Ho già accennato più volte al fatto che nel 1968, molto poco democraticamente però, il resto del gruppo musicale formatosi a metà anni 60 nell'Oratorio Salesiano di Bellavista-Portici (di cui ero entrato a farne parte anch'io a fine anno 1967 in sostituzione di Peppe, il chitarrista solista, partito per il "Servizio Militare di Leva", allora obbligatorio), mi diede l'ultimatum di passare al ruolo di bassista per lo stesso motivo (questa volta però a partire era stato Giovanni, il precedente bassista). Andato poi io in pensione da Trenitalia FS Spa a gennaio del 2009, ho continuato a suonare il basso da solo e principalmente nelle "Jam", ma con il tempo ho deciso di ritornare a quel lontano ruolo di chitarra solista, anche se ero un po' arrugginito nelle giunture, ma che avevo comperato da sempre più chitarre che bassi. Oggi i miei ferri del mestiere sono quelle chitarre che all'epoca non mi potevo permettere, eccole nell'immagine d'apertura, però contemporaneamente, per una questione di nostalgia più che altro, sto ricercando e ricomperando quegli strumenti poveri che mi potevo permettere in quei lontani anni legati alla mia gioventù. Ecco quelli che ho trovato ma mi mancano ancora una Hollywood Meazzi modello Supersonic, mia prima chitarra elettrica in assoluto, una Hofner Lap Steel modello 111, un basso EKO modello 1100/MB/2, un basso Framus 5/149 hollow body ed un basso Hofner modello 185 solid body, ma non desisto. PS) Meno male che non ho dato via il mio amplificatore Fender Supertwin 180 Black Label del 1979, comprando usato un VOX Pathfinder 15 per motivi di trasportabilità.
Questo poi fu il brano strumentale che ci attaccò il virus inguaribile della "Chitarro-Dipendenza" acuta poi diventata cronica :
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