha ancora un titolo.
Vi invitiamo a tenere d’occhio questo progetto che va assolutamente visto dal vivo. Un vero atto di amore verso la Musica che in questo caso non è solo la protagonista ma finisce per essere un’energia che ci lega tutti e che per questa occasione soltanto sarà lei stessa a crearsi ed arrangiarsi da sola passando attraverso i musicisti ed il pubblico, entrambi fondamentali.